XXVII - L'essenziale è invisibile agli occhi (IV)

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  Fu un risveglio come tanti per la giovane Li Qian. Uscì presto di casa con un pezzo di toast in bocca, mentre controllava di avere tutto quello che le serviva nello zaino. Il suono di un clacson le fece sventolare la mano in saluto: Tan Xiao e Kevin erano venuti a prenderla come ogni mattina da un mese, perché la sua macchina era ancora a riparare. In realtà, era già pronta da un pezzo, ma Li Qian non aveva ancora i soldi per pagare il meccanico. In macchina Tan Xiao, alla guida, mise la musica in palla e i tre cantarono a squarciagola e Li Qian e Kevin, con le mani libere, si dimenarono come matti. Era la loro routine quotidiana, li aiutava a prendere con filosofia il fatto di avvicinarsi sempre di più alla fine dell'anno scolastico e quindi agli esami di laurea. Il giardino del campus era meno pieno del solito, mancavano quasi tutti i laureandi e quelli che c'erano, se ne stavano silenziosi sotto gli alberi a studiare. Le matricole, invece, uscivano freschi e pimpanti dal bar dove si erano appena goduti una ricca colazione, senza pensieri. Era tutto nella normalità, se non fosse per quella porta a destra dopo l'entrata, solitamente aperta, ora chiusa da giorni. Il primo giorno, Li Qian non ci aveva nemmeno fatto caso, il secondo giorno, pensò fosse solo una coincidenza, ma dopo una settimana la cosa cominciò ad essere davvero strana: il professor Shen non aveva mai avuto segreti, lui stesso aveva spigato così il suo voler lasciare sempre la porta aperta. Che avesse qualche problema personale? Era conosciuto per non parlare mai di sé, ma in quei giorni la sua giovane assistente aveva notato delle distrazioni nell'uomo e un certo comportamento più schivo del normale. Ormai mancavano poco più di una settimana all'inizio degli esami per i laureandi e la ragazza sentiva il bisogno di avere il professore vicino. Fu quindi entusiasta della proposta di Tan Xiao e Kevin di invitare il professor Shen per una bevuta, per gli ultimi consigli e non sarebbe nemmeno risultata ridicola, perché l'avevano chiesto loro e non lei. La voce del professore, però, era sempre la stessa quando le diede il permesso di entrare, dopo che lei aveva bussato. Shen se ne stava seduto dietro la scrivania a leggere quello che sembrava un dossier: forse aveva una seduta con uno studente. Li Qian gli sorrise e strinse le spalline dello zaino.

- Le va di andare a bere qualcosa con noi, dopo le lezioni? Non la vediamo da un po', a parte a lezione. -

  Dal momento che l'uomo se n'era rimasto rintanato nel suo ufficio per tutto quel tempo, la ragazza aveva quasi timore a chiedergli se volesse una distrazione, ma quando lo vide sorridere, quasi colpevole, il petto le si affievolì.

- Perché no?! Ammetto di essermi distaccato un po', ultimamente. -

  Un sorriso raggiante si dipinse sul volto di Li Qian, che, però, non durò molto. In quel momento, il cellulare del professore suonò. La ragazza lo vide sorridere alla vista del nome sul display e rispose alzandosi dalla sedia e mettendosi un po' di sbieco. Non aveva mai visto quel sorriso sul volto del professore, doveva essere una persona molto importante quella con cui stava parlando. La mano libera in tasca, uno sguardo basso e sfuggente verso sinistra. Sembrava che il professore fosse contento di quella chiamata, ma nello stesso tempo, Li Qian percepiva un certo turbamento emotivo che non sapeva spiegarsi. Il professore era un uomo tutto d'un pezzo ai suoi occhi, non poteva credere che ci fosse qualcosa che potesse destabilizzarlo.

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una mano in tasca = persone che non vogliono svelarsi completamente

sguardo basso e sfuggente = senso di colpa, vergogna

sguardo verso sinistra = ritorno al passato, sfuggire ad un confronto

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  Le sue riflessioni silenziose furono interrotte dalla voce dell'uomo che la fece tornare alla realtà.

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