27. Avalon

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Una volta oltre il portale rimasi senza fiato

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Una volta oltre il portale rimasi senza fiato. Era decisamente un posto magico. Nel vero senso della parola. La natura stessa di quel posto era carica di potere, e io riuscivo a sentirlo. La mia pelle vibrava a contatto con l'aria di quel posto.

«Lo senti.»

Non era una domanda quella di Sigrid, anche lei doveva sentirlo.

«Non sei una strega, questo è chiaro, ma hai a che fare con la magia in un modo più puro di quanto possiamo fare noi. Quasi ti invidio. Eppure non hai idea di come usarla. Mentre le streghe imparano a farlo da bambine.»

Era chiaramente una frecciatina, come se volesse sminuirmi o farmi sentire inferiore a lei e a tutte le streghe. Una povera inetta, ecco cosa mi aveva appena detto in modo indiretto.

Mentre mi parlava si incamminò, facendomi strada.

«Mi raccomando, non toccare niente, non toccare piante, non toccare fiori e non accettare nulla da mangiare che non ti sia dato da noi streghe. Qui valgono le leggi delle Fate, e un solo sbaglio ti legherà a questo posto per sempre.»

Le cose andavano sempre meglio. Mi piaceva leggere, ma le storie che mi avevano sempre appassionata erano quelle in cui c'erano vampiri e a volte spargimenti di sangue, ma di fate non ne avevo mai letto. Era un campo sconosciuto per me.

«Che leggi hanno le fate?»

«Ne hanno poche, quello che devi sapere su di loro è che difficilmente si mostrano a meno che non siano interessate. E se si interessano non è un buon segno. Non sono esseri carini, non sono favole per bambini. Sono esseri potenti. Loro sono la natura stessa. E se si fanno vedere è solo perché ti vogliono. Se ti invitano a mangiare con loro o a ballare con loro, o peggio, se vogliono fare sesso con te, sarai legata a loro per sempre. È una tacita legge che nessuno conosce e che nel corso dei secoli ha fatto sparire molte persone. Qualsiasi sventurato che abbia visto una bellissima donna in un bosco, solo bevendo dalle sue mani ha giurato di diventare parte di Avalon.»

«Parte di Avalon? Che succede a quelle persone?»

«Ecco questa è una buona domanda. Gli ottimisti pensano che quelle persone vivranno per sempre nel mondo delle Fate. Ma sono qui da abbastanza tempo e non ho mai visto altro che fate. Non ho visto esseri umani.»

Rimasi in silenzio. Non volevo sapere, non lo volevo scoprire. Volevo solo sbrigarmi e tornare da Vladimir. Quindi le fate non erano esseri graziosi, non erano minuscole donnine con le ali, erano esseri che non volevano altro che imprigionarti. Magari mangiarti, per quanto potevo saperne.

Poi la mia attenzione fu attirata da un movimento alla mia destra. In un piccolo laghetto c'era una donna, seduta sulla riva. Ma non era una donna, lo sapevo. Aveva i capelli bianchi, la pelle scura e gli occhi rossi. Le sue orecchie erano appuntite e mi sorrideva. Sigrid aveva ragione su una cosa, era bellissima. Era nuda dalla vita in su, e non aveva le gambe. Con mio stupore al posto dei piedi aveva la coda.

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