23. Luce e Sangue

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Cavalcammo per tutta la giornata in completo silenzio

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Cavalcammo per tutta la giornata in completo silenzio. Il paesaggio sembrava tutto identico, solo pini intorno a noi e nient'altro. Appena calò il Sole, come la sera precedente, Vladimir smontò dal cavallo e iniziò a preparare tutto. Io smontai da sola, e quasi non finii a terra. Quando lui sentì il rumore dei miei piedi maldestri sul terreno, si voltò bruscamente, mostrando i canini. Rimasi immobile, fin quando lui non si rese conto che ero io, e allora si rilassò, tornando a pensare alla tenda.

Mi avvicinai, prendendo il fornelletto da viaggio e provando ad accenderlo, senza riuscirci.

«Fermati, ci penso io.»

«Scusa, mi sento davvero inutile. Non ho mai fatto un campeggio, e non ho mai utilizzato quest'attrezzatura. Non so proprio da dove iniziare.»

«Non devi sentirti così, ti faccio vedere come funziona.»

Prese il fornello ma la mano gli tremò. Mi affrettai per tenergliela ferma, ed evitare che il fornello cadesse a terra. Le nostre mani si toccarono finalmente, non mi resi conto di quanto quel contatto mi fosse mancato, forse più dell'aria che respiravo. I nostri sguardi si incrociarono subito dopo, i nostri volti erano fin troppo vicini.

«Vlad...hai bisogno di nutrirti.»

«No, va bene così.»

Fece per alzarsi ma io lo bloccai con forza.

«Falla finita, sei davvero un vampiro testardo per la tua età!»

Si bloccò, guardando prima la mano che lo bloccava, anche se mi rendo conto che in realtà avrebbe potuto liberarsi molto facilmente, e poi guardando me. Qualcosa sul mio volto lo fece addolcire, probabilmente la disperazione nei miei occhi.

«Vlad non puoi continuare a far finta che vada bene. Sono tre giorni che non ti nutri, e se non facciamo qualcosa, finirai in preda alla fame, e allora si che potresti uccidermi. Vorrei evitarti di vivere il resto della tua vita immortale pensando ad un'altra donna che hai ucciso.»

«Ed io vorrei evitare che la tua mortale vita finisca perché non sono stato in grado di controllarmi.»

«Ma tu sei in grado di farlo, lo abbiamo visto per ben due volte. Scusa io ne ho vista solo una, ma in ogni caso ce la puoi fare.»

Allungai un polso verso la sua bocca, ma lui la spinse via.

«Luna, basta così. Perché non capisci? Non posso darti quello che vuoi. Quando questa storia sarà finita le nostre strade si divideranno, ti soggiogherò per farti dimenticare di me, e potrai tornare alla tua vita normale, come se io non fossi mai esistito.»

«Sei un grandissimo egoista Vladimir!»

Lo spintonai, senza ottenere alcun effetto. Lui non si spostò nemmeno di un centimetro. Lo spintonai di nuovo, iniziai a prenderlo a pugni come una ragazzina isterica. Intanto le mie lacrime ebbero il via libera, e iniziarono a scendere copiosamente.

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