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Spingo Mark e mi rimetto in piedi cercando di nascondermi dietro il tronco dell'albero. Cosa inutile visto che ti avranno scattato chissà quante foto.

<<Devo andare adesso.>> dico con un filo di voce.

<<Tuo padre voleva che parlassimo anche di questo>>

<<Sai... be...>>

<<Si. Mi ha raccontato tutto.>> sospira <<Non sono nessuno per poterti dire cosa fare o chi frequentare, ma questa situazione è più grande di te. Chi ti ha trascinato in questa faccenda non ti conosce, non sa nulla di te e di quello che pu...>>

<<Hai ragione, non sei nessuno e ti pregherie di tenere per te i tuoi giudizi perché mi bastano quelli di mio padre.>> afferro la borsa da terra <<Ora vado. È stato bello rivederti. Ciao.>>

Cammino con il solo scopo di mettere più distanza possibile con Mark, ma alla fine mi ritrovo davanti la sede dell'agenzia. Cosa faccio? Entro? Sono quasi le quattro e Chris non si è fatto vivo per tutto il giorno. Forse è ancora dentro. Potrei entrare per spiegargli la situazione prima che sia troppo tardi.

Senza pensarci troppo mi trovo nell'ascensore. Quando arrivo al mio piano l'ufficio è ancora affollato, come al solito. Nessuno sembra fare caso a me e mi va bene così perché non credo che reggerei i loro occhi pieni di giudizi e commenti maligni. D'altronde non posso mica aspettarmi sorrisi e cuoricini. Per loro sono il solito cliscé della segretaria che se la fa con il suo capo.

Che squallore. Mi faccio pena da sola. Come mi sono ridotta? Come posso aver accettato tutto questo? Chi sono diventata?

La mia scrivania è occupata da Miss Unghie Lunghe e Perfette alias ... bene, non so neanche il suo nome. <<Ciao.>>

<<O mio dio! Ciao, come stai? Sei così abbronzata, devi assolutamente raccontarmi com'è andata la vostra vacanza. Voglio i dettagli e mi devi anche raccontare come hai fatto ad accalappiarti uno come lui.>> mentre continua a ciarlare a vanvera noto che la porta dell'ufficio di Chris è socchiuso e lo intravedo parlare al telefono.

<<Cosa ci fai alla mia scrivania?>> la interrompo bruscamente.

<<Non lo sai? Ieri sera Simon – sai quel biondino molto carino - delle risorse umane mi ha chiamato e da oggi sono la nuova assistente del signor Ross, in pratica ho preso il tuo posto. È stata una notizia inaspettata, perché tu sei così brava e... dove stai andando?>>

Entro come una furia nell'ufficio di Chris sbattendo la porta. Era involontario, ma ha contribuito a caricarmi.

Ci guardiamo e l'aria si riempie di scintille... spero che non prenda fuoco l'intero edificio!

<<Come hai potuto?>> è ancora al telefono, ma poco mi importa.

Alza il sopracciglio e liquida il suo interlocutore.

<<Sai quanto sia importante il mio lavoro e cosa fai? Me lo togli senza neanche dire una parola!>>

Ho le lacrime agli occhi, ma non devo piangere perché se apro la diga non penso di potermi fermare. Così prendo a camminare avanti e indietro per la stanza.

<<Finito?>> dice in modo formale e freddo.

<<No, ma vai pure.>> mi fermo vicino alla porta a braccia conserte.

<<Stavo per chiamarti quando le notifiche di Google Alert mi avvisano che ci sono delle notizie su di me. Prima che la tua testa inizi a pensare che abbia un ego smisurato, quelle notifiche mi permettono di anticipare possibili fake news di qualsiasi genere sulla mia persona, in poche parole per proteggermi. Come stavo dicendo ricevo queste notifiche e rimango sconcertato dal fatto che la mia fidanzata sia sdraiata sull'erba di Central Park con un tizio tra le sue gambe. Non solo, ma si stavano anche baciando!>>

Quanto odio quando usa questo tono da professore con me! Cosa sono una bambina?

Almeno non ha detto nulla di quel presunto video in cui vengo mangiata viva dai piccioni! Forse non è diventato virale!

<<Tu...>> inizio a spiegare le circostanze dei fatti, ma ignorandomi continua a parlare.

<<Come dovrei reagire a riguardo? Urlare? Troppo semplice. Potrei prendermela con te? No. Sai a chi do la colpa? A me stesso!>> inizia ad alzare il tono di voce e solo in questo momento noto che i suoi capelli sono spettinati come se ci avesse passato le mani più volte e che la vena della gola è diventata molto evidente. Brutto segno: si sta incavolando di brutto.

<<Me la prendo come me stesso perché - come non perdi occasione di rinfacciarmi - ho creato io tutto questo e me ne assumo l'intera responsabilità, e se fino a questa mattina non me ne sono mai pentito, da quando ho visto quelle foto si. Mi pento di averti portato con me e tutto quello che è successo. Se potessi tornare indietro non sceglierei te!>> sbatte il pugno sulla scrivania.

Perché ho la sensazione che il mio cuore si sia spezzato in mille pezzi?

Perché sento che sto per vomitare?

Perché mi sento la testa così leggera?

I muscoli delle gambe tremano e la salivazione si è azzerata.

Si è pentito di tutto. Di avermi portata con lui, di tutto quello che abbiamo passato, di essere stato il mio primo.

<<Bene.>> non piangere, non ora, non adesso. Sii forte ancora per poco. <<Se le cose stanno cosi...vado.>>

Mentre afferro la maniglia mi sento dire <<Non hai niente da dire? Non ti difendi?>>

<<Non mi crederesti comunque.>> dico con un filo di voce continuando a dargli le spalle. Maleducata. No, semplicemente non voglio che mi veda piangere per lui.

<<Non puoi saperlo.>>

Chiudo gli occhi faccio un profondo respiro e mi volto <<Si invece. Come posso darti la mia versione dei fatti se mi hai già condannato a morte? Per te sono colpevole a prescindere da quello che possa dire.>>

Si passa le mani tra i capelli tirandoli forte all'indietro. Il ragazzo sta diventando calvo per te signorina.

<<Chi è questo?>> gira il portatile e mi mostra un'immagine orrenda. Io sdraiata a terra ad occhi chiusi con Mark sopra di me mentre ci baciamo. Possibile che quella sia proprio io? Non riesco a riconoscermi... sembro così diversa. Oddio non esageriamo, quella cellulite è tua!

<<È Mark, è un...>>

<<Non voglio sapere le sue generalità, ma cosa ci facevi in quella posizione?!>>

Adesso mi ha stancato. Tu urli? Io urlerò più forte. <<Prima di tutto abbassa i toni. Secondo, cosa ti importa? Non siamo fidanzati davvero e quello che faccio non ti deve riguardare.>>

<<Si dal caso che per il mondo intero siamo una coppia! In tutto questo ci va di mezzo la mia faccia, la mia reputazione e la mia azienda!>>

<<Ah... ecco perché sei così alterato! Hai paura che la tua reputazione possa essere messa in discussione e sei anche preoccupato del fatto che non è una bella pubblicità essere tradito dalla tua fidanzata>> dico in tono aspro. <<Bene, adesso lo sai cosa facciamo? Ognuno va per la sua strada. È stato bello conoscerla e lavorare per lei signore.>>

Non aspetto neanche la sua replica, spalanco la porta e - lasciandola aperta e ignorando la sua voce che urla di fermarmi - mi avvio a testa alta verso l'ascensore. Ignoro il fatto che l'intero ufficio si sia fermato a guardarci e siano in un silenzio tombale. Miss Unghie Lunghe e Perfette cerca di dirmi qualcosa ma la ignoro e accelero il passo.

Speriamo che sia pronto l'ascensore cosicché non possa raggiungermi. Per una volta le mie preghiere sono accolte; solo quando le porte si chiudono mi siedo per terra lasciando uscire tutte le lacrime trattenute.

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