Capitolo 28

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Dopo aver letto il fascicolo della salute di Izana, lo rimetto al suo posto e mi affretto a svolgere la mia funzione. Raggiungo il suo ufficio e busso alla porta. Ho atteso e non ho ricevuto nessuna risposta. Ho ritentato un'altra volta e ho ottenuto la stessa risposta. Il mio cuore ha cominciato a battere di più, perché avevo paura che gli fosse successo qualcosa per colpa mia. Entro nel suo ufficio e lo trovo vuoto. Ho controllato ogni minimo dettaglio e ho potuto capire che lui era stato al suo ufficio non tanto tempo fa.
Decido, anche se inizialmente ero contraria, di controllare la sua stanza di letto che si trova nella stanza accanto al suo ufficio. La porta che portava alla sua stanza era tra i vari scaffali del suo ufficio.
Raggiungo la porta e appena metto mano sulla maniglia, la porta si apre e mi ritrovo Izana di fronte. Subito abbasso la testa e faccio dei passi indietro. Che stupida che sono? Perché mi sono buttata fino a questo punto? Perché sono così preoccupata per la sua salute?
Izana, stupito: «Che ci fai qui, Asuna?»
Io: «Volevo svolgere il mio lavoro, ma a quanto pare il tutto è inutile. Tolgo subito il disturbo!»
Appena volevo girarmi, la sua mano prende la mia e mi porta verso di lui. Chiude la porta e mi immobilizza contro la porta stessa. Ho notato che aveva il fiato non regolare e ho percepito che le sue mani fossero più calde del solito.
Io, sorpresa: «Che cos'hai? Non ti senti bene?»
Izana, sorridendo: «La solita febbre che mi sta perseguitando. Nient'altro»
Subito il mio sguardo ricade sul suo braccio, che aveva subito il colpo quella giornata. Avevo notato che la sua manica bianca si stava tingendo di rosso.
Mi libero dal suo blocco e gli dico di raggiungere il letto. Si sdraia, senza nemmeno obiettare, e ho notato che la sua salute stava sempre di più peggiorando. Ho tolto la sua camicia e ho controllato il suo braccio: la cicatrice aveva qualche incrostazione non normale. Sembrava infettata da qualche fungo. Subito gli spalmo degli unguenti, che mi ero portata con me, per abbassargli la temperatura e per eliminare i patogeni dalla sua ferita. Ho avvisato il capo dell'erboristeria del palazzo di quanto è accaduto e subito ha chiamato un dottore. Lo ha controllato e mi ha dato una ricetta per la sua ferita.
Dottore: «Complimenti per il suo veloce intervento. Altrimenti sua altezza sarebbe in gravi condizioni. Non so quale relazione hai con il principe, ma credo comunque che sei l'unica in grado di prendersi cura di lui. Parlerò con il capo dell'erboristeria e lei sicuramente comprenderebbe la situazione. Ti prego di continuare a prenderti cura della sua salute e se la sua salute dovesse peggiorare, non esitare a chiamarmi!»
Gli sorrido e gli dico: «Certamente dottore. La salute della persona viene prima di ogni altra cosa, altrimenti che senso avrebbe vivere senza prendersi cura delle persone che ci circondano. Ogni persona merita di essere presa in considerazione, qualunque essa sia»
Il dottore rimane sorpreso da quello che gli avevo detto, ma è la verità. La persona non deve essere giudicata per quello che è, per la posizione che occupa in una società. Bensì per la sua comune caratteristica di essere un essere umano come me. Tutti siamo uguale, indipendentemente dalla nostra posizione nella società. Tutti meritano tutto quello che garantirebbe la salute della persona!
Lui mi raccomanda dei medicinali, soprattutto alcune erbe che avrebbero aiutato Izana a guarire. Lo ringrazio dal profondo del mio cuore e torno nell'erboristeria per preparare i medicinali. Shirayuki mi aveva visto e curiosa mi ha chiesto cosa stessi facendo. Allora le rispondo: «Sono medicine per il principe Izana. Non si è sentito bene. Ma non preoccuparti, Shirayuki. Andrà tutto bene»
Almeno così spero. Ma credo che lui dovrà rimanere a letto per diversi giorni. Gli avevo avvisato di non fare azioni avventate, soprattutto che loro principi non sono come le altre persone visto che sono circondati da dottori ovunque. Non sono come le altre persone, che si familiarizzano con l'ambiente circostante.
Ritorno nella sua stanza e gli spalmo l'unguento sul braccio. Inoltre rimango accanto a lui, cambiandogli di volta in volta il panno umido sulla sua fronte.
Così rimango accanto a lui per una settimana intera e diverse volte è venuto il dottore. Notava che stava migliorando, ma tutto avveniva lentamente.
L'ottavo giorno mi era addormentata mentre dovevo tenerlo d'occhio e mi sono svegliata dopo aver fatto un brutto incubo. Alzo la testa e mi rendo conto che era stato soltanto un brutto incubo e che non sarebbe diventato neanche realtà. Meno male!
Mi alzo e controllo la sua fronte, poggiando la mia mano, e ho notato che la temperatura era tornata quella normale. Avevo intenzione di toccare le sue guance, per avere un'ulteriore conferma, ma subito mi imbarazzo e d'istinto mi viene da togliere le mie mani. Ma prima che potessi sottrarre le mie mani, le mani di Izana le bloccano. Aveva aperto gli occhi e sembrava felice.
Io, imbarazzata: «L-lascia le mie mani, Izana»
Izana: «Continua pure con il tuo controllo»
Avevo capito dove mirava, ma non riuscivo a continuare. Era molto imbarazzante per me. Stavo cercando di trovare qualche scusa per lasciare quella stanza e andare via, quando mi accorgo troppo tardi che Izana si era alzato ed il suo volto era molto vicino al mio. Le mie guance subito si sono tinte di rosso. Subito lui posa le sue labbra sulle mie, lasciandomi di stucco sulla sua reazione. Rimane così per alcuni minuti e sinceramente non mi sentivo imbarazzata da quello stava facendo.

Il richiamo del passato e lo sguardo verso il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora