23 Chiarimenti (Revisionato)

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Iku percorse i dispersivi corridoi del grande palazzo tra le scrivanie dei dipendenti.

Si sentì molti sguardi addosso, molti  fingevano di guardare lo schermo del pc, ma di sbieco, volgevano l'attenzione verso di lei.

 Udì tanti mormorii attorno: "Ma quella è la figlia troia di Miyazawa..."

Iku si voltò accigliata, alla ricerca di chi avesse detto una cosa del genere, ma dopotutto non si trattava di un'unica voce.

"Siete davvero così arretrati, basta qualche foto di nudo su internet, per dire troia, guardate che si dice influencer!" sbottò con insolenza davanti a tutti, che adesso si voltarono nella sua direzione.

"Influansert?" domandò il padre, storpiando il termine, con l'inglese era sempre stato un disastro.

"Oh, merda..." si disse fra sé, non aspettandosi di certo di trovarlo lì, sperava fosse dentro al suo ufficio, e non era l'unica ad essere rimasta pietrificata dalla sua presenza.

"Mizukage mi ha comunicato la tua visita, e volevo evitare che tu mandassi a quel paese i miei dipendenti, come appunto stai facendo... così ti sono venuta a recuperare" spiegò a bassa voce.

"Bè mi han dato della troia, stavo solo cercando di difendermi..." mormorò lei.

"Buongiorno, Signor Miyazawa" risposerò tutti rigidamente, per poi alzarsi tutti dalle rispettive scrivanie per salutarlo.

Iku tratteneva la ridarella, vedendoli adesso tutti tesi e rispettosi dinnanzi a suo padre.

"Mia figlia, sostiene che qualcuno di voi, abbia detto di lei cose spiacevoli, che non starò qui a ripetere..." affermò, guardandoli con una certa severità.

Nessuno osò più aprir bocca, erano tutti terrorizzati e nervosi, soprattutto perchè il signor Miyazawa era uno dei datori di lavoro più severi che ci fosse.

"Allora, vi suggerisco di fare delle sincere scuse a mia figlia, perchè altrimenti oggi giuro che dovrete fare degli straordinari, state tutti lavorando da schifo... E poi se le cose non migliorano, vi dovrò seriamente licenziare..."

Sunaga prese la parola insieme ad un altro gruppetto di colleghi, ammettendo con dispiacere: "Signore, ci dispiace siamo stati noi".

"Sunaga, il sito del nostro store è pieno di bug, e voi guardate non mi esprimo neanche... mia figlia Yuuka è quella che sta rimediando ai vostri disastri sul lavoro..."

Adesso, si rivolsero in direzione della figlia, chinandosi per farle delle forzate scuse, temevano davvero di perdere il posto.

Iku li guardava sorridendo compiaciuta, notando come adesso avessero tutti abbassato la cresta dinnanzi a suo padre.

Il padre rivolse un ultimo sguardo ai dipendenti per poi dire " Potete sedervi, tornate alle vostre rispettive postazioni, buon lavoro" concluse con quella sua espressione sempre altera e arcigna, rafforzata dalla gobba del suo naso e da quel fisico corpulento, con la sua schiena sempre in tensione e inarcata un po' in avanti.

"Andiamo nel mio ufficio" suggerì lui, prendendosi la libertà di prenderla per mano.

"Che cavolo sta facendo..." pensò arrossendo, ritrovandosi la manona di suo padre attorno alla sua.

Era emozionata peggio di quand'era bambina, le sue carezze e attenzioni erano sempre qualcosa di così raro ed eccezionale, che le facevano sempre quell'effetto.

Suo padre non dava segni di voler mollare la presa della sua mano, fino a che non arrivarono dentro l'ufficio.

Le scostò la sedia, per farla accomodare davanti la sua scrivania.

Secretary "to fuck" #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora