6. La dose di Sean Arscott

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"Siete delle stronze."

"Ma non è vero! Perché?" Abby e Emily mi guardarono ad occhi aperti, con un sorrisetto divertito sulle labbra.

"State progettando di farmi placcare Sean."
Sbottai, allargando le braccia in aria.
Anche se il loro piano malefico fosse stato ottimo, credo che placcare quell'ammasso di muscoli non sarebbe stata un'impresa molto facile, tutt'altro.

"E quindi? Cosa c'è di male? Sei l'unica ad avere l'onore di poter tastare in tanti modi quel bell'imbusto. Hai un'opportunità Cindy, fossi in te la coglierei." Abby mi scoccò un'occhiolino altezzoso e con un gesto si portò i capelli indietro.

"Anche se volessi, se provassi in qualche strano modo a fermarlo, non ci riuscirei mai. Ed è un mai categorico capite? Sarebbe come scontrarsi con un muro di marmo." Mi stiracchiai la schiena e le spalle indolenzite.

"Come la fai tragica... io correrei il rischio. E comunque ti ha adocchiata, credo che si  farebbe placcare molto volentieri." Disse Emily, sollevando le sopracciglia su e giù.

Feci girare gli occhi come mio solito.
"Ieri l'ho visto." Le avvertii, mi ero dimenticata di riferire loro questo piccolo dettaglio insignificante.
Mi fissarono sbigottite, con la mascella che ormai toccava terra e gli occhi fuori dalle orbite.

"Ti ha chiesto di uscire?" Domandò Abby scioccata.

"Cosa? No! Sei impazzita? Semplicemente l'ho incontrato per strada, vicino a casa nostra." Indicai me e Abby e mi rivolsi a Emily con tono piatto.
"Ma lui abita dall'altra parte della città, o almeno così mi hanno detto." Emily fece una faccia confusa e assottigliò gli occhi.

"Stava tornando a casa sua infatti, dopo aver fatto un giro turistico nella villa di Lindsey Morgan." La voce mi uscì più amara di quanto volessi, quindi tossii per camuffarla.

"Ah beh, allora si capisce tutto. Ma ti ha parlato?" Chiese Abby.

"Si. Abbiamo parlato. Se così si può definire. Più che altro l'ho insultato, poi lui si è incazzato ed è andato via." Raccontai, con un filo tragico.

Non feci in tempo a respirare, che mi arrivarono ben due sberle sulla nuca, una dopo l'altra. "Ma che diavolo di problemi avete?" Strillai massaggiandomi la zona colpita.

"Io davvero non mi capacito di cosa c'è dentro quel tuo cervello. Insomma, quale persona sana di mente si metterebbe ad insultare un figo del genere?" Mi sgridò Abby, passandosi una mano sulla faccia, con disperazione.

"Gli ho detto che è bello fuori e brutto dentro."
Ammisi, portandomi gli avambracci sulla testa, aspettandomi altre due sberle, che però fortunatamente non arrivarono.

Loro mi fissarono sbalordite. Non avevano parole. "Poi gli ho detto che non gli muoio dietro solo perché è bello e poi..."

Ora, mi arrivarono due pugni sulle braccia, che mi fecero storcere il naso.
"Smettila mi sanguinano le orecchie." Borbottò Emily.
"Tu, la prossima volta che lo vedrai ti scuserai e gli chiederai un'appuntamento. Chiaro?" Questo lo disse Abby.

Scoppiai a ridere. "Ma neanche dopo morta."
Continuai a ridere finché una voce roca alla mie spalle mi interruppe.
"Cosa c'è tanto da ridere?" Barrie comparve al mio fianco, posando un bacio sulla guancia a me e ad Abby.
"Ciao fratellone." Lo salutai, trattenendo le risate.

"Secondo noi Cindy ha una storia segreta con Sean Arscott." Parlò Emily, facendomi sbarrare gli occhi.
Cavolo, cavolo, cavolo.
Barrie diventò bianco in volto, e si girò lentamente dalla mia parte.
Se non lo conoscessi abbastanza direi che mi stava per sbattere la faccia sul tavolo.

Footlover - amore in campo di giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora