8 L' avvocato del diavolo ( Revisionato)

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Era da poco rientrata in casa, e Mako aveva quell' espressione da esaltata del "devi raccontarmi assolutamente tutto".

Ma lei finse di non capire, stava ancora riflettendo sul bacio paterno appena ricevuto sulla fronte.

"Mi sta iniziando a trattare come se fossi la sua bambina, oh ma insomma cosa vuole essere il mio daddy?! Inizierà a fare robe strane?!" pensò disgustata, considerando le sue premure e attenzioni simili a quelle di un daddy in un rapporto Ddlg, o come caspita si chiamava.

"Iku, devi raccontarmi tutto" disse Mako, vedendo che lei non si decidesse ancora a sputare il rospo.

"Non c'è niente da raccontare" rispose seccata.

"Pare ci sia qualcosa fra di voi!" affermò Mako sorridendo come una sciocca, con quella sua espressione trasognante e fantasiosa che Iku tanto odiava.

"Piantala! Non sono quel tipo di ragazza!" si infastidì.

"Mi è sembrato così carino e premuroso nei tuoi confronti!" insistette lei.

"E' soltanto un pervertito, si è convinto di essere il mio daddy o chissà cosa..." affermò con scetticismo.

"Un dad- cosa?" domandò Mako ingenuamente, non avendo idea di cosa stesse parlando.

"Se non leggessi solo libri di Jane Austen e smettessi di guardare quelle stronzate melense, sapresti di cosa sto parlando!" rispose Iku.

"E comunque, cosa hai combinato alla caviglia?" domandò lei, sorvolando sulle sue pessime risposte, c'era abituata.

"Niente, è una storia lunga" evitò di raccontargli dell' aggressione cruenta di Shima, temeva che spaccasse per davvero il tavolo, del loro proprietario di casa.

"Hai una pessima cera, senza offesa, ma hai un aspetto orribile" commentò l'amica, notando i suoi collant tutti strappati, il suo occhio nero si era fatto in compenso meno evidente, ma per il resto aveva un aspetto terribile.

"Vado a darmi una ripulita" disse notando i vestiti tutti inzaccherati d i sporcizia, il marciapiede in cui Shima dovesse averla scaraventata non doveva essere molto pulito.

Mako avrebbe tanto voluto sapere cosa le fosse accaduto, si preoccupava tanto per lei, considerava Iku, non solo una coinquilina, ma anche la sua migliore amica, però lei era sempre così brutale e glaciale.

Così temendo una delle sue brutte rispostacce, e non volendo litigare, sapendo quanto odiasse quando la gente si desse pensiero per lei, preferì sorvolare, e non tormentarla con le sue domande apprensive.

Tuttavia non poteva far a meno di preoccuparsene, le voleva un gran bene,ma mantenere un rapporto di amicizia con una ragazza come lei, era davvero difficile, non si apriva mai apertamente, era come se volesse sempre stabilire dei limiti, delle distanze con le persone, era come se delimitasse le sue relazioni, come se ci fosse un limite da non varcare per andare d'accordo con lei.

Le sembrava sempre che fra Iku e lei ci fosse sempre una barriera, e non se ne spiegava la ragione, vivevano insieme ormai da due anni, condividevano la stessa casa, avevano anche litigato spesso, ma avevano anche passato tanti momenti divertenti e piacevoli insieme, eppure lei non si apriva mai del tutto.

Si chiudeva sempre a riccio, come per proteggersi, persino da lei, manteneva sempre questa riservatezza per cui taceva spesso molte cose.

Ma una cosa Mako l'aveva imparata, mai forzare Iku a parlare, solitamente andava quasi sempre su tutte le furie.

Dopo la doccia, Mako la osservò pensierosa, avrebbe tanto voluto sapere cosa fosse accaduto, non poteva far a meno di essere preoccupata.

Alla fine non resistette, la guardò negli occhi, mentre si stava rivestendo.

Secretary "to fuck" #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora