12.

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Sono sul terrazzino della mia stanza seduta su una sedia di vimini a bearmi il sole che mi bacia la pelle e la brezza del mare. Dopo aver passeggiato mi sono calmata, ma sono sempre delusa, arrabbiata, triste... provo così tanti sentimenti al momento che non voglio neanche individuarli tutti.

<<Sei qui.>> si accomoda alla sedia accanto alla mia.

Sospiro <<Dobbiamo parlare.>>

<<Mi hai chiamato per questo>>

Ci siamo. <<So che mi vuoi bene papà, ma questa è la mia vita.>>

<<Hope so che sei una ragazza intelligente, ma sono tuo padre e il mio compito è quello di proteggerti. Questa situazione in cui ti sei cacciata è più grande di te.>>

<<Sono grande abbastanza per cavarmela da sola, non credi?>> alzo un sopracciglio. Quando sarò grande per lui? Ho ventisei anni, cavolo.

<<No, per me sei sempre la mia bambina tutta guance.>> sorrido, mi chiamava così quand'ero piccola e volevo stare sempre sulle sue ginocchia <<Poi mi pare di aver capito che non ti dispiaccia dover passare del tempo con il tuo capo>> oh cavolo! Apro la bocca per negare, ma, infondo, sarebbe impossibile negare con lui. <<Ti piace vero? Anzi direi che sei innamorata>> Sposto lo sguardo vero il mare prima che si accorga che sono diventata viola. Innamorata è una grande e ingombrante parola, forse infatuata sarebbe più corretto. Certo Hope e gli unicorni esistono davvero! <<Allora non capisco il problema. Hai la possibilità di poter stare con l'uomo che ti piace perché non approfitti?>> Sarebbe tutto più semplice se sapessi cosa provo esattamente- sai cosa provi Hope, non fare l'ingenua, in più hai ammesso di essere infatuata!- e soprattutto quali siano i suoi sentimenti – sempre se di sentimenti si possa parlare.

Scuoto la testa. Gli prendo la mano e gliela stringo <<Ascoltami. Per favore, almeno per questa volta fammi fare di testa mia. Se sbaglio ne pagherò le conseguenze, ma ti prego non immischiarti in questa faccenda.>>

<<Ti sto offendo un salvagente perché non voglio vederti annegare.>> eccolo il suo sguardo, quello capace di potermi leggere dentro e che mi impedisce di mentirgli.

<<Non succederà.>>

<<Ti conosco troppo bene, bambina. Lo sai anche tu dove ti porterà questa storia. L'unica che finirà col farsi male sei tu.>> Ha ragione, cavolo se ne ha e al solo pensiero mi si contorce lo stomaco. <<Non eri tu che mi dicevi che il tuo capo non faceva altro che ignorarti e chiamarti con un nome diverso dal tuo? E poi vengo a sapere che ti ha trascinata in una storia più grande di te solo per proteggersi. Che razza di uomo è? Perché ti sei lasciata trattare in questo modo? Ti abbiamo cresciuta meglio di così Hope.>> si alza e si affaccia alla balaustra. Non so cosa dire sinceramente. So che ha ragione, avrei potuto ribellarmi e andare via invece mi sono lasciata trascinare in questa spirale che non so dove mi porterà. <<Perché non vieni a casa con noi? Tua madre si sta appassionando al giardinaggio, potresti aiutarla.>> in realtà lo sta facendo uscire fuori di testa con la sua nuova ossessione per le piante e il concime. <<E mi sei mancata.>> oh papà.

<<No. Voglio stare qui e continuare questa....>> cosa? Falsa? Presa in giro? <<situazione.>>

<<Ribadisco che potrebbe finire male. Dovresti pensare a te stessa e a quello che vuoi tu.>> si avvicina e mi stringe forte la mano.

<<Lo so, ma un uomo molto saggio un giorno mi disse che le persone grandi sono quelle pronte a correre il rischio.>> Sorridiamo, è quello che mi ha sempre detto quando da bambina gli chiedevo cosa significasse essere adulti.

<<Doveva essere molto saggio allora>> mi fa l'occhiolino. Sospira <<Se è quello che vuoi ti lascerò fare.>>Aspetta, cosa? Ci sono riuscita? Ho fatto cambiare idea a mio padre per la prima volta in vita mia? <<Ma ti avverto se dovesse comportarsi male o farti soffrire....>> non gli lascio finire la frase – o meglio la minaccia - perché mi getto tra le sue braccia e lo stringo forte a me.

<<Lo so. Ti voglio bene papà.>>

<<Anch'io piccola.>>

<<Vado a dare la notizia al tuo capo. Anche se devo ammettere che mi stavo abituando all'idea di vederti in bianco e di doverti accompagnare all'altare.>>

Alzo gli occhi al cielo. <<Papà, non ricominciare.>>

Uscendo dalla porta dice ridendo <<Era solo per dire. Infondo sognare non costa niente.>> mi fa l'occhiolino lasciandomi da sola.

What the books don't sayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora