La moquette della camera era un lago di sangue. Di fronte a me c'erano due cadaveri, un uomo e una donna con gli occhi sbarrati ancora pieni di terrore. Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Era una ripicca? Seriamente? Un Vampiro millenario aveva bisogno di comportarsi in quel modo?
Se non aveva ucciso fino a quel momento era stato solo per me. Ma lui amava uccidere, era evidente. E dopo il mio ennesimo rifiuto aveva deciso che non ne valeva la pena di limitarsi. Almeno era così che vedevo quel gesto.
Non riuscivo a varcare la soglia, non c'era un punto libero sulla moquette in cui potessi camminare senza calpestare il sangue. Se fossi riuscita ad arrivare all'interruttore della luce, magari sarei riuscita a vedere meglio.
Entrai lentamente, dopo essermi tolta le scarpe, in punta di piedi. Rasentai la porta, sapevo che l'interruttore era proprio li dietro. Tastai il muro per cercarlo, le mie dita toccavano la carta da parati alla cieca, il buio era totale. Quando riuscii a sentire il freddo della plastica dell'interruttore lo spinsi, rimanendo per qualche secondo con il volto rivolto verso la parete.
Un movimento alle mie spalle attirò la mia attenzione, facendomi voltare all'istante. Chissà cosa mi aspettavo di vedere. In cuor mio sapevo che i due corpi che avevo visto nella poca luce che era entrata quando avevo spalancato la porta, erano effettivamente privi di vita, ma in quel momento sperai che almeno uno dei due fosse salvo chissà per quale straordinaria fortuna. Quindi i miei occhi andarono subito ai due cadaveri, senza vedere bene la scena subito dietro.
Quando mi resi conto che dietro, nel bel mezzo del lago di sangue, c'erano due corpi nudi avvinghiati, quasi non volli alzare lo sguardo. Sapevo bene chi avrei visto e la mia mente si rifiutava. Quanta ironia c'era in quello che mi stava accadendo? Avrei voluto scrivere a Marcus, se solo avessi avuto ancora il mio telefono, e dirgli che non mi aveva affatto vendicata mettendomi Anna vicino. Uccidere lei perché si era presa il mio fidanzato non era stato un torto verso lei ma verso di me.
Aveva dato ad Anna la fantastica opportunità di ripetere la storia.
Stesi a terra c'erano lei e Vladimir, completamente nudi. Lei dormiva o almeno così pareva, con una gamba e un braccio poggiati su di lui, la testa sulla sua spalla.Il movimento che sentii alle mie spalle erano loro. Quando mi voltai quasi saltando sul posto, le scarpe, cadendo dalle mie mani, fecero sussultare Vladimir. Si alzò anche lui di scatto, ritrovandosi completamente nudo, in piedi, davanti a me. Distolsi lo sguardo, un po' per vergogna, un po' perché mi fu davvero impossibile trattenere le lacrime. Le sentii uscire a gocce, talmente pesanti e veloci da non riuscire nemmeno a percorrere tutta la mia faccia. Le sentivo cadere sulla moquette.
Non so che suono ha un cuore che si rompe. Io non potevo sentirlo, probabilmente Vladimir riuscì a sentire il rumore del mio mentre andava in mille pezzi. Restammo così per alcuni secondi, o minuti, persi la cognizione del tempo. So solo che sentivo i suoi occhi su di me, ma io non potevo alzare lo sguardo su di lui. E non era la sua nudità a bloccarmi. Ero adulta, non era il primo uomo nudo che vedevo.
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Il Richiamo Del Sangue
VampireCopertina e banner a cura di @skadegladje Luna non sa ancora che la sua vita sta per essere stravolta da uno dei peggiori Vampiri assetati di sangue che il mondo abbia mai conosciuto. Tra le vie della capitale italiana, in cui deve iniziare la sua n...