28. Il diavolo si è impossessato di lui

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"Lo sai che per qualsiasi cosa ci sono, vero?"
Emily mi guardò, piegando la testa in avanti.

Le avevo raccontato l'accaduto del giorno prima, o meglio, mi aveva praticamente obbligata a spifferarle tutto, visto che avevo inutilmente cercato di mascherare il mio pessimo stato morale e lei, come al solito, aveva capito che qualcosa non andava.

Tra la lite con Sean e l'incontro con gli Hart, la giornata di ieri era stata un vero schifo e la notte non ero riuscita a chiudere occhio.

"Potrei aver dimenticato di dirti un piccolo dettaglio." Mi grattai la nuca, facendo colorare le mie guance di rosso al ricordo di quello che era successo ieri, ma non per l'imbarazzo, per la rabbia.

"Cioè?" Chiese Emily, sollevando un sopracciglio.

"Lo stronzo mi ha baciata." Ammisi, mordendomi il labbro inferiore.

"Lui cosa?" La mia amica mollò un urlo talmente forte che mezza scuola si girò nella nostra direzione.

Io spalancai gli occhi e le diedi un buffetto sulla mano per farla tranquillizzare, poi mi girai verso alcuni ragazzi che non smettevano di toglierci gli occhi di dosso.

"E voi fatevi i cazzi vostri, grazie."

"O mio dio." Emily si sventolò la mano davanti al viso e prese un sorso d'acqua dalla sua bottiglietta. "Ti ha baciata!" Strillò di nuovo.

"Si è quello che ho detto Em." Mormorai, scrollando le spalle con indifferenza.

"E dimmi," si avvicinò pericolosamente al mio viso. "Lo ha fatto per un motivo o eravate entrambi accecati dall'amore?"

"Ma che dici?" Borbottai, tirandomi indietro.

"Gli ho tirato un pugno e poi da lì è cominciata la fuga che è terminata con un bacio. Si è solo approfittato di un momento di debolezza da parte mia." Spiegai, tagliando corto con la storia.
Sapevo che mi avrebbe fatto un sacco di altre domande, ma speravo che almeno la campanella fosse dalla mia parte.

"Dicono tutte così." Rise Emily, dandomi un colpo ammiccante sulla spalla.
"Posso farti una domanda?" Mi scrutò con un sorriso sbilenco sul viso e capii immediatamente che sarebbe sicuramente stata una delle sue richieste invadenti, ma decisi di affrontare la sorte.

"Dimmi," sospirai, affranta.

"Da quel che ho capito sei arrabbiata con lui per questa cosa, giusto?" Chiese, riferendosi al bacio.

"Certo che lo sono, anzi, più che arrabbiata sono infuriata." Spiegai, gesticolando con le mani. Il suo sorriso si allargò e divenne quasi malizioso, mi pentii all'istante di aver accettato la sua domanda.

"Ma sei più arrabbiata del fatto che ti abbia baciata, o del fatto che non aspettavi altro e che ti è piaciuto da morire?"

Aprii la bocca sconcertata e rimasi imbambolata come un manichino.
"Ma che dici? Sono arrabbiata perché lui crede di avere tutto in pugno e di prendersi ciò che vuole, ma non è così."

"Ammettilo che lo desideravi quel bacio." Insistette, spintonandomi.

"Smettila Emily, non è così." Sbuffai, roteando gli occhi al cielo. "E va bene la smetto, ma sappi che alla tua migliore amica non puoi mentire."
Mi fece l'occhiolino e si portò indietro una ciocca di capelli con nonchalance.

"Comunque, non pensare di filarla liscia. Perché so benissimo che più tardi c'è la partita dei Monster e ti conviene portare quel tuo culo pigro sugli spalti o ti ci porto io con la forza." Mi scoccò un bacio sulla guancia.

A quel punto, spalancai la bocca.

"Che succede?" Chiese notando la mia espressione scioccata.

"Devo andarci con Jackson, me lo ha chiesto ieri, merda me ne ero completamente scordata." Mi sbattei la mano sulla faccia e la appoggiai al tavolo.

Footlover - amore in campo di giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora