XII - Tutti i grandi sono stati bambini una volta... (III)

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Il bambino correva il più velocemente possibile, zigzagando per le stradine del quartiere, come se ci fosse abituato. Era piuttosto veloce per avere delle gambette così corte, pensò Zhao, mentre lo inseguiva, senza riuscire ad acciuffarlo. Adesso doveva perfino rincorrere un ladruncolo di quanto: 8 o 9 anni?! Fece schioccare la lingua. Per un po', Shen corse dietro di loro, ma ad un certo punto si fermò, diede un'occhiata veloce intorno e cambiò strada: grazie alla scorciatoia, bloccò quella fuga poco più avanti, nel punto in cui la stradina finiva in una piazzetta con parcheggio. Il bambino gli finì addosso, l'urto lo fece barcollare all'indietro e l'uomo lo prese al volo.

- Cosa stai combinando? -

- Lasciami, o chiamo la polizia!! -

- Sono io la polizia, marmocchio! -

  Zhao apparve tutto trafelato dietro di lui. Prima di qualsiasi altra cosa, puntò il dito contro Shen, mentre cercava di riprendere fiato.

- Adesso prevedi anche il futuro?? -

- So dove sta andando; era solo una scorciatoia. -

  Tao Yi diede un calcio a Shen, che non si scompose più di tanto, a parte una piccola smorfia di dolore, però lasciò la presa. Ma Zhao fu più veloce e prima che il piccoletto potesse riprendere la sua fuga, lo agguantò per il cappuccio della felpa grigia.

- Lasciami andare, o mi metto a urlare! -

- Non ti hanno insegnato le buone maniere, bambino? -

- Non sono un bambino! -

- Ma davvero?! -

  Shen si avvicinò e si abbassò, per poter guardare negli occhi il piccolo che si divincolava. Lanciò un'occhiata al pacchetto che stava stringendo tra le mani: erano delle fragoline morbide che, per quando ne sapeva, si trovavano solo in quel negozio da dove il bambino era scappato; le aveva già viste una volta e fu proprio all'orfanotrofio. Sfoderò il suo sguardo persuasore.

- Devo chiamare Ying Yue? -

  Il bambino smise di divincolarsi e si irrigidì sul posto, facendo spuntare un'espressione stupita sul volto di Zhao, che lasciò la presa sulla sua spalla. Il bambino abbassò lo sguardo e strinse il pacchetto di caramelle al petto, come se stesse proteggendo qualcosa di importante. Osservando quella reazione, il professore abbozzò un sorriso, avendo avuto conferma di ciò che gli disse l'intuito.

- Torniamo dalla signora del negozio, così puoi scusarti. -

  L'espressione malcontenta del piccolo non dava dubbi su quanto fosse in disaccordo con quella prospettiva, ma il detective lo vide comunque seguire il professore, senza una parola in più. Ying Yue? Cos'era, la parolina magica per far fare al bambino tutto quello che si voleva? Quell'uomo sembrava sapere sempre tutto di tutti e la cosa metteva ansia, soprattutto considerando che, al contrario, nessuno sembrasse sapere niente di lui. Zhao lo osservò per tutto il tragitto, durante il momento di scuse e ciò che ne seguì. Era davvero difficile capire cosa potesse passare per la mente di Shen: il momento prima, metteva sotto torchio le persone - se così si poteva dire - e quello dopo, si comportava come niente fosse; si offrì perfino di comprare le caramelle al bambino, dopo aver capito che quest'ultimo non avrebbe mollato la presa su quel pacchetto e non pagò solo quello. Era una scenetta piuttosto carina, Zhao doveva ammetterlo: sembravano quasi un papà col figlioletto, alle prese con la scorta di schifezze che faceva uscire il fumo dalle orecchie alla mamma. I figli si supponevano essere la ragione di vita di un genitore, ma per suo padre non sembrava così: per quanto ricordasse, l'uomo non aveva mai fatto nemmeno una piccola cosa come quella che stava facendo Shen per Tao Yi; Zhao si era sempre sentito invisibile con lui. Erano sentimenti che non l'avevano abbandonato del tutto, ma la speranza di avere, un giorno, qualcosa da quell'uomo, quella sì che non veniva più rincorsa da tempo. Ma non voleva pensarci! Riportò di nuovo l'attenzione su Shen e Tao Yi: quest'ultimo non aveva dato l'aria di essere un bambino disciplinato, tutt'altro, eppure in quel momento era tranquillo e indicava al professore le cose da prendere, come fosse una cosa che facessero tutti i giorni. Considerando che il professore non fosse esattamente un tipo sciolto, faceva spuntare un sorriso il notare come fosse in grado, invece, di mettere a suo agio le persone senza troppo sforzo. Zhao continuò ad osservarlo, finché non uscirono di nuovo all'aria aperta e a quel punto, le parole di Shen lo fecero tornare bruscamente alla realtà.

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