"è sempre stato difficile per me" ammette.
"Difficile cosa?" Chiedo invitandolo a continuare a parlare.
"Essere così"
Lo guardo ancora più confuso di prima "Ok ora mi stai mettendo in confusione" confesso "è difficile essere te? O ti riferisci all'essere basso? Chiarisciti perché sono davvero tanto confuso"
"Alcune volte mi capita di non essere quello che sono, è difficile capire soprattutto spiegarlo. È come se non fossi davvero io quando sono con te"
Metto una mano sulle tempie che cominciano a pulsare. "Quindi non sei te? Che vuol dire?"
Si guarda le mani e poi passa lo sguardo verso di me. Ha gli occhi umidi.
"Sai Leonardo da Vinci diceva che gli occhi sono lo specchio dell'anima" dice facendo sorprendere. "E tu come fai a sapere di Leonardo da Vinci?" Chiedo subito allarmato.
"È questo che sto cercando di dirti. So più cose di quelle che dovrei sapere, quando sono con te mi sembra che si accende una lampadina. Quando sono solo con altri bambini non ho questa sensazione." Confessa.
Lo guardo esterrefatto cercando di capire e assimilare la situazione assurda. "Ok e perché proprio con me? Quando è iniziato? Perc-" mi interrompe alzandosi in piedi sul divano. Si avvicina lentamente ma si ferma a un certo punto.
"Non so perché ma mi fai sentire come se ti conoscessi da una vita, come se non fossero giuste le nostre età." Mi mette le mani sulle guance e con uno scatto si catapulta sulle mie labbra. Mi stacco subito "ma che fai?" Chiedo arrabbiato e spaventato.
"Ho 18 anni! Mi possono arrestare se lo venissero a scoprire!" Grido ancora più spaventato.
"Eppure è come se ci fossimo baciati già molte volte." Dice toccandosi le labbra. "Ma che ti prende?!" Grido ancora.
"Credo che se ci riprovo ti farò cambiare idea" si avvicina e schiocca un altro bacio. Una nebbiolina rossa si fa strada nella stanza e piano piano offusca la visuale.
Che cos'è? Una favola per caso?
"Cambiato idea?" Una voce di un ragazzo maturo mi sussurra all'orecchio "e tu chi sei? Come sei entrato?" Intanto la nebbia se ne va come è venuta rivelando un ragazzo attraente e ben formato. Dall'aspetto mi rendo conto che è Shoto.
Di botto mi ritrovo all'asilo. Per terra seduto con Shoto piccolo che mi dice "sapevo che non eri cattivo. Per questo non ti ho attaccato" confuso mi guardo intorno. Era la mia immaginazione?
"Hey signore Izuku stai bene?" Shoto attira la mia attenzione.
"Si scusa" dico sorridendogli e accarezzandogli la testa "con la testa ero da un'altra parte" ammetto rassicurandolo, mi sorride leggermente.
Mi alzo e la ragazza del bancone mi fa cenno di saluto "be' allora ci vedremo un altro giorno." Dice con un sorriso "già... Ora devo andare" indico fuori dalla porta con il pollice.
"Aspetta! Posso chiederti una cosa?" Mi ferma tenendomi per il braccio. "Si aspetta solo un attimo" mi chino su Shoto. "Hey senti vai intanto da tua madre io arrivo subito" annuisce deciso e si mette a correre verso la direzione della signora.
Lo guardo finché non è abbastanza vicino alla mamma per poi alzarmi per parlare con la ragazza "allora ch-" mi blocca con la mano sulla bocca.
"Scusa!" Toglie immediatamente la mano "n-non so perché..."
"Tranquilla"
"Sono Uraraka" tende la mano esito a stringere la mano perché tutto questo è già successo.
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Una Strana Sensazione
FanfictionMigliaia di vite, migliaia di universi e migliaia di occasioni per cambiare il proprio destino, ma due ragazzi sembrano vincolati a questo legame. Nonostante le numerose combinazioni, questi non fanno altro che incontrarsi e sentirsi strani dentro a...