8.

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Dopo una giornata alla spa mi sento meglio. Oltre il massaggio Ross aveva prenotato per il bagno turco, il trattamento con i fanghi, con le pietre calde, scrub e altre infinite cose. Praticamente abbiamo passato l'intera giornata lì dentro.

Durante i vari trattamenti ho chiacchierato piacevolmente con Noah che si è dimostrato una persona intelligente e spiritosa. Purtroppo Ross non si è divertito per niente, la sua massaggiatrice a un certo punto è andata via – probabilmente irritata dal fatto che lui continuasse a non rilassarsi, ma ad accentuare la sua rigidità muscolare- e al suo posto è subentrata Penny che, con i suoi occhi a cuoricini, non ho fatto altro che peggiorare il suo umore. Era una scena così comica.

Abbiamo cenato ognuno nella sua camera perché lui "doveva lavorare", io invece penso che dovesse sfogare la collera per il suo piano evaporato. Poverino!

Approfitto della serata libera per continuare a rilassarmi guardando programmi demenziali in tv e facendomi delle sane risate.

Penso di essermi addormentata a un certo punto perché mi ritrovo a New York e sto facendo un giro in carrozza per Central Park. C'è il sole e una piacevole brezza muove i miei capelli al vento. Ho gli occhi chiusi per godere meglio di quelle sensazioni. Qualcuno mi prende per la vita e mi fa accomodare sulle sue ginocchia: è Ross che mi sorride. Ricambiando il sorriso mi metto a cavalcioni su di lui, prendo le sue mani e le poso sul mio seno. Lui prende a stuzzicarmi i capezzoli da sopra la maglietta bianca semi trasparente. <<Sei bellissima>> mi sussurra all'orecchio in tono malizioso << e non porti il reggiseno.>> Sorridendo civettuola mi tuffo sulle sue labbra mentre lui continua a giocare con i miei capezzoli. È tutto così bello e piacevole che vorrei non smettesse mai... Da lontano si inizia a diffondere la melodia che piano piano riconosco come la suoneria del mio cellulare. Spalanco gli occhi di colpo e allungandomi verso il comodino afferro quell'affare urlante senza guardare chi sia a cercarmi a quella che, presumo essere, prima mattina.

<<Chi è?>> Chiedo assonnata e infastidita. Oh no lo stavo sognando ancora! ... però era un sogno così piacevole.

<<Hope Sophie Adams sei davvero la fidanzata di Christopher Ross?>> Sono ufficialmente sveglia. Oltre che morta.

<<Papà ti posso richiamare tra dieci minuti? Grazie ti voglio bene.>> Chiudo il telefono in faccia a mio padre e corro nella camera di Ross. Non so quale sia la sua camera! Mentre sto correndo come una disperata incrocio un cameriere con un carico di biancheria pulita tra le braccia. Non posso chiedergli quale sia la sua camera, qui tutti pensano che sia la sua fidanzata! Ma chissene è una questione di vita o di morte!

<<Scusi sa dove si trovi il signor Ross?>>

Il cameriere mi guarda come se fossi pazza aggrottando la fronte. <<E' nella sua stanza, la 212.>> Vedendomi in difficoltà mi indica con la testa la direzione in cui andare. <<Grazie mille lei è un angelo. Davvero!>> Gli dico urlando mentre fuggo verso la camera di Ross. Certo che se l'è scelta proprio lontano dalla mia! Paura che ti potessi uccidere nel sonno Ross? Quando arrivo alla stanza entro senza bussare. Sta ancora dormendo ed è per fortuna solo. Se avessi trovato una donna con lui nel letto non avrei potuto fare niente lo stesso però... anzi avrei assunto i panni della sua fidanzata e l'avrei fustigato in presenza di tutto lo staff della nave.

<<Signor Ross si svegli è una questione di vita o di morte.>> In realtà è più di morte.... Ma è solo un dettaglio. Lo spingo e strattono, ma continua a dormire. A mali estremi... salgo a cavalcioni su di lui e lo scuoto più forte che posso.

<<Cosa c'è?>> domanda assonnato. << Si svegli è successa una catastrofe!>> Sono sull'orlo della disperazione e forse la percepisce pienamente nella mia voce perché spalanca gli occhi e – mettendosi a sedere - mi guarda preoccupato. <<Stai bene? È successo qualcosa?>> Domanda apprensivo.

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