11 Abbraccio ( Revisionato)

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Era avvolta dalle sue possenti braccia, circondata dall' odore inebriante del suo corpo addosso.

Si sentì così indifesa e piccola dinnanzi l'invasione del suo grande corpo, le sue grandi spalle la imprigionavano.

Rimase imbambolata, con il volto rivolto verso le pareti bianche dello studio, mentre sentiva la pressione esercitata dal suo caloroso e morbido corpo contro la sua schiena.

Ringraziò quasi, che lui non potesse guardarla in faccia in quel preciso momento, era sicura di avere un espressione scema, quasi da innamorata.

Aveva il viso color porpora, era totalmente disarmata e imbarazzata dalla situazione, e il cuore aveva iniziato a batterle così forte, quasi come se potesse scoppiarle o uscirle fuori dal petto.

Iku si ripeteva dentro la testa, di doversi calmare, ma il suo cuore faceva come gli pareva.

Si agitò per liberarsi, piuttosto che sentire quella fastidiosa tachicardia.

Non voleva assolutamente che un uomo prendesse così il sopravvento su di lei, esercitando un potere così forte, da toccarle il cuore, ancora, un'altra volta, no, non poteva ricascarci.

Si dibatté all'improvviso, con una certa furia e irruenza, da lasciarlo completamente spaesato.

"Lasciami andare!" Si divincolò con fermezza, volendo a tutti i costi riprendere il controllo.

"Ok, ma calmati, adesso..."disse,per poi sciogliere il suo abbraccio.

Era scosso da questa sua esagerata reazione, nel senso la stava solo abbracciando per darle conforto, cosa c'era di male?

"Non so cosa tu stia cercando di fare, ma non provarci mai più, sono stata CHIARA?!" gridò con un certo furore impresso negli occhi.

"Volevo solo darti conforto, io...volevo solo essere carino..." affermò lui in difficoltà, sentendosi adesso un completo idiota.

"Niente abbracci" sostenne sulla difensiva.

"Eri così fredda anche con i tuoi fidanzati?" domandò seccato.

Nessuno dei suoi fidanzati l'aveva mai abbracciata a quel modo, ma questo lui non poteva saperlo.

"Non sono cose che ti riguardano!" sbottò irritata, non ne poteva più, era un vero ficcanaso.

"Miyazawa, adesso stai davvero esagerando, dovrei essere io quello incazzato, perché potresti esserti presa l' Aids, e forse me l'hai persino contagiata, quindi..." urlò lui fuori di sé.

"Quindi cosa? Questo ti dà il diritto di fare con il mio corpo, tutto quello che ti pare?!" gridò adirata.

"Ti ho soltanto abbracciato.. Ho fatto cose più estreme con il tuo corpo, ma non mi hai mai detto di no..." esclamò, allucinato dall' assurda piega, che stesse prendendo quella discussione.

"Bene, Okazaki, chiariamo questo punto, NIENTE ABBRACCI" rimarcò lei.

"E i baci sono consentiti?" domandò avvicinandosi pericolosamente alla sua bocca, mettendola nuovamente in difficoltà.

Lei arrossì, ritrovandosi la sua faccia così vicina alla sua, con quell'espressione così ardente.

"No, solo mentre facciamo sesso..." borbottò imbarazzata, diventando color porpora.

"Perchè?" domandò, con un espressione quasi divertita, notando il suo rossore.

"Perchè preferisco così..." balbettò, spostando abilmente lo sguardo, volgendolo altrove.

"Accidenti, sei una tipa parecchio freddina" commentò lui, continuando volutamente a guardarla, mentre lei adesso osservava le pareti bianche della stanza, pur di non incrociare il suo sguardo.

Secretary "to fuck" #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora