2.

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<<Signor Ross mi ha fatto chiamare?>>

<<Si entra Jake. Magda chiudi la porta.>> Jake mi guarda con occhi spalancati e cerca di non ridere per quel nome assurdo. Lo fulmino con lo guardo.

<<Ho bisogno che scrivi una dichiarazione dove chiarisci che non mi importa se il Times mi dichiara lo scapolo dell'anno, a me importa della mia azienda e che le loro chiamate non fanno altro che mandare in tilt l'intero sistema e le borse sono nel caos più totale.>>

Cosa? Quell'essere odioso è stato dichiarato lo scapolo dell'anno. Ancora? Per il secondo anno di fila?

<<Signore abbiamo quello dell'anno scorso e possiamo riadattarlo mandandolo in stampa.>>

<<Va bene, ma voglio leggerlo prima di diffonderlo.>>

Io e Jake stiamo andando via, quando lo "scapolo dell'anno" mi richiama. <<Magda chiama Marcus e fallo venire immediatamente qui.>>

<<Si signore.>>

Fuori dalla porta trovo Jake che mi aspetta appoggiato alla mia scrivania. Ridendo dice <<Davvero? Ancora con quel nome assurdo?>>

<<Molto divertente Jake, davvero.>> Mi siedo alla mia poltrona e chiamo Marcus.

<<Non prendertela, prima o poi ti chiamerà con il tuo nome.>>

<<Stronzo. >> Gli dico a denti stretti e lui va via ridendo. Ci vogliamo bene, io e Jake, è un buon amico e mi fa sempre ridere tranne quando mi prende in giro per quel nome orrendo.

Quando Marcus arriva va direttamente nell'ufficio di Ross, è il suo braccio destro/ miglior amico e non ha bisogno di essere annunciato ogni volta.

Nel frattempo mi dedico a una battaglia persa con la stampante per inserire la cartuccia; quando sento dall'interfono Ross che mi chiama con quel nome che detesto.

<<Arrivo signor Ross.>>

<<Adesso, Magda!>> Sbuffo e lasciando momentaneamente la mia lotta con la stampante mi dirigo vero l'ufficio del boss. Non è finita qui macchina infernale, appena finisco ritorno e ti farò vedere io chi comanda!

<<Signore.>> Sono abbastanza innervosita perché mi chiama con urgenza, ma lui e il suo amico sono comodamente seduti sul divano a bere quello che presumo dall'odore sia whisky. Alla faccia della fretta.

<<Accomodati. >> Mi ha guardato in faccia, questa è la prima volta dopo giorni. Che vittoria!

<<Come saprà sono stato eletto "scapolo dell'anno" per la seconda volta. >> Che faccia da paraculo. La cosa assurda è che fa quel sorriso da spavaldo, come se il suo ego si fosse allargato di più con quella nomina. Mi limito ad annuire, perché se aprissi bocca penso che lo manderei a quel paese. <<Questa volta però non me la caverò facilmente con un comunicato stampa e una frequentazione con una modella per qualche mese. Con il mio amico Marcus abbiamo deciso che la scelta migliore sarebbe allontanarsi per una po' dalla città. >>

<<Va bene. Mi dica quando intende partire e le farò preparare il jet privato e avviserò la sua colf di prepararle la valigia. Per quanto tempo ha intenzione di stare via?>>

<<Per tre mesi.>> Esagerato. Tre mesi per paura di qualche paparazzo? Ridicolo.

<<Ha in mente qualche posto in particolare in modo tale che possa prenotare da adesso?>>

<<Per il momento no. Andrò sulla nave che il mio amico Richard Greant mi cede gentilmente. Poi si vedrà.>> Fortunato del cavolo. Quella non è una nave, ma è la nave. È la nave da crociera più grande che si sia mai costruita ed è una piccola città galleggiante in cui c'è tutto: discoteche; cinema; bar; farmacie... mancano solo le scuole e l'ospedale. C'è anche un'intera ala della nave adibita alle persone che vogliano viaggiare con i loro animali!

<<Quando partirà?>>

<<Tra due giorni. >>

<<Sarà tutto pronto per quel giorno. C'è altro?>>

<<No, puoi andare.>> Meno male che non ha preteso che gli preparassi io la valigia! Il quel caso gli avrei messo dentro topi morti al posto delle sue camice preziose e dei suoi immacolati completi. Non so come Clare- la sua colf- lo sopporti.

Quando sono a un passo dall'aprire la porta mi blocca <<Ah Magda? Lei viene con me.>> CHE COSA? NO. Guardo il suo amico Marcus sbigottita cercando un sostegno, un segno, ma lui si limita a sorridermi e a sorseggiare il suo whisky puzzolente. Uomini, tutti uguali.

<<Come scusi?>>

<<Ha capito bene.>> Ora gli spacco quei denti perfetti e lucenti se non la smette di fare quel sorriso spocchioso.

<<Ma signore io...>>

<< Sei la mia segretaria, avrò bisogno di te. Se ti rifiuti sarò costretto a licenziarti e trovarne un'altra in poco tempo non sarà facile. Allora?>>

<<Accetto.>> Sospirando acconsento e so che queste parole mi si ritorceranno contro in qualche modo.

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