25. Rosso

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Salve a tutti cari lettori, prima di iniziare a leggere questo capitolo, vorrei chiedervi di fermarvi un attimo. 

L'Italia intera è in ginocchio a causa del Covid19, e molte famiglie italiane, come la mia, come le vostre, si trovano ad affrontare forse la più grande crisi economica degli ultimi cento anni. Quello che sta accadendo cambierà profondamente ognuno di noi, ma di una cosa sono certa: ne usciremo più forti. In questo momento difficile, vorrei esprimervi la mia vicinanza se state attraversando difficoltà. Sappiate che siamo tutti sulla stessa barca. Un augurio va invece alle famiglie colpite dal virus, a chi ha parenti o famigliari in ospedale a combattere.

Rimaniamo uniti, combattiamo, ma soprattutto, vi invito a limitare il più possibile le uscite. Fatelo solo se necessario. Spero che le mie storie vi diano un motivo per rendere più piacevole la quarantena forzata. Vi abbraccio!

Roberta<3

Alla fine non mi ero addormentata

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Alla fine non mi ero addormentata. E nonostante fossero passate ore, il sonno se ne era ormai andato. Vladimir mi aveva preparato la colazione a base di carne e bacche secche. Con mia sorpresa, aveva con se parecchie erbe che utilizzò per preparare una tisana calda. Fu piacevole mandare giù qualcosa di caldo, quasi mi bruciai la lingua nel tentativo di scaldarmi.

Rimasi da sola per un po', mentre Vladimir cercava altra legna. La tormenta non accennava a diminuire, e il livello della neve saliva.

Quando tornò, ero intenta a prendermi un'altra tazza di tisana dal bollitore improvvisato sopra al fuoco. Lui era bravo, sembrava che conoscesse tutti i segreti per sopravvivere in mezzo al nulla. Era evidente che proveniva da un'epoca in cui le comodità non esistevano. Era stato in grado di tirare fuori dal nulla una pentola di pietra da mettere direttamente tra le fiamme del fuoco, in cui scaldare la neve e farla bollire. Guardavo quella sua idea con ammirazione. A me non sarebbe venuta in mente. Mi chiesi se gli uomini primitivi facevano così, e doveva essere vero.

«Ti stai riscaldando?»

Annuii. L'aria nella grotta non era più fredda come quando eravamo arrivati.

«Fuori l'aria è ancora più fredda. E la tormenta non accenna a diminuire. Potrebbe continuare per tutta la notte.»

«Beh sono bloccata qui con un autentico cavernicolo che mi salverà con le sue geniali capacità di sopravvivenza!»

Dissi indicando la tisana che bolliva ancora sul fuoco.

«Si ma non ci sono molti animali da cacciare con questa tormenta. E cavernicolo potevi anche risparmiartelo. Non ero un cavernicolo, quelli erano i Neanderthal. Faccio parte anche io degli Homo Sapiens, se non te ne sei accorta. Erano già estinti.»

«Scusa Homo Sapiens! O dovrei dire Homo Vampiris Demonae?»

Mi lanciò una palla di neve che schivai abilmente. Ridemmo entrambi, e la cosa ebbe il potere di scaldarmi il cuore. Tornai a sedermi, giocherellando con un bastoncino tra le fiamme, solo per vederle scoppiettare.

Il Richiamo Del SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora