15. Take What You Want

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Can you hear me?
I'm trying to hear you
Silence strikes like a hurricane

LUKE'S POV

"Ci siamo. Le immagini termiche rivelano che c'è solo una persona in questo piano. Deve essere lei" dice il contatto di Blake, un certo Murphy. Mai sentito prima, ma davvero in gamba, devo ammetterlo.

Senza di lui non avremmo mai trovato la posizione di Jay, ed è un ottimo tiratore. Un valore aggiunto alla squadra, e capisco bene perché Blake si fidi di lui.

Punto il fucile dritto davanti a noi, andando in avanscoperta. Sono sempre stato bravo ad orientarmi nel buio, e a non farmi sentire dal nemico. 

"Cinque metri davanti a te, a ore tre" sussurra Murphy, controllando di nuovo l'area con la telecamera termica. Blake illumina con la torcia il punto indicato, e subito noto la macchia scura sul pavimento. 

Sangue. Tanto sangue.

"Oddio" la voce di Blake rimbomba per la stanza, dando alla scena un'aria ancora più macabra.

Sembra il set di un film dell'orrore. Jay è appesa al soffito, legata con della catene, il sangue che la circonda, e il viso rivolto verso il basso, senza forze. 

Mi precipito da lei, il cuore che mi martella nelle orecchie, e al mio fianco sento i passi di Blake. Le prendo il viso tra le mani, accarezzandole le guance, mentre il mio compagno si occupa di scassinare la chiusura delle catene.

Il suo battito è molto debole, e la ferita alla gamba è davvero brutta. Dobbiamo portarla subito via di qui. E in ospedale, possibilmente.

"Sbrigati, non so quanto può resistere" grido a Blake, mentre strappo una striscia di stoffa dalla mia camicia e la stringo forte attorno alla ferita di Jay, per fermare l'emorragia. Il proiettile potrebbe aver colpito l'arteria femorale, quindi non c'è tempo da perdere.

Quando finalmente è libera dalle catene, stringo forte il suo corpo tra le braccia e corro a perdifiato, con Blake e Murphy al mio fianco.

"Ti prego Jay, resisti. Non puoi lasciarmi così" sussurro, ma lei non risponde. Corro giù per le scale rischiando di rompermi l'osso del collo, ma non mi importa. 

L'unica cosa che mi interessa è salvarla. 

Quando finalmente raggiungiamo il furgone, il suo battito è quasi impercettibile, e la benda di emergenza che le ho applicato è intrisa di sangue.

"Dobbiamo portarla ospedale."

"Certo, così Dylan e i suoi possono portare a termine l'opera? No, grazie" razionalmente so che Blake ha ragione, però dobbiamo fare qualcosa.

"Conosco il posto giusto" Murphy non mi lascia nemmeno il tempo di chiedere spiegazioni. Parte a tavoletta, e sono costretto reggermi per non finire a gambe all'aria.

Accanto a me, Jay è madida di sudore e il suo battito è davvero troppo lento. Le sposto delicatamente i capelli dal viso, cercando di non pensare a quali torture potrebbe aver subito.

L'unico pensiero su cui mi concentro è che non posso perderla.

Murphy frena bruscamente, e scendiamo in tutta fretta dal furgone.
Stringo forte Jay tra le mie braccia, mentre seguiamo Murphy dentro un edificio.

"Ma questa è..." le parole di Blake vengono sovrastate dall'abbaiare di decine di cani.

"È meglio di niente. E poi sono sicuro che il dottor Luke si saprà arrangiare."

Blake mi guarda con gli occhi spalancati, un misto tra sorpresa e ammirazione.

"Sei un medico? Ma come...?"

"Ne parliamo più tardi" mormoro, ignorando il rumore assordante che ci circonda ed entrando nella prima stanza che trovo.

Una clinica veterinaria non è esattamente un ospedale, ma questo non è il momento di fare il difficile.

Appoggio il corpo di Jay sul tavolo di acciaio, mentre Murphy e Blake rovistano in tutti gli armadietti alla ricerca di qualcosa di utile.

Le tolgo il bendaggio di fortuna, e do un'occhiata alla ferita alla gamba. Murphy mi passa il kit di emergenza che sono riusciti a racimolare, e disinfetto la ferita. Grazie al cielo il proiettile è uscito e non ha colpito l'arteria.

Ricucio la ferita e applico una benda pulita, mentre Jay continua a sudare. Il suo battito è pericolosamente lento, e non capisco perché.

"Scusa Jay, spero che questo non fosse il tuo vestito preferito" mormoro, prima di afferrare la scollatura e strapparla a mani nude.

Non ero affatto preparato per questo.
Il suo torace è pervaso da lividi bluastri che sembrano rami, e in alcuni punti la pelle è bruciata.

"Mio Dio" mormora Murphy, e con la coda dell'occhio lo vedo appoggiarsi con le spalle al muro, bianco come un lenzuolo.

La verità è che non ho idea di come comportarmi ora. Non ho mai operato nessuno con simili ferite, e ho il terrore di peggiorare la situazione.

"Luke" Blake mi richiama, e alzo lo sguardo verso di lui. "Ce la puoi fare."

Le mani mi tremano, ma nonostante la paura afferro il defibrillatore e do una bella scossa al cuore di Jay.

Il suo corpo sobbalza sul tavolo di acciaio, e proprio quando ormai mi sto preparando per darle un'altra scarica, il suo battito si stabilizza.

Sospiro di sollievo, mentre sposto i capelli dalla sua fronte.

"È presto per dire se sia davvero fuori pericolo, ma..."

"Ce la farà. È più forte di quanto pensi" Blake conclude le mie parole, e per un attimo sembra quasi che lui la conosca davvero.

Ma probabilmente è solo la cosa giusta da dire in situazioni come questa.

"Avevi già visto ferite simili prima d'ora?" Murphy parla lentamente, guardando ovunque fuorché il torace livido di Jay.

Annuisco, appoggiando delicatamente la mano sulla fronte di Jay. Ha smesso di sudare e il suo battito è regolare. Finalmente una buona notizia.

"E cosa può causare delle ferite del genere?" la domanda di Murphy riporta alla mente vecchi ricordi che avrei tanto voluto non rivedere mai più.

Ricordi precedenti alla mia vita con Jay, alla CIA, all'uomo che sono ora. Momenti in cui ero solo un ragazzino spaventato, circondato da soldati più vecchi e con più esperienza di me, in mezzo ad una guerra che non mi riguardava ma che dovevo combattere. Avrei tanto voluto dimenticare tutto il dolore e la sofferenza che vedevo intorno a me, ma nonostante tutto questo tempo ancora non riesco a scrollarmeli di dosso.

"Elettroshock" le parole di Blake sono un sussurro, ma rimbombano per la stanza come se le avesse urlate a pieni polmoni.

Quel sociopatico di Dylan l'ha torturata. E per cosa poi?

Prima che io possa dare voce ai miei pensieri, le palpebre di Jay sfarfallano, e per un breve attimo i suoi meravigliosi occhi nocciola che tanto amo si puntano su di me.

O meglio, dietro di me.

Il viso di Jay sbianca come se avesse appena visto un fantasma. Ma alle mie spalle c'è solo Blake, che ha la stessa espressione sgomenta stampata sul viso.

"Bellamy?" la voce di Jay esce con un sibilo, prima che lei svenga di nuovo.

Ma che diavolo significa?

Undercover Love 2 ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora