16. Don't Speak

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You and me
We used to be together
Everyday together always

JAY'S POV

La prima cosa che penso quando apro gli occhi è ahia

Sul serio. Non per fare la piagnucolona o la femminuccia, ma non c'è una singola parte del corpo che non mi faccia male, nemmeno fossi stata investita da un autobus a tutta velocità.

Cerco di mettermi a sedere, ma immediatamente due mani sulle spalle mi spingono di nuovo sul tavolo.

"Hai bisogno di riposo, moi drug" Murphy si rivolge a me con un tono dolce che gli ho sentito usare solo un paio di volte in tutti questi anni, e mai in situazioni buone. Probabilmente il suo intento era quello di tranquillizzarmi, ma ora il mio istinto è in allerta.

"Dove siamo? E perché mi sembra di essere appena uscita da un incontro di pugilato clandestino?"

"Perché, esistono anche incontri di pugilato legali? Che noia, amica mia" alzo gli occhi al cielo, e immediatamente una fitta lancinante mi trapassa il cranio. Murphy ridacchia, e lo colpirei se solo avessi la forza di farlo.

"Dico sul serio, John. Che è successo?" calco volutamente sul suo nome, perché lo sa che quando lo chiamo per nome sto cominciando a innervosirmi. "E perché c'è odore di mangime per conigli e cane bagnato?" storco il naso, cercando di ignorare l'odore pungente che ci circonda.

La stanza in cui ci troviamo è anonima, o meglio, asettica. Sembrerebbe una specie di sala operatoria, o qualcosa del genere. In ogni caso, non mi è di grande aiuto.

"Un'altra cosa. Che diavolo è successo al mio vestito?" mormoro, osservando quel che resta del mio povero abito - ormai sembra più un gilet, ma dettagli.

"Davvero non te lo ricordi?" chiede, una vena di preoccupazione nella sua voce, che subito maschera con una risata.  "Per farla breve, ti sei comportata come un'incosciente come tuo solito. Sei andata nella tana del lupo da sola, ti sei fatta torturare per bene e siamo venuti a salvarti le chiappe. Non ti ricorda qualcosa? Che ne so, magari Buenos Aires?"

"Frena frena. Che cosa intendi esattamente con siamo? Chi altro..."

Le parole mi muoiono in gola quando noto una figura appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto. Una figura che saprei riconoscere tra mille, persino dopo una commozione cerebrale.

"È mai possibile che tu debba sempre fare di testa tua? Quale parte di devi riposare non ti è chiara?" Luke si avvicina lentamente, e sento le lacrime premere per uscire. 

Sapevo che non era morto. Ma vederlo qui, in carne ed ossa, con i miei occhi è quasi troppo bello per essere vero.

Mi metto a sedere con non poca fatica, ma cerco di ignorare il dolore mentre osservo  il mio partner. Da fuori sembra sempre il solito Luke - il portamento fiero, quel sorrisetto malizioso perennemente stampato sulle labbra, il tocco gentile della sua mano sulla mia guancia - ma i suoi occhi hanno qualcosa di diverso.

"Mi hai fatto prendere un colpo" mormora, accarezzandomi la guancia con il pollice, e asciugando una lacrima scesa senza fare rumore.

"Io ti ho fatto prendere un colpo? Sei tu quello che è sparito senza dare più notizie per un dannatissimo mese!" la mia voce esce più alta e più fragile di quanto avrei voluto, ma ormai è fatta. Sospiro, cercando con tutte le mie forze di non permettere alle mie mani di tremare.

So che non è giusto prendersela con Luke - o almeno, non prima di aver sentito la sua versione dei fatti. Ma anche a quel punto la colpa di tutta questa storia è sempre di Dylan. E di Sam.

Undercover Love 2 ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora