17.

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Fa caldo.

Provo a muovermi per cercare refrigerio nella parte destra del letto, ma sono bloccata non riesco a muovere un muscolo. Emetto un lamento.

Non voglio aprire gli occhi, ho ancora sonno.

Ma fa così caldo.

Grugnisco.

Mi stropiccio gli occhi e lentamente li apro. La stanza è immersa nel buio. Lo sapevo che era ancora notte. Quando cerco di voltarmi sono bloccata. Un braccio mi schiaccia al materasso. Quel braccio.

Ora ricordo.

Perché ho ceduto ieri? Ora ne paghi le conseguenze, signorina. Non sono abituata a dividere il letto con qualcuno, diciamo che non ho mai dormito con nessuno - se non si prende in considerazione Mr Robbie, il mio coniglietto.

Afferro il suo braccio – troppo muscoloso- e cerco di allontanarlo.

Quanto pesa, sembra un bisonte. Un bisonte molto – molto- sexy e attraente.

<<Mmmm... smettila ho sonno>> Ah, lui! Io invece sono fresca e riposata come una rosa! Il suo braccio ritorna a schiacciarmi e oh mamma si struscia con il suo amico- lui si che è sveglio!- sulla mia gamba.

<<Spostati, mi sei appiccicato.>> praticamente urlo. Lui incurante sbuffa, ma fa come gli dico.

Ora però sono tutta sudata e mi fanno male le braccia per lo sforzo mi muoverlo.

Nonostante le mie braccia siano ricoperte da un bello strato di ciccia ho fatto molto fatica a scrollarmelo di dosso. La ricetta della felicità di Hope: a prima mattina farsi una bella iniezione di pensieri negativi e denigratori su se stessi.

Ecco, ora non riesco più a dormire. Mi alzo controvoglia. Cosa faccio? La doccia? Sono abituata a fare prima colazione e dopo la doccia, quindi no. Una passeggiata? Si perché alle - guardo la sveglia - 4.53 del mattino è una cosa normale da fare, nessuno mi prenderebbe per pazza.

Sbuffo. Tutta colpa sua, se avesse dormito nel suo letto non mi sarei dovuta svegliare e sudare sette camicie per spostarlo. Giusto perché non è colpa tua e del tuo "mi assumo le mie responsabilità".

Lentamente poggio il piede per terra e con grande stupore noto che non fa tanto male, certo un po' di indolenzimento c'è, ma nulla di insopportabile. Almeno una notizia positiva.

Mi dirigo verso il divano. Cosa faccio? Mi guardo intorno alla ricerca di ispirazione. Non voglio accendere la TV perché non c'è mai nulla di interessante, solo spazzatura. Potrei finire Chiamami col tuo nome, però non sono in vena di leggere storie d'amore.

Alla fine ricordo di essermi portata alcuni DVD e decido per una maratona di Harry Potter.

- - - - - - -

Mentre piango come una fontana per la morte di Cedric – non riesco a capacitarmi che muoia nonostante abbia letto i libri mille volte e lo stesso vale per i film- Chris entra nella stanza. Ah, alla buon'ora! Si è rimesso il jeans- peccato- , ma è ancora a torso nudo con quegli addominali in bella mostra. Lo fa apposta secondo me, è tipo una forma di tortura psicologica. Chissà cosa si prova a sentirli sotto i polpastrelli...se il buongiorno si vede dal mattino siamo messi proprio bene, vero Hope?

Stropicciandosi gli occhi si avvicina a me e, visto che il divano è troppo piccolo per entrambi, mi prende le gambe e le poggia per terra - maleducato!- , e lui tranquillamente si sdraia su di me poggiando la testa sulla mia pancia.

Non so dove mettere le mani, abbasso la testa e lo vedo con gli occhi semi chiusi ma di quel colore così intenso e particolare. Se gli accarezzassi i capelli risulterei una maniaca? Direi di si, tieni le mani a posto. Per il bene di tutti. È così carino appena sveglio. Se fosse un bambino gli stropiccerei le guance e lo mangerei di baci. Mi dispiace per te vecchia mia, ma è tutto tranne che un bambino.

<<Perché vedi Harry Potter a quest'ora? >> ha anche una voce così sexy a prima mattina. Pietà. Pietà per favore Hope: cambia registro!

<<È una maratona>> dico asciugandomi gli occhi cercando di non farmi vedere perché so che mi prenderebbe in giro.

Alza la testa verso di me <<Ma stai piangendo?>> chiede sorpreso. Troppo tardi.

Mi viene da piangere anche solo a dirlo <<È morto Cedric>> Lui, in tutta risposta, alza gli occhi al cielo. Uomini, sensibilità pari a quella di un elefante. <<È solo un film.>>

<<Non è un film, è il film. Certo i libri sono molto meglio, ma credo che sia uno dei migliori rispetto agli altri della saga.>> vedo che sta per dire qualcosa, ma lo interrompo subito <<So che cosa intendevi dire. 'È solo un film, sono tutti vivi e stanno bene nelle loro case', lo so perfettamente però Cedric è Cedric e non mi rassegnerò mai alla sua morte.>>

<<Mah....>> borbotta. Uomini insensibili.

Mi è venuta un'idea chissà... <<Inoltre è anche un bel ragazzo.>>

<<Ti piacciono i ragazzini? >> ride. <<Lo sai che è un reato, Mrs Robinson?>>

Alzo gli occhi al cielo. Non ha capito nulla, infondo è un uomo si sa come ragionano. D'un tratto ho perso la voglia di parlarci. Mi ha praticamente rifiutato. Cosa ci faccio qui? Perché non sono tornata a casa con i miei? Ma non gli darò la soddisfazione di fargli vedere come le sue parole mi abbiano ferito. <<Anche se fosse? Cosa ti importa?>> ora non fare quella arrabbiata solo perché lui ti ha praticamente dato un due di picche.

<<Perderei la mia efficace segretaria>> sorride. << Mi mancherebbero le tue facce buffe e il tuo essere permalosa. Esattamente come adesso.>> Ecco cosa sono per lui: la sua segretaria ridicola che lo fa ridere. Devo allontanarmi da lui prima di dire qualcosa di cui sicuramente mi pentirò o – peggio- che lui possa capire che ci sono rimasta male.

<<Ti sposti per favore? Non sei leggero>> non so che tono abbia la mia voce, ma sicuramente ha capito che qualcosa non va perché mi si inginocchia davanti. Cerca di guardami negli occhi, ma continuo a tenere lo sguardo basso.

<<Non ti senti bene?>> Perché ti importa? Infondo sono solo il tuo clown personale, sono buona solo per farti ridere. <<No, devo andare al bagno.>>

Mi alzo in piedi e corro- nei limiti del possibile, non voglio rifarmi male la caviglia. Raggiunto il bagno mi siedo per terra e all'improvviso scoppio a piangere. Che cavolo Hope! Non so neanche io perché sto avendo questa reazione. Non mi riconosco neanche più, ecco cosa mi ha fatto. Respira ed espira con calma. Quando mi sento meglio sciacquo il volto con acqua fredda per cancellare le tracce di questo crollo improvviso e imprevisto.

Perché ho pianto? Perché mi ha rifiutato? Perché ho capito che per quanto possa provarci e sperare lui non mi vedrà mai realmente. Forse è stato traumatizzato da mio padre, in quel caso lo capirei anche se non del tutto. Probabilmente devo solo accettare che non si può piacere a tutti e che i rifiuti, per quanto umilianti e orribili, possono aiutare a crescere e migliorarsi.

Ma che cavolate sono queste? Non ci credi neanche tu. Piangi perché lo ami e il fatto che non ti guardi come vorresti fa male nel profondo.

È arrivato il momento di prendere le distanze da lui. In tutti i sensi.

Sempre se ci riuscirai.

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