Shooting Stars [ITA]

XX - Un principe senza corona (IV)

  Vaniglia, cioccolato, melone, limone, zenzero, ginseng, tè verde... Menomale che a Da Qing non interessava "quella cosa per bambini", altrimenti il suo tentare disperatamente di vedere oltre le persone in attesa per il gelato, mentre sbuffava impaziente, sarebbe stato strano! Sembrava non avesse mangiato un gelato da anni. Oppure, era quello che più preferiva mangiare. Quando finalmente poté ottenere la sua pallina gigante in coppetta, fu in procinto di esultare, ma incrociando lo sguardo di Zhao fece subito finta di niente, facendo ridere l'altro.

- Un vero duro. -

  Il ragazzino fece per esprimersi in modo colorito, ma decise semplicemente di ignorarlo, precedendolo verso la zona verde adiacente il bar-gelateria dove si erano fermati e prendendo posto su una panchina vuota. Zhao lo imitò subito, stravaccandosi comodamente, la testa all'indietro e rilasciando un sospiro di relax. Fortuna che era ancora presto e non c'erano bambini in giro, altrimenti, con quella bella giornata, la quantità di soavi vocine avrebbe messo a dura prova la pazienza di entrambi. Ma almeno c'era un po' di movimento: lungo il tragitto in macchina, l'unico suono tra il capo e il suo apprendista, fu il fischiettare allegro del primo, mentre guardava fuori dalla finestra, dal momento che quel catorcio non aveva nemmeno la radio e il ragazzino non era sembrato in vena di chiacchierare. - In realtà, lo aveva fatto anche per distrarsi dagli scossoni che colpivano quel rottame ogni due secondi, perché gli mettevano ansia, come se temesse che potessero perdere una ruota da un momento all'altro. - Come faceva, uno di quell'età, a non avere la radio in macchina? Soprattutto, come poteva essere contento di guidare una macchina del genere?? A quell'età, i giovani non volevano mettersi in bella mostra con gli amici? Non era normale. Ogni tanto aveva lanciato un'occhiata al giovane pilota e aveva sorriso divertito alla sua espressione concentratissima, mentre teneva lo sguardo fisso sulla strada, probabilmente per evitare qualsiasi cosa potesse rovinare quel gioiellino datato. Gli sarebbe servita una bella botta di vita, pensò Zhao. Nel parchetto tirava una leggera brezza che rilassava le membra e faceva sbadigliare di gusto. Sarebbe stata dura riprendersi da quell'alzata forzata...

- Ma guarda, c'è il tuo amichetto. -

... o anche no! Con un altro sbadiglio, Zhao raddrizzò la testa e volse lo sguardo nella direzione indicata da Da Qing, rimanendo piacevolmente sorpreso di trovare il professor Shen nella sua visuale, dall'altra parte della strada. Sembrò svegliarsi di colpo. Che ci faceva lì a quell'ora? Era anche in compagnia e sembrava addirittura disinvolto, strano.

- Non vai a salutarlo? -

- Fatti gli affari tuoi. E' impegnato, non vedi? Tanto ci vediamo domani: tre giorni consecutivi sarebbero troppi. -

  Ghigno divertito.

- Non ti vuole tra i piedi, vero? -

  Avrebbe tanto voluto dare un pugno in faccia a quella pulce fastidiosa, ma non sarebbe stato decoroso in mezzo alla strada - avrebbero anche potuto denunciarlo per lesioni a minore, visto che Da Qing non sembrava affatto un ventunenne - così, l'unica cosa che gli venne in mente di fare, fu quella di infilare un dito nell'invitante gelato alla crema, giusto per dare fastidio alla palla al piede, che gli lanciò uno sguardo omicida.

- Tutti mi amano. E va bene, mezza sega, guarda e impara! -

  Adesso doveva anche insegnare le basi a un ragazzino, pensò seccato, mentre con le mani affondate nelle tasche attraversava la strada, per raggiungere il professore e lo sconosciuto. Non sapeva perché lo stesse facendo, ma non aveva mai visto il professore chiacchierare con quella scioltezza con qualcuno, voleva proprio sapere cosa stesse succedendo.

- Professor Shen! Non ci si vede da un po', eh. Ho interrotto qualcosa? -

  Parli del diavolo e spuntano le corna, pensò Shen, non appena udì la voce allegra del detective dietro di sé. Perché se lo trovava sempre in mezzo ai piedi? Ad essere sincero, gli seccava che quell'insistente fosse spuntato proprio in quel momento. Quell'uomo faceva troppe domande e trovare il professore in compagnia di un vecchio amico, avrebbe solo alzato un polverone nella tua testolina curiosa. Voltandosi ad affrontare la solita faccia raggiante, riusciva a pensare solo ad una cosa: "Dammi tregua."