2.3 Paura

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L'aria della sera era fresca

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L'aria della sera era fresca. Erano le diciotto e le giornate si erano notevolmente accorciate, segno evidente che l'estate era ormai un lontano ricordo. Aprii la porta del pub pronta per iniziare a lavorare. Salutai Bjorn con la mano, Iris era già lì, intenta a sistemare i tavoli. Quando mi avvicinai alla mia consolle, lei venne da me, saltellante come al suo solito.

«Hai parlato con Bjorn?»

Iris mi guardò come se avesse dovuto sapere di cosa parlavo, ma in realtà avrebbe dovuto.

«Di Andrea!»

Si colpì la fronte con la mano, segno evidente che non lo aveva fatto. Bene, alla grande.

«Te lo avevo chiesto, ricordi? E se si presenta qui che faccio?»

«Rilassati è un locale pieno di gente! E poi sicuramente verrà anche Vladimir, come ogni sera da mesi ormai. Non dirmi che non lo avevi notato?»

«Certo che lo avevo notato, è difficile non farlo!»

«Ti piace!»

La guardai fingendomi scandalizzata.

«Cosa stai dicendo? È un figo, ma io mi sono presa una pausa dagli uomini ricordi? Toda vida per le ragazze da ora in poi, quindi mi aspetto che domani verrai con me a fare shopping! E non accetto un no come risposta, oppure altre scuse banali.»

Lei fece spallucce e poi tornò ad occuparsi dei tavoli. Certo, il suo modo fantastico per dirmi di no. Lei non amava particolarmente fare shopping ma per me era terapeutico, o almeno lo speravo. In molti lo facevano, quindi avrebbe dovuto funzionare anche per me no?

Iniziai a sistemare la mia scaletta sul pc, anche se sicuramente sarebbe stata stravolta nel corso della serata, con richieste assurde delle ragazze che puntualmente mi sfidavano a cantare canzoni che secondo loro non sarei riuscita a fare. Ma non sapevano che di fronte a loro avevano una ragazza che aveva studiato canto per anni, con un'estensione vocale notevole, e che aveva iniziato il percorso di studi per diventare insegnante. Ma quando mi portavano le richieste io sorridevo e dicevo che le avrai inserite in scaletta. E dopo loro se ne rimanevano lì a guardarmi senza più dire una parola.

Questo campo è pieno di squali, proprio come ha detto Vladimir, e io ne ero consapevole. Ma lui non sapeva che anche io ero uno squalo e mi sapevo difendere. La cosa scioccante è che soprattutto a livelli amatoriali come quello in cui mi trovavo io, c'era una competizione spietata.

Quando entrarono le prime persone mi limitai a mettere una musica di sottofondo, non iniziavo mai a cantare subito. Iniziavo più o meno dalle dieci di sera e continuavo fino alle due di notte. nell'attesa me ne andai al bancone del pub, per prendermi la mia cena. Mentre mangiavo, notai una presenza sedersi accanto a me. Con la coda dell'occhio guardai per capire chi fosse, e quello che vidi non mi piacque affatto. Andrea era seduto accanto a me, con un sorriso smagliante stampato in volto.

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