Quando finalmente è giunto il momento di scendere dalla nave non mi sembra vero. Per quanto sia stato bello passare questi giorni lì – e con Chris- la situazione stava degenerando. Ho bisogno di spazio e soprattutto tempo. Voglio del tempo per pensare a me stessa, a quelle che sono le mie necessità e la sua presenza costante mi confonde.
Nel frattempo non posso fare quella arrabbiata, delusa e ferita. Almeno non in sua presenza. Così si fa Hope! Parola d'ordine: dissimulare. Come adesso: non posso tacere mentre in motoscafo- si, lo sa guidare - ci dirigiamo sulla sua isola privata. Privata! Come se i paparazzi potessero arrivare fin qui solo per fotografare lui. La gelosia ti farà venire le rughe prima del tempo.
<<È tutta tua?>> cerco di parlare con il tono più alto che posso per sovrastare il rumore del vento.
<<Si. L'ho comprata un paio d'anni fa.>> ne parla come se fosse normale comprarsi un'intera isola. È come se parlando con mia madre le dicessi 'sai oggi ho comprato un intero arcipelago, giusto per il solo gusto di farlo', la normalità insomma.
<<Ha un nome?>>
<<Pearl.>>
<<Perché l'hai chiamata così?>> basta con tutte queste domande, sembri la Signora in giallo!
<<È il nome che le hanno dato i vecchi proprietari.>>
<<Quindi non l'hai cambiato perché ti piace?>> ancora?!
<<Ho valutato alcuni nomi, ma nessuno mi è mai sembrato adatto>> sorride <<Aspetto l'ispirazione giusta.>> Ok, è ufficiale: ha un tic nervoso perché non mi spiego tutti questi occhiolini.
Solo in questo momento penso di rendermi conto di quanto possa essere ricco. La nave era un prestito del suo amico, ma l'isola è tutta sua e non voglio immaginare quanto ha speso per poterla comprare. Mi sento a disagio davanti a tutta questa ostentazione di denaro. Sono stata educanda con dei principi e uno di questi è che il denaro ha un valore e non va sperperato in cose futili, bisogna fare economia sempre anche se ci si può permettere di tutto perché non sappiamo cosa il futuro ci riserva.
Non so quanto lui guadagni, e non voglio neanche saperlo, ma credo che tutto questo sia molto esagerato.
Quando arriviamo sul molo, lui scende con agilità, mentre io sembro un ippopotamo ubriaco. Tutto ciò non fa altro che farlo ridere. Lo odio, lo odio.
<<Andiamo.>> mi prende per mano. Cosa significa? Mi ha sempre preso per mano quando avevamo pubblico per mantenere il circo che ha messo su, ma ora siamo soli. Sarà stato un gesto istintivo, non si sarà neanche reso conto di quello che ha fatto. Dovrei sottrarla? Magari facendo finta di aggiustarmi i capelli? Hope, è solo una mano non fare la guastafeste.
<<Eccoci.>> oh cavolo. Davanti a noi si innalzava quello che – all'apparenza- doveva essere un bungalow, ma in realtà era una vera e propria villa di quelle super costose che si possono permettere solo gli attori di Hollywood.
<<Oh.>> risposta molto interessante.
<<Vieni ti mosto l'interno.>> come se fossi una bambola priva di volontà mi trascina dentro la nostra dimora. Dimora? Ma come parli? Dovresti aggiornare il tuo dizionario. Se fuori è così monumentale dentro sarà mille volte peggio? Devo aspettarmi dipinti, statue super costose stile museo? Che i vecchi e nuovi dei mi aiutino! Bene, ora siamo in una puntata del Trono di spade!
<<Questo è l'ingresso>> Devo dire che – inaspettatamente - l'interno è molto... intimo. Pensavo di trovarmi davanti un'ambiente lussuoso – da ricconi, insomma- invece è semplice. Certo i materiali sono moderni e costosi, ma d'altronde è pur sempre mister scapolo dell'anno.
<<Da questa parte c'è la cucina>> c'è da dire che solo la stanza è grande quanto il mio appartamento. Non sono una brava cuoca - anzi diciamo che faccio pena e che quelle poche volte che ho provato a cucinarmi qualcosa ho quasi dato fuoco all'intero appartamento - quindi sono costretta a ripiegare su cibo congelato.
Fermi tutti! E se si aspettasse che gli cucinassi ogni giorno? Per chi mi ha preso? La sua cameriera? Ora mi sente!
<<Si, bella.>> mi volto verso di lui che se ne sta appoggiato alla porta bello come un dio greco nella sua polo bianca e i jeans scuri. Il troppo sole ti fa male mia cara, hai bisogno di una doccia ghiacciata! <<Solo per essere chiara non so cucinare e non ho intenzione fare esperimenti.>> Brava, sempre a testa alta!
La sua risposta? Ridere. Ben tornato clown. <<Smettila.>> forse il mio tono è troppo brusco perché si interrompe. Si sposata verso di me e istintivamente faccio due passi indietro finendo contro l'isola della cucina. Stai fermo, non ti avvicinare perché se solo tu mi toccassi mi scioglierei e addio freddezza. E come se potesse leggermi nel pensiero si ferma – a due centimetri, ma meglio di niente.
<<Sei strana da stamattina è successo qualcosa?>> si, è successo che sono stanca di essere il tuo pupazzo da usare come e quando ti piace. Perché non mi vedi per quella che sono? Perché ti fermi all'apparenza? Vai oltre, ti prego. <<Hai il tuo periodo?>> alzo gli occhi al cielo mentre ride da solo della sua stupida battuta. Per gli uomini si riduce tutto a quello quando non ci vogliono ascoltare o comprendere. Se solo fossero più empatici e provassero davvero a capirci.
<<No, niente.>> come sono belle le mie converse rosse oggi e che bella moquette. Codarda, non riesci neanche a guardarlo in faccia quando parla.
<<Menti.>> mi afferra il mento per puntare i suoi occhi stupendi nei miei. Cavolo, quanto è bello. Hope ti sei infilata in una situazione più grande di te. Pensa! non è questo il momento di sbavare. Provo a spostarmi, ma poggia le sue mani ai lati dei miei fianchi intrappolandomi. È così vicino che se inclinassi la testa di un centimetro lo bacerei... pensandoci potrei farlo, insomma la cosa peggiore che potrebbe succedere è che mi respinga. Certo perché ogni donna sulla faccia della terra non vede l'ora di essere respinta da un uomo del genere. Sbarro gli occhi quando sento le sue mani accarezzarmi le braccia. Sono così grandi e morbide e forti...Il primo istinto sarebbe quello di chiudere che occhi e lasciarmi andare, ma non posso farlo. Perché quando c'è bisogno il suo prezioso cellulare non suona?
<<Se non parli possiamo restare tutta la giornata così.>> sbruffone come al solito eh.
Ora basta. Lo spingo con le braccia lontano ed esco da quella stanza. Finalmente ritorno a respirare, il suo profumo mi stava annebbiando la mente. Lo sento sospirare, ma non mi volto indietro.
Le altre stanze del piano di sotto sono un salotto e uno studio, mentre al piano di sopra ci sono tre stanze da letto due delle quali sono rese comunicabili dal bagno. La sua è una di quelle comunicabili – prevedibile, narcisista com'è non può stare lontano dagli specchi -, mentre io ho trascinato a fatica, e di corsa, i miei bagagli nella stanza più lontana dalla sua. Non ha detto nulla quindi penso che non gli importi dove dormirò o forse ha voluto lasciarmi spazio senza starmi addosso. Cosa mi importa alla fine? Siamo persone completamente diverse, come due rette parallele che non si incontreranno mai, quindi perché preoccuparsi?
Forse perché ti piace e anche tanto?
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What the books don't say
RomanceHope Adams è la segretaria di Christopher Ross fondatore e amministratore delegato della Ross Informatic & Security. Quando lui sarà nominato per la seconda volta dal Times lo scapolo dell'anno le cose tra di loro cambieranno. Ma in positivo o in ne...