2.1 Luna

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UN ANNO DOPO

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UN ANNO DOPO...

Pioveva. Esattamente come faceva da giorni, non ne potevo più. Io avevo appena staccato, ma come tutte le sere, stavo aspettando che Iris finisse di pulire. Se solo Bjorn avesse messo una tettoia più grande all'entrata del suo pub, non sarei dovuta rimanere attaccata alla porta. Certo, avrei potuto aspettare dentro, ma non mi andava. Ci passavo già sei ore a sera, ed era abbastanza. Non perché non mi piacesse anzi, adoravo quel posto. Ma avevo le orecchie che mi ronzavano per il volume della musica sempre troppo alto, e avevo bisogno di silenzio, mentre dentro c'era ancora gente seduta ai tavoli e i camerieri che parlavano. Mi infastidivano i rumori e avevo mal di testa.

Quando si aprì la porta alle mie spalle, mi spostai per far passare il cliente che stava uscendo, e di conseguenza, finii con un braccio sotto la pioggia.

«Scusami.»

Disse lui. Era sempre lo stesso, da un po' di tempo veniva da solo nel locale, ogni tanto con qualche amico, ma non sempre. Alzai la mano per fargli capire che era tutto a posto. Ma lui rimase lì. Guardai il telefono, sperando che non iniziasse a parlare. Non ero dell'umore giusto. Erano tre giorni che io e Andrea non facevamo altro che litigare, e come se non bastasse, non si era fatto sentire per tutto il giorno. Eppure, controllando il suo ultimo accesso su whatsapp, mi risultava che fosse entrato dieci minuti prima. Bene, di certo non lo avrei cercato io. In quel preciso istante mi arrivò il messaggio di Iris. Non dovevo aspettarla a quanto pareva, stava aiutando suo fratello con l'inventario. Fantastico. Incazzata, dolorante e sola. E soprattutto, pioveva sempre più forte.

«Se vuoi posso darti un passaggio con l'ombrello, se non abiti distante.»

Sollevai il volto. Era sempre lui. Non se ne era andato, era rimasto lì per tutto il tempo.

«Non disturbarti, abito davvero molto vicina.»

«Nessun disturbo, sempre che per te non sia un problema.»

Lo guardai. Era davvero molto bello, soprattutto i suoi occhi verdi. Andrea doveva fare molta attenzione, se mi ignorava mi sarei data un'occhiata in giro, e lui non era l'unico ragazzo sulla faccia della terra.

«Nessun problema in realtà. Ma non ti conosco, chi me lo dice che tu non sia un maniaco?»

Scoppiò in una fragorosa risata. Ah, bene. O avevo fatto centro, oppure ero appena passata per una pazza paranoica. Che situazione.

«Ti assicuro che non sono un maniaco, ma d'altronde quale maniaco ammetterebbe di esserlo? Non voglio insistere, ci vediamo.»

Brava, bravissima Luna. Uno cerca di essere gentile e tu lo fai scappare.

«Aspetta, scusami. Non volevo offenderti. Ma sono una ragazza che lavora fino a tarda notte, le precauzioni devo prenderle tutte. E di solito torno a casa con la mia amica, ma sta sera deve aiutare suo fratello, quindi sono sola.»

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