31. Cindy Wonder Woman

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"Ciao Cindy." Una voce maschile interruppe i miei pensieri.

"Oh, ciao Jackson." Mi sollevai dalla sedia, afferrando il mio zaino per la tracolla.
Io, Emily e Abby eravamo sedute sul nostro solito tavolo nella mensa della scuola e stavamo aspettando la campanella che da lì a poco sarebbe suonata.

"Come sta il tuo naso?" Domandai, titubante.
"Oh bene, ti ringrazio." Rispose lui, portandosi indietro il ciuffo di capelli biondi.
"Mi dispiace sai, mi sento leggermente in colpa. Se non fosse per me non ti ritroveresti così." Storsi il naso, a disagio.

In fin dei conti non era un cattivo ragazzo, non mi aveva fatto nulla di male e quindi avrei potuto dargli una possibilità, certo, non in quel senso, ma sicuramente saremmo potuti diventare buoni amici, anche se avrebbe dovuto imparare a lasciarmi i miei spazi.

"Tra me e Arscott non è mai corso buon sangue, non devi addossarti la colpa, probabilmente era da tempo che non aspettava altro che piantarmi un pugno sul naso."

"Ma quindi vuoi due...?" Continuò, abbassando la testa verso le sue scarpe.
"No!" Quasi gridai. "Provo ciò che provi tu nei suoi confronti." Mi limitai a dire, scuotendo la testa con vigore. Per me, da ieri, Sean Arscott era diventato solamente un avversario da battere, nient'altro.

"Quindi oggi sarà una caccia armata ad Arscott." Disse, facendo spuntare un sorriso sul suo viso.
"Oggi...?" Chiesi, riluttante, non capendo di cosa stesse parlando.
"Oh non te l'hanno detto? Oggi si gioca lo spareggio con i Monster. Credevo che il coach ti avesse informata." Mi guardò torvo e io spalancai la bocca.

"Cosa? Già oggi? Ma non è possibile." Sbottai, roteando gli occhi al cielo. Non ero psicologicamente pronta a tutto ciò, inoltre, la mia voglia di scendere in campo era davvero bassissima.

La campanella che suonò mi fece risvegliare dai pessimi pensieri riguardo la partita.

"Comunque giocheremo in casa loro alle cinque. Ora ti lascio altrimenti la prof di chimica mi uccide." Sorride e sporge il viso verso il mio.

Non assaggiarmi la guancia. Non assaggiarmi la guancia. NON assaggiarmi la guancia.
Oh perfetto! Mi aveva appena assaggiato la guancia, di nuovo.

"Ti ho proibito di vedere Arscott, ma non ho detto che puoi vedere Jackson."

Sollevai la testa e mi ritrovai davanti al corpo robusto di Barrie, il quale sorrideva divertito.
Sapevo che scherzava, ma ero troppo inferocita con lui per dargli corda.
"E io ti ho proibito di dirmi quello che devo fare. Sono grande abbastanza per scegliere con chi posso o non posso uscire."

Gli diedi le spalle e andai verso Emily. Abby era già andata in classe, a quanto sembrava.
"Alle cinque c'è la partita con i Monster. Una totale tragedia." Mormorai, mentre insieme ci dirigevamo verso la classe di letteratura inglese.

"Davvero? E te lo hanno detto con così poco preavviso?" Chiese la mia amica, incurvando dubbiosa le sopracciglia.
"A dire il vero l'ho saputo per caso da Jackson, altrimenti credo non ne sarei mai venuta a conoscenza." Spiegai.

"Cavolo. E ci andrai vero?" Domandò, riducendo gli occhi a due fessure.
"Ovvio. Quale occasione migliore per far presente a quella testa vuota di Arscott che i vincenti siamo noi?" Ridacchiai, scrollando le spalle con menefreghismo.

"Mi sembra un'ottima idea." Acconsentì Emily, ridacchiando. "Si giocherà nel loro campo, quindi devi assolutamente venire a fare il tifo. Porta tutti quelli che conosci, la loro sconfitta sarà indimenticabile." Sussurrai, beandomi di quelle parole. In questo momento non volevo altro che vedere quello stronzo ipocrita perdere nel peggiore dei modi, perciò avrei fatto di tutto pur di avere la gloria di vincere anche questa partita e di classificarci tra i migliori della zona.

Footlover - amore in campo di giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora