III. Domande e risposte (I)

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  L'edificio color bianco e mattone, con la porta d'accesso trasparente era quello di una comune stazione di polizia, ma data la vicinanza al parco centrale, c'era anche un po' di verde. Shen aprì la porta a Li Qian, per poi seguirla. Un gran via vai di gente li accolse: persone comuni, arrivate per le loro faccende personali, poliziotti che scortavano i colpevoli di qualche reato, o rispondevano alle domande altrui e altre persone ancora in attesa. Shen si avvicinò al primo poliziotto che apparve nella sua visuale.

- Mi scusi. Buongiorno. Ci hanno chiamati per uno studente universitario coinvolto in un furto, avvenuto questa mattina. Potrebbe indicarci l'ufficio di chi se ne occupa? -

  Il poliziotto li guardò, poi sembrò riflettere un attimo su qualcosa e alla fine, ridacchiò.

- I Coda... Stanno in fondo: girate a sinistra e bussate alla prima porta. Buona fortuna! -

  Li liquidò in quel modo. Shen e Li Qian si guardarono. Coda? Cosa aveva voluto dire? Perché aveva riso? In ogni caso, seguirono le indicazione del giovane. Attraversarono il lungo corridoio: c'erano molte porte ad ogni lato e ognuna mostrava persone indaffarate a fare qualcosa, anche solo prendere un caffè e fare due chiacchiere. Una volta raggiunta la fine, svoltarono a sinistra ed oltrepassarono una porta automatica. Fu come ritrovarsi in un altro posto, perché quasi non si sentivano più le voci dell'altra parte della sede, come fosse una zona insonorizzata. Inoltre, li accolse uno spazio molto più stretto e corto, che presentava invero solo tre porte, una a sinistra appena entrati e in fondo, una per lato. Dava vagamente la sensazione di essere un dipartimento un po' snobbato. La porta indicata loro dall'agente aveva una targhetta, con la scritta "Zhao Y." Li Qian sorrise.

- Zhao?! -

- Lo conosci? -

- E' il capo della polizia. Pare non sbagli un colpo. E' su tutti i telegiornali, in questo periodo: si sta occupando dell'omicidio del Ministro Sun e sua moglie, ha presente? -

- Sì. Che tragedia. -

- Sembra che siamo in buone mani. -

  Il professore bussò alla porta e immediatamente, si sentì il rumore di qualcosa che cadeva a terra, poi dei passi, qualcuno che sembrava stesse cercando di rimettere a posto il danno fatto e altri passi, finché alla porta non si presentò un ragazzo che non doveva avere più di vent'anni.

- Ah, non è quell'idiota. In effetti, perché dovrebbe bussare, se è il suo ufficio... Chi siete? -

  L'approccio un po' brusco del giovanotto fece arricciare il naso a Li Qian, che lo squadrò da capo a piedi: salopette, scarpe da ginnastica e capelli in disordine. La ragazza era sempre molto diffidente nei confronti delle persone e soprattutto quando si presentavano in modo non appropriato. Al contrario, Shen, come al solito, non vi diede molto peso e mostrò un sorriso di cortesia.

- Sono il professor Shen Wei. Avete fermato uno studente dell'università, sembra sia stato colto in flagranza di reato poco fa. -

  Il ragazzino lanciò un'occhiata al professore, come se non comprendesse appieno le sue parole. Aveva adottato un linguaggio troppo forbito? Eppure, era quello il termine giusto, quando si parlava di un reato. Il ragazzino si soffermò ad osservare per intero la figura del giovane professore, per poi sbottare a ridere.

- Il capo può solo sognare di saper dire una cosa del genere, è un vero idiota! -

  Shen e Li Qian si guardarono. Non era esattamente un comportamento consono ad un subordinato. La ragazza trovò difficile credere che quel ragazzo potesse essere un poliziotto, al massimo, poteva essere un tirocinante che non aveva ancora finito la scuola. Shen la vide pronta ad attaccare, ma prima che succedesse il ragazzo tornò più o meno serio e riprese la parola.

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