26 Dominatore o sottomesso? (Revisionato)

1.2K 25 5
                                    

Iku faticò a svegliarsi quella mattina, la sveglia suonava senza sosta, eppure lei non riusciva ad alzarsi.

Aveva faticato a chiudere occhio per tutta la notte, ripensando alle labbra di cazzetino piccolo sulle sue... e poi quel senso di colpevolezza verso Okazaki.

Tanti pensieri le affollavano la testa, ripensò anche al cinema e al vestito da sposa.

Le parole e gli sguardi appassionati di Okazaki.

Era stato un momento così emozionante e magico, ritrovarsi davanti a quello specchio fuori dal camerino, con Okazaki davanti a lei intento a contemplarla, poi lui era sempre vestito elegante, in giacca e cravatta... e sembravano quasi due veri e propri sposini.

Inoltre, si rammentava quella piccola lacrima luccicante sul suo viso , era certa che avesse pensato a sua moglie.

Quella situazione con l'abito bianco, doveva averglielo ricordato.

Lei si morse con violenza il labbro a quel pensiero, era gelosa e infastidita, all'idea che lui avesse fatto quel grande passo con un'altra donna.

Non sapeva neanche perché le balzassero quei pensieri così fastidiosi per la testa, tipo quell' idea di diventare un eventuale seconda moglie per Okazaki, e lei non voleva essere seconda, era stanca di esserlo.

Cercò di mettere da parte quei pensieri senza senso, per poi alzarsi dal letto.

Notò che Mako, la sua coinquilina, con diligenza fosse già andata a lavoro.

Si sciacquò la faccia, dirigendosi al bagno.

Si guardò allo specchio, aveva un aspetto orribile: due occhiaie gigantesche e un viso bianco cadaverico, poi il suo naso peggiorava di gran lunga il risultato.

Si rammentò il beffardo commento di Okazaki:" Sembri un'anatra incazzata".

Tentò di camuffare un po' con il trucco, per nascondere l'effetto scavato delle occhiaie sul viso, ma celare i suoi difetti fisici, era veramente difficile.

Era nervosa, adesso che prendeva atto di amarlo, e di non poter fuggire e negare ancora per molto i propri sentimenti.

Ma adesso, diventava difficile sapere come comportarsi, temeva di mandare all'aria tutto.

Si domandava cosa avrebbe dovuto fare, nel senso dopo averlo rifiutato, come avrebbe potuto ritrattare tutto?

Bastava, forse, una semplice parolina "Daisuki da", ma era così imbarazzante dirgli "mi piaci molto", suonava così maledettamente infantile e stupido, soprattutto dopo la sua esplicita dichiarazione.

Lui si era sbilanciato troppo, ma era anche un uomo più grande, e quindi ne era più legittimato, mentre lei in quanto kohai, ragazza più piccola, sentiva di non poter strafare.

L'uso delle parole era importante, e dire "Ti amo" ad un uomo maturo, come Okazaki, non era una cosa da dire con tanta leggerezza.

Poi quando aveva mai usato, parole del genere con un uomo? Non lo aveva mai detto a nessuno, neanche a Saki.

Del resto se ci pensava bene, a parte lui nessun uomo, con lei, si era mai spinto a tanto.

Era anche giusto aspettare e ponderare bene le parole, per non apparire una ragazza frivola e superficiale.

Ma dall'altra parte, sembrava spiacevole rispondere ad un " Ti amo" sentito come il suo, con un semplice " mi piaci..."

Maledisse quel suo modo di fare così precipitoso e disorientante, avrebbe solo dovuto dire "diventa la mia ragazza", anziché spingersi a tanto, sarebbe stato tutto più semplice.

Secretary "to fuck" #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora