48. Mi dispiace

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SEAN

11-09-2017

«Sono riuscito a farvi entrare, dovete dare il minimo nell'occhio e soprattutto, non fate cazzate. Niente guai.» Barrie puntò un dito contro sia a me che a Noah.

«Chi? Noi? Nei guai? Quando mai.» Noah rise e diede una pacca rassicurante sulla spalla di Barrie. Di rassicurante c'era ben poco, Noah non era nella sua giornata migliore, lo avevo capito e inoltre era stato lui stesso a confermarmi che sentiva il bisogno di bere per dimenticare tutto il casino che stava accadendo con il divorzio dei suoi genitori. Non sapevo per quale motivo ma un brutto presentimento mi graffiava lo stomaco.

Scossi la testa e scacciai i pensieri che mi annebbiavano la mente.

«Quindi amico, ci farai conoscere le tue sorelline o dovremmo aspettare che ci cadano le palle?» Sorrisi sbieco e alzai le sopracciglia verso Barrie. L'occhiata che mi rifilò mi fece intuire che non aveva granché voglia di presentarcele.

«Potete scordarvelo, loro non si toccano.» ci dileguò, facendo segno di negazione sia con le mani che con il capo. Era sempre stato molto protettivo con le sue sorelle, voleva loro un bene dell'anima e non voleva che due tipi come me e Noah le potessero influenzare.

«Il fatto che siano gemelle mi eccita da morire.» lo provocò Noah, sapendo benissimo come reagiva lui quando anche solo si sfiorava l'argomento 'sorelle Lewis.'

«Stai zitto coglione.» ribatté Barrie, fulminandolo con gli occhi. «Ma ti capita mai di scambiarle? Di confondere una per l'altra? Quando io vedo due gemelle noi ci capisco più un cazzo, figurati se riesco a riconoscerle.»

La frase di Noah mi fece roteare gli occhi al cielo. «Siamo amici da quanto? Cinque anni? E ancora devi capire che le mie sorelle sono gemelle eterozigote? Sei assurdo Noah.»

Mi sfuggì una risata, a volte Noah sapeva essere davvero idiota, ma allo stesso tempo, era il ragazzo più dolce e innocente che avessi mai conosciuto, mentre io e Barrie eravamo più maturi, se così si poteva dire.

«Etero che?» chiese Noah, con un cipiglio confuso sul viso. Mi passai una mano sulla faccia e per un attimo mi venne l'istinto di sbattermi la testa contro lo spigolo del muro.

«Eterozigote! Significa che sono diverse, cristo santo!» Sbuffò Barrie, buttando fuori dalla bocca tutta l'aria che aveva in corpo.

«Ma sono gemelle! Come fanno ad essere diverse?» Insistette Noah, allargando le braccia in aria.

Mi voltai rapido verso Barrie e gli poggiai una mano sulla spalla, intimandogli di smetterla di continuare perché tanto era una causa persa.

«Che ne dite di entrare? Ho una bella sfilza di ragazze da far cadere ai miei piedi.» scherzai, intromettendomi nel discorso. I miei amici mi guardarono e annuirono, Noah entusiasta e Barrie roteando gli occhi al cielo, probabilmente ancora scocciato dalla intelligente conversazione con Noah.

Quando entrammo nella palestra della Brighton che era stata allestita con festoni e altre decorazioni in onore dei nuovi alunni, subito la musica assordante mi perforò i timpani.

«Ricordatevi che noi siamo rivali e teoricamente dovremmo odiarci.» Disse Barrie, ricordandoci il nostro patto. Avevamo deciso di mantenere segreta la nostra amicizia, così da far sembrare più reale la nostra rivalità sul campo da gioco, ma poi tutti i pomeriggi ci riunivamo a casa mia e facevamo le solite stronzate da ragazzini. Anche se in realtà tutti sapevano che io e Noah eravamo amici, visto che giocavamo nella stessa squadra di football, l'unico problema era appunto Barrie, che era il Quarterback della Brighton, ovvero i nostri acerrimi nemici.

Footlover - amore in campo di giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora