Shooting Stars [ITA]

XV - Tutti i grandi sono stati bambini una volta... (VI)

  In realtà, era la prima volta che Shen partecipava alla festa di compleanno di uno dei bambini dell'orfanotrofio; aveva sempre voluto evitarlo in tutti quegli anni, perché lo faceva sentire un po' a disagio. Tuttavia, l'atmosfera non era molto diversa da un qualsiasi altro compleanno di un bambino con famiglia, era solo meno elaborata: c'erano i palloncini, nastrini colorati ovunque, la tavola non era imbandita come le altre, ma metteva comunque allegria, con tutti quei dolcetti colorati e dal profumino invitante; c'era la musica sulla quale qualcuno - prevalentemente le bambine - ballava e cantava, i bambini si rincorrevano, ridevano e giocavano come da qualsiasi altra parte. Shen ricordava quell'atmosfera gioiosa, anche se non se l'era mai veramente goduta. Però, qualcosa di nuovo c'era: una cosina alquanto rumorosa, che una esasperata Ying Yue teneva in braccio.

- Festicciola movimentata. -

  Per una volta, la battuta di Zhao non sembrò infastidire Shen, anche perché era troppo impegnato a capire cosa stesse succedendo, perché ciò che poteva intuire da quello che vedeva, non gli piaceva affatto. In ogni caso, la signora Yao si fece spazio tra i bimbi che correvano di qua e di là, accompagnata dalla festeggiata che le si teneva attaccata e accolse i due ragazzi col suo solito sorriso gentile.

- Lui è il nuovo membro della famiglia. E' arrivato due giorni fa, credo debba ancora abituarsi e oggi sembra particolarmente di malumore. L'intoppino di cui ti dicevo al telefono. -

  Un motivo più che valido, per chiedere assistenza al giovane professore. Shen si voltò verso la piccola festeggiata e le tese il pacchetto regalo. 

- Buon compleanno. -

  La bambina esitò un attimo, sorridendo timidamente e stringendosi alla signora Yao, che la incoraggiò a prendere il regalo e ringraziare.

- Grazie. -

  Che tenerezza, pensò Zhao, nascondendo un sorriso: il professore sembrava avere successo col gentil sesso. Cosa ci trovassero in lui...?! La bambina aprì il regalo, trovando un bellissimo abitino bianco e dall'espressione emozionata, doveva essere qualcosa che aveva desiderato molto. Al che, Zhao fece un passo avanti, si inginocchiò e tese la rosa rossa alla bimba, che lo guardò sorpresa, per poi illuminarsi appena vide il braccialetto.

- Direi che ci va benissimo con quello: un piccolo omaggio, per una piccola principessa. -

  Una frase nobile che fece sorridere la diretta interessata, mentre il detective la aiutava ad indossare il prezioso gioiello. La signora Yao ringraziò caldamente e volse lo sguardo verso il professore, in tempo per vederlo abbassare lo sguardo; fece per dire qualcosa, ma il nuovo arrivato attirò di nuovo la loro attenzione, distraendo Shen dai suoi pensieri. Quel pianto non prometteva niente di buono.

- Forse c'è troppo rumore. -

- Non credo sia quello il problema, eravamo in camera fino a qualche minuto fa. Devo ancora finire di preparare la torta, accidenti! Shen Wei, per favore, tienimelo un momento. -

- Come?? Io non... -

  Non avrebbe potuto trovarsi in una situazione peggiore. Avere quel fagottino quasi senza peso in braccio gli fece un effetto molto strano: gli ricordava una sensazione che aveva provato solo una volta... Anche se era nel panico, gli venne automatico cominciare a produrre gli stessi flebili suoni di un tempo, per cercare di calmare il bimbo dal faccino tutto rosso per lo sforzo. Poi, lo sguardo incontrò quegli occhietti umidi e per un attimo, sembrò fermarsi tutto e il giovane professore entrò come in uno stato di trance, senza riuscire ad interrompere quel contatto visivo. Non c'era niente di più devastante delle lacrime di un bambino. Gli occhi di un bambino si supponevano essere innocenti e non aver mai visto il dolore, ma quel piccolino era diverso: poteva non capire, ma poteva provare un qualcosa che, pur non comprendendone appieno il senso o il motivo, lo faceva soffrire molto. Ciò che c'era stato nei piccoli abissi di Shen tanto tempo prima, c'era anche in quelli che lo stavano fissando in quel momento, senza batter ciglio e in silenzio.