44. È caduto a terra insime alla tua grandissima testa di cazzo

50K 1.9K 1.1K
                                    

Ero distesa sul letto, con addosso la maglia che avevo rubato a Sean, la quale mi vestita più o meno fino a metà coscia. Sospirai, socchiudendo gli occhi dal piacere mentre ripensavo a quello che era successo fra me e Sean.

Per un attimo il pensiero che avessimo affrettato le cose mi colpì, dovevo ammetterlo; insomma, eravamo una coppia ufficiale da quanto? Qualche ora? Mi scappò una risata e mi passai la mano sul viso, poi con le dita sfiorai le mie labbra. Mi sembrava ancora di avere quelle di Sean posate sopra, stavo delirando, probabilmente, ma chi non lo avrebbe fatto? Avevo appena fatto l'amore con il ragazzo che amavo; dire che fossi su di giri sarebbe stato un grandissimo eufemismo.

Cavolo se mi era piaciuto. Sean era stato dolce, ma allo stesso tempo sensuale e si, forse ero pervertita ad alti livelli, ma dovevo ammettere che era messo davvero bene e non intendevo solo per i suoi addominali e le spalle larghe.
Cazzo, all'inizio credevo mi spezzasse, ma il dolore si era dissolto molto velocemente, lasciando spazio al piacere.

Mi ritrovai a sorridere come un'ebete e soprattutto pensai che Emily avesse ragione quando diceva che l'amore ti faceva perdere completamente il lume della ragione; si perché io, anzi no, il mio cervello era andato completamente in blackout.

Quando il rumore della porta del bagno mi arrivò alle orecchie, sollevai la testa e incontrai ciò che era paragonabile ad una visione celestiale.

Sean era in piedi, davanti al letto, con un asciugamano stretto in vita, gocciolante e con l'addome piatto e scolpito in bella vista.
Mi ritrovai con il fiato sospeso ad osservare il suo petto ampio, le sue spalle larghe, le sue ossa iliache evidenti e soprattutto a guardare il suo viso incorniciato da ciuffi di capelli che gli ricadevano umidi sulla fronte.

Senza rendermene conto, mi trovai come una stupida a guardare la stoffa tirata del suo asciugamano, che gli fasciava la vita.

«Kicker, ma insomma, cosa stai guardando?»
Sollevai di scatto la testa e lo fissai negli occhi con un leggero stupore. Arrossii immediatamente quando vidi il suo ghigno malizioso farsi spazio sul suo viso.

«Niente.» mi affrettai a rispondere, mettendomi con le spalle addosso alla testiera del letto.

«Mi stai per caso lanciando qualche frecciatina?» chiese, allacciando le braccia al petto. Tutti i suoi muscoli guizzarono e i bicipiti grossi e tonici erano messi in evidenza.

Allungai il braccio verso destro e afferrai il primo cuscino che trovai, glielo lanciai addosso e lo colpii dritto sul viso.

«No, ti ho solo tirato un cuscino.» ridacchiai, sollevando le sopracciglia con tono di sfida.

«Vuoi giocare piccola Lewis? Giochiamo.» la sua voce era tremendamente seria, ma quello sguardo accattivante e quell'angolo della bocca sollevato all'insù mi facevano riconoscere il vero Sean.

«Arscott, devo farti aprire gli occhi io o ti svegli da solo? No perché sai, non vorrei far crollare a picco il tuo ego, ma ogni volta che io e te giochiamo, quello che perde sei tu.» mi sollevai dal letto, con una nonchalance tale da far invidia a chiunque. Repressi le risate e finsi di essere seria ma allo stesso tempo seducente, o almeno ci provavo ad esserlo.

Mi avvicinai a lui a passi lenti, quasi strazianti e una volta davanti all'ammasso di muscoli, portai una mano sul suo petto, lo guardai da sotto le ciglia e piano piano scesi, toccando con i polpastrelli delle dita quelli che erano degli addominali di ferro. Mi morsi il labbro mentre i suoi occhi erano fissi nei miei, entrambi incapaci di staccarsi e porre fine a quel contatto visivo.

Mi resi conto di essere arrivata troppo in basso con le mani solo quando sentii il tessuto dell'asciugamano pizzicarmi la pelle. Sussultai, cercando di non darlo a vedere e, nonostante provocarlo fosse la mia intenzione, non ero abbastanza esperta per farla apparire come una cosa naturale.

Footlover - amore in campo di giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora