XIII - Tutti i grandi sono stati bambini una volta... (IV)

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  Il sorriso di Zhao si spense immediatamente e l'uomo cominciò a percepire un certo calore alle orecchie, mentre l'ansia lo avvolse ancora una volta, come quella mattina quando gli erano venute strane idee in testa. Quei movimenti improvvisi sembravano procurargli sempre un certo non so che... Non era gay, almeno non si considerava tale, sebbene fosse comunque di mente aperta, ma Shen gli appariva talmente delicato che quasi si dimenticava fosse un uomo. Abbassò lentamente lo sguardo sulla sua mano, solo per notare che qualcosa spuntava da sotto di essa e quando il professore la rimosse, si ritrovò a guardare un piccolo block notes nuovo di zecca.

- Cosa... -

- Dammi il tuo numero. -

  L'aveva detto davvero? Wow, colpo di scena! Zhao ci mise poco a riprendersi e non riuscì a nascondere un sorriso soddisfatto. Ma l'entusiasmo fu spento in men che non si dica.

- Ti sei deciso! -

- Non farti strane idee: ormai la signora Yao si aspetta di rivederti e così ti saprò dire quando, senza che mi disturbi di nuovo all'università. -

  Rifiutato ancora una volta. Zhao rivolse a Shen un'espressione da "fai sul serio?" che l'altro ignorò bellamente, tirando invece fuori dalla borsa della spesa una penna e porgendogliela.

- Tu sei una brutta persona. -

  Con una smorfia di disappunto, il detective prese la penna, esitò un attimo nel quale sorrise sotto i baffi senza farsi notare e alla fine, scrisse il suo numero di telefono e ridiede il blocchetto a Shen, che lo buttò nella borsa della spesa, senza nemmeno guardarlo.

- Buona giornata. -

- Che... Ehi, aspetta! Così non vale, dammi il tuo. -

- Ti chiamo io. Non dimenticare la macchina: da quella parte fai prima. -

  Completamente ignorato! Non gli aveva nemmeno dato il tempo di ribattere. Zhao sbatté le palpebre più volte, mentre fissava la schiena di Shen che cominciava ad allontanarsi. Che spilorcio! Non poteva mollarlo in quel modo, soprattutto considerando che il detective non aveva ancora deciso cosa fare per il resto del giorno, dettaglio da non trascurare. Gli bloccò la strada.

- Ti do un passaggio. Per ringraziarti della colazione. -

  Tsk! Se proprio si voleva essere precisi, Shen non aveva fatto solo quello per lui, aveva anche pagato la consumazione della sera prima, alla faccia dell'"offro io". Effettivamente, Zhao gli doveva qualcosa, anche se Shen tendeva a non curarsi di queste cose.

- Per te, ogni scusa è buona, eh?! -

  Zhao fece spallucce, senza nemmeno sforzarsi di nascondere il proprio divertimento. Shen controllò l'orologio al polso: era già in ritardo sulla tabella di marcia. Non aveva pianificato di andare al lavoro con la macchina, avrebbe voluto prendere un taxi per non perdere tempo col parcheggio, quindi il passaggio gli faceva anche comodo; così, sospirò e acconsentì. Passarono velocemente a casa sua, perché lasciasse la borsa della spesa e prendesse la valigetta col materiale didattico, dopodiché raggiunsero la macchina del detective e in poco tempo, arrivarono all'università.

- Grazie del passaggio. -

  Il detective non ebbe nemmeno tempo di ribattere, che l'altro scese dalla macchina e si avviò oltre il cancello della scuola, senza più voltarsi. Fece capolino dalla macchina anche lui.

- Quando pensi di chiamare?? -

- Quando avrò tempo! -

  Zhao sbuffò, posando il mento sull'avambraccio appoggiato al tetto della macchina, mentre osservava la figura di Shen allontanarsi e sparire nell'enorme edificio. Quanto poteva essere impegnato un professore? Non gli restava che andare ad annoiarsi in centrale. Preso posto dietro il volante, uno scintillio sotto il sedile del passeggero attirò la sua attenzione e avvicinandosi per controllare, trovò le chiavi di casa che la sera prima aveva pensato di aver dimenticato in ufficio.

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