La sua casa è il tipico cliché di 'casa maschile di un uomo ricco': lussuosa, pulita – direi quasi immacolata – e fredda.
<<Bella casa>> dico incerta, ma non perché non lo sia, ma è priva di calore e manca un tocco femminile. Oltre al fatto che è troppo ordinata per i miei gusti.
<<Da questa parte c'è la tua stanza.>> quindi non dormiamo insieme? Dovresti baciati i gomiti che ti abbia invitato in casa sua. E poi infondo – molto molto infondo - non voglio dormire insieme perché vorrebbe dire fare l'amore – vorrai dire sesso – e sono troppo arrabbiata con lui. Effettivamente nella mia stanza provvisoria trovo le mie valigie.
<<Come hai fatto a entrare in casa mia?>> afferro i bagagli per controllare cosa ci sia dentro, ma appena la apro la chiudo di scatto. Per mille cavoletti di Bruxelles!
<<La porta era aperta e la polizia non si è opposta.>> dice appoggiato alla porta. <<Visto qualcosa che non ti piace?>>
<<Tu!>>
<<Io?>> quanto odio quel sorrisetto? Perché non l'ho buttato da quella nave quando ne ho avuto l'occasione? Così adesso mi risparmierei questa ennesima figura del cavolo!
<<Si, tu! Chi ti ha dato il permesso di mettere mano in quel cassetto?>> il mio cassetto segreto con tutta la biancheria intima piena di pizzi e trasparenze che adoro, ma che non ho mai indossato perché le conservano per quello che sarebbe stato il mio uomo.
<<Non era chiuso a chiave>> no, ma era nascosto dietro una pila di maglioni di lana a tema natalizio essendo ossessionata dal Natale. Posso sbattere la testa contro il muro?
<<Questo non ti autorizza a toccare le mie cose ...intime>>
<<Sono curioso di vedertele addosso infatti.>>
<<Nei tuoi sogni tesoro>>
<<Penso che la realtà sia più interessante.>>
Arggg <<Bene, visto che è così fuori!>> va via ridendo – che novità ormai ridere di me è il suo sport preferito!Mi sdraio sul letto e sbuffo. Che giornata orribile e sono ancora le sei del pomeriggio! Cos'altro può succedere?
Il cellulare inizia a vibrare nella borsa. Sbuffo. So già chi è e infatti la scritta papà lampeggia sullo schermo.
<<Papà>>
<<Voglio sapere perché ogni volta che ti succede qualcosa debba venirlo a sapere dai giornali>> dice in tono neutro. Brutto segno!
<<Ti stavo giusto per chiamare>>
<<Non mentire.>>
<<È la verità! Solo che poi è successo tutto ...>> sventolo le mani come se possa vedermi<<...questo e mi è passato di mente. Ma l'avrei fatto.>>
<<Ho chiamato Mark sta venendo a prenderti.>> Mark, il ragazzo per cui avevo una forte infatuazione fino a qualche anno fa, ma anche quello che viene definito dongiovanni. Naturalmente mio padre non ha mai permesso che mi avvicinassi più di tanto a lui per questo suo essere promiscuo in fatto di donne. Chissà forse adesso avrà deciso di farsi prete?
<<Non ce n'è bisogno perché...>><<Perché?>>
<<Chris mi ha ospitato a casa sua a tempo indeterminato.>>Sospira. <Hope...>>
<<Lo so, ne abbiamo già parlato, ma sto bene e avevi promesso che mi avresti fatto fare ricordi?>>
Resta in silenzio per un tempo che sembra infinito << Mark verrà lo stesso.>>
<<Papà!>>
<<Verrà per accertarsi che tu stia bene. Deve verti con i suoi occhi e solo allora tornerà.>> cosa?
<<Ma io sto bene!>>
<<Bene, allora verrò io di persona>> per tutti gli dei dell'Olimpo!
<<No!>>
<<Mark è già in viaggio, vi incontrerete domani mattina, gli ho dato il tuo numero si metterà in contatto con te.>>
<<Sai che non approvo nulla di tutto questo vero?>>
<<Sono tuo padre e ho il dovere di accertarmi che tu stia bene.>><<È tuo dovere lasciarmi fare e non starmi addosso!>> chiudo gli occhi immediatamente pentita dalle parole appena pronunciate e dal tono usato. <<Scusa...ma davvero sto bene e non capisco perché non devi fidarti di me>>
<<Mi fido di te, ma devo assicurarmi che tu stai davvero bene.>>
<<Va bene, ma dopo che mi avrà visto dovrà andare via intesi?>> Ed ecco che l'ha avuta vinta ancora una volta.<<D'accordo.>>
Un genitore è andato adesso tocca all'altro. <<Passami mamma, conoscendola sarà fuori di testa.>>
<<Bè.. tua madre è al club del libro o del ricamo, non mi ricordo>>
Forse ci sono delle interferenze perché non è possibile che abbia detto una cosa del genere <<Non credo di aver capito>>
Sospira. <<La gente ci ha assaliti nel vero senso della parola per questa storia del tuo nuovo fidanzato e... lo sai com'è tua madre.>> Oh si che lo so <<Si è lasciata trascinare dall'entusiasmo, non faceva altro che dire a tutti di quanto sia bello, intelligente e affascinate Chris o come lo chiama lei il mio Chris.>> O. Mio. Dio. Mi sdraio e afferro il cuscino premendolo sulla faccia per evitare di iniziare a urlare <<Adesso si è iscritta a tutti questi club anche se non fanno altro che spettegolare su di te e la tua vita da fidanzata.>> già vedo la scena: mia madre circondata dalle pettegole del quartiere – o della città- che si vanta di come sia riuscita a catturare - neanche se fosse qualche animale- un tipo come Chris.<<Perché non l'hai fermata?>> ti intrometti nella mia vita, ma in quella della mamma no?
<<Ci ho provato, ma ha continuato per la sua strada e ...credo che la cosa le sia sfuggita di mano.>> Mi metto seduta di scatto lasciando cadere il cuscino. Modalità allarme made on!
<<In che senso?>>
<<Sta dicendo alle sue amiche che ...bè...>>
<<Cosa?>>
<<Potreste star organizzando le nozze per potervi sposare il prima possibile.>> Mio. Dio. Che giorno è oggi? Venerdì 17? <<Mi dispiace piccola.>>Si, come no. Ma se volevi che mi sposassi con lui? <<Le parlerò, ma tu fermala ti prego.>>
Riaggancio e butto per terra il cellulare. Dovrò dirlo a Chris?
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What the books don't say
RomanceHope Adams è la segretaria di Christopher Ross fondatore e amministratore delegato della Ross Informatic & Security. Quando lui sarà nominato per la seconda volta dal Times lo scapolo dell'anno le cose tra di loro cambieranno. Ma in positivo o in ne...