Epilogo

81 11 16
                                    

Non doveva andare così, non erano quelli gli accordi che aveva preso con la Regina delle Fate

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Non doveva andare così, non erano quelli gli accordi che aveva preso con la Regina delle Fate. Luna doveva vivere. Non si aspettava che sarebbe corsa a soccorrerlo, mettendo la sua vita a rischio. Ma quella lama lo aveva indebolito, poteva sentire il freddo acciaio passare molto vicino al suo cuore. Anche se il sangue che aveva condiviso con Luna scorreva ancora nelle sue vene, ormai ne aveva perso molto. Doveva ammettere che se non fosse stato per lei, probabilmente sarebbe morto, perché Marcus avrebbe approfittato di quel singolo istante per staccargli la testa.

Ma quando vide la lama del pugnale attraversare Luna da parte a parte, perse la testa. Non lasciò uscire la bestia, non voleva perdere il controllo sulla sua mente e scordarsi di Luna. Ma era stato sufficiente per dargli la forza per fare quello che doveva.

Con un unico movimento saltò addosso a Marcus, poteva vedere il terrore nei suoi occhi. Aveva capito di aver appena commesso l'unica cosa che avrebbe davvero sancito la sua condanna a morte. Non sarebbe mai riuscito a fermare Vladimir in quel momento, quando la rabbia e l'odio lo muovevano. Lo conosceva bene, lo conosceva da migliaia di anni.

Vladimir lo afferrò per il collo, e senza dargli il momento di capire cosa stesse accadendo, morse. Era consapevole che nei suoi denti era presente un veleno così potente da uccidere qualsiasi vampiro, ma per lui non bastava. Era talmente tanta la rabbia che voleva lacerare e strappare. Così morse più forte, e ancora, fino a quando i suoi denti quasi non si toccarono. Sentiva Marcus soffocare nel suo stesso sangue. quello stesso sangue che zampillava addosso a lui e ricopriva il pavimento.

Con la mano che lo teneva sotto il mento, tirò, ascoltando la pelle e i muscoli che si laceravano. Con un ultimo strattone staccò di netto la testa. Quando sentì l'osso del collo frantumarsi seppe che era finita. Lanciò a terra la testa di Marcus, non gli importava più niente di lui. L'unica di cui gli importasse davvero era stesa sul pavimento, immersa nel suo stesso sangue.

Il suo battito era sempre più lento, e lei aveva perso i sensi. Sapeva cosa avrebbe voluto Luna. Lei glielo aveva chiesto più volte, e se avesse potuto parlare in quel momento, gli avrebbe chiesto di trasformarla. Ma sapeva anche quali erano gli accordi che aveva fatto con Urania. E non poteva infrangerli. Da quegli accordi dipendevano molte vite, tra cui quelle di tutti i vampiri. E diventando il Re ne era il responsabile.

Non c'era altro tempo da perdere, doveva fare in modo che Luna guarisse. E poi avrebbe fatto quello che doveva.

Si morse un polso, sapendo che da lì sarebbe uscito più sangue. Sollevò Luna da terra in modo che potesse farla poggiare addosso a se. Con una mano cercò di aprirle la bocca, mentre accostava il suo polso sanguinante alle sue labbra, sperando che bevesse e che non fosse troppo tardi.

Inizialmente non reagì, Vladimir allungò la mano che reggeva il mento di Luna fino al suo petto. Il cuore era sempre più debole.

«Ti prego bevi. Bevi amore mio.»

Stava piangendo. Non gli capitava da secoli di piangere per una donna. La amava davvero. Era certo che la prossima volta che gli avrebbe chiesto di trasformarla non avrebbe indugiato, se significava poter passare l'eternità con lei. E per un vampiro, l'eternità è una cosa possibile.

Improvvisamente il portale per Avalon si aprì, e la Regina Urania, seguita da Iris, entrò nella sala.

«Non posso lasciarti da solo un solo istante.»

«Aiutami...»

«Dalle tempo. È una brutta ferita. Non disperarti, il tuo sangue la guarirà.»

«Così potrai portarmela via...»

«Questi erano gli accordi, lo sai. In cambio il Sigillum Mortis abbandonerà questo mondo, e i discendenti dei demoni non metteranno più piede qui. Le mie guardie li stanno catturando e imprigionando. Quando le streghe saranno pronte li spediremo all'inferno. Gioco di squadra amico mio.»

«Io la amo, Urania. La amo!»

«Hey, non me la porto mica nel Regno delle Fate!»

«Già...»

Luna iniziò a bere. Prima lentamente, poi sempre più velocemente. La ferita si stava chiudendo, non sarebbe morta. Vladimir tirò un sospiro di sollievo.

«Se davvero vi amate, allora non devi temere. L'amore vince su tutto, mi pare assurdo che in così tanti anni di vita tu non l'abbia ancora imparato.»

«Se lo dici tu...»

Luna tossì. Il sangue che Vladimir le aveva dato poteva bastare. Il suo cuore tornò ad essere leggero. La osservò mentre si tastava addosso, e guardava le sue mani coperte di sangue. Poi si voltò verso di lui, con gli occhi pieni di amore ed orgoglio. Una pugnalata per il cuore di Vladimir.

Gettò le sue braccia al collo di lui, stringendolo forte a se, e lui rispose, sperando che il tempo si fermasse.

«Siamo finalmente liberi, Marcus è morto, e tu sei Re. Quindi aspetta...io cosa sarei? La tua Regina?»

Vladimir si staccò da lei, guardandola negli occhi. Le sorrise tristemente, accarezzando il suo volto. Cercò di imprimerselo nella mente.

«Forse un giorno...»

«Aspetta...che succede?»

Il suo tono era allarmato, carico di paura. Sapeva che qualcosa non andava.

«Succede che è arrivato il momento di rispettare gli accordi. Perché rimandare l'inevitabile?»

Luna di voltò di scatto. Fu sorpresa di vedere la Regina delle Fate e Iris nella sala.

«Cosa ci fate voi qui?»

Iris riprese a saltellare sul posto come al suo solito, battendo le mani. Era come se qualsiasi cosa la entusiasmasse, ma in quel momento Luna era davvero irritata dal suo comportamento. Sentiva che stava per succedere qualcosa di brutto, e Iris ci provava gusto.

«Siamo venute ad accertarci che Vladimir faccia quello che deve fare.»

Vladimir la guardava con le spalle curve, come se improvvisamente tutti i suoi anni di vita pesassero infinitamente. Le si avvicinò, prendendo il suo volto tra le mani. Le accarezzava le guance con i pollici, mentre le sorrideva e la costringeva a guardarlo. Fu allora che Luna capì.

«No...»

«Shhh...»

«No...no ti prego...io ti amo!»

«Ti amo anche io. E credimi, io ti ritroverò. Spero solo che ti innamorerai di nuovo di me.»

Luna odiò le Fate. Spero di ricordarsi almeno dell'odio che provava per Urania e i suoi giochi perversi. Non aveva modo di opporsi, nemmeno la sua Luce funzionava, era troppo debole.

Quando vide le pupille di Vladimir dilatarsi, capì che era la fine. Lei non lo avrebbe ricordato, si sarebbe scordata ogni cosa, di lui, del loro amore, delle Fate e anche di chi fosse lei in realtà. Avrebbe dimenticato ogni cosa.

Improvvisamente la coscienza l'abbandonò, e intorno a lei, tutto fu solo buio.


Il Richiamo Del SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora