Capitolo 12

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Ci avviamo verso la sala degli ospiti e più mi avvicinavo, più sentivo che il mio cuore voleva uscire fuori dal mio petto. Davanti alla porta mi fermo e continuo a fissare la maniglia, riflettendo se vale la pena aprire e trovarmi la sorpresa oppure tornare indietro. Poi sento una mano sulla mia spalla. Mi giro e trovo Kiki sorridere, dicendomi: «Su, ci sono con te»
Faccio un respiro profondo e poi apro la porta. I miei occhi non volevano credere a ciò che avevo davanti. Come avevo appunto pensato non c'era Izana mentre invece c'erano Shirayuki, Zen, Mitsuhide e la capoerborista. Subito Shirayuki mi viene incontro e mi abbraccia, dicendomi: «Mi sei mancata tanto, Asuna»
Le accarezzo i capelli e le dico: «Anche a me siete mancati tutti. Su, sediamoci e parliamo su diversi argomenti, tra cui anche la mia vera identità»
Tutti annuiscono e poi una serva mi chiede se volevo che portassi qualcosa, allora le dico: «Forse qualcosa di leggero da sgranocchiare mentre parliamo. Grazie tante»
Lei sorride e ritorna con del succo e qualche biscotto, dolce e salato. Verso a tutti e ognuno di noi prende un bicchiere. Allora decido di parlarli del mio passato, visto che si trovano a casa mia e anche perché era stata già richiamata. Ma non dico nulla sulla mia relazione con Izana, perché tuttora a me non è ancora chiara.
Ridiamo e scherziamo e non ci accorgiamo che il tempo è volato velocemente.
Verso tardo pomeriggio hanno deciso di andare e gli accompagno alla loro carrozza. Shirayuki mi abbraccia nuovamente e le prometto che sarei tornata fra qualche giorno al palazzo. Anche Zen mi abbraccia e poi mi dice, con uno sguardo pensieroso: «Non so come dirtelo, ma comunque ci provo. In questi ultimi giorni ho notato che mio fratello è cambiato leggermente e mi è sembrato che provasse qualche interesse nei tuoi confronti. Ma mi sembra tutto al quanto assurdo, perché non ricordo di averlo visto in questo stato»
Io, imbarazzata: «Molto probabilmente ti stai confondendo, Zen. So che tuo fratello non rivolgerebbe nemmeno a me lo sguardo, visto il suo carattere»
Lui sorride e mi dice: «Già, forse hai ragione. Ci vediamo comunque tra qualche giorno. Stammi bene!»
Kiki mi abbraccia e si unisce anche lei a loro. Rimango a salutarli anche se la carrozza si stava allontanando. Se questa è soltanto l'impressione di Zen, allora non saprei come gestire la questione se sapesse come è cambiato radicalmente suo fratello. Non crederà nemmeno a questa sua nuova personalità!
Decido di tornare indietro e mentre stavo passando per il corridoio, ho sentito alcune serve dire che è arrivata una seconda carrozza reale. Subito capisco chi ci avesse fatto visita e mi affretto a chiudermi nella mia stanza. Sapevo che sarebbe venuto, ma io non volevo nemmeno passare un millisecondo con lui.
Mi siedo sul letto e comincio a fare qualcosa con l'uncinetto, tanto per dimenticare il nuovo ospite. Verso sera la serva mi dice che tra non molto la cena sarebbe pronta e le dico di dire che possono cenare senza di me, perché non ho fame. Sapevo che era una scusa per non doverlo incontrare.
Verso tarda serata mi avvicino verso la sala da pranzo e li trovo ancora discutere. Ma di cosa mai stanno parlando? E perché lui è venuto qua?. Mi avvio nella biblioteca e mi siedo sulla poltroncina a riflettere. Ho riflettuto per un lungo tempo, fino a che le palpebre non si appesantiscono.
Pov's Izana
Speravo di poter vedere Asuna a cena, ma non si è presenta con la scusa che non aveva fame. Ma sapevo che non voleva vedermi visto che ho fatto una visita improvvisa.
Rimango a chiacchierare con i genitori di Asuna. Sono delle persone buone e gentili. Rimaniamo fino a tardi e poi mi offrono una stanza per dormire. Chiedo loro di indicarmi la direzione e procedo da solo, perché volevo far fiorire i miei ricordi in questo palazzo.
Ma essendo emerso nei ricordi non ho fatto caso a dove mi stavano portando i miei piedi e mi trovo ad un punto del palazzo che non sapevo dove ero. Poi sento una voce femminile dire: «Signorina. Signorina Asuna. Signorina Asuna si svegli»
Mi avvio verso la fonte della voce e trovo una serva che voleva svegliare Asuna che dormiva su una poltrona. Sorrido e poi ritorno alla mia aria da serio. Appena si accorge della mia presenza, le dico: «La porterò io nella sua stanza. Mi potrebbe indicare dove si trova la stanza che mi è stata affidata e la sua stanza»
La prendo tra le mie braccia e la serva mi indica dove si trovano le nostre stanze. Una accanto all'altra! Che coincidenza!
Mi avvio verso la stanza che mi è stata assegnata, continuando a osservare ogni tanto a come dormiva beatamente Asuna. Se solamente fosse così dolce e cordiale con me. Chissà come mai lei si comporta in questo modo con me e perché non mi ha detto nulla a me? E poi come ho fatto a non accorgermi della sua presenza, anche dopo quella frase che mi aveva detto l'altra volta?
Entro nella stanza che mi è stata data e la metto su un lato del letto. Mi cambio i vestiti e mi metto anch'io nel letto. Le accarezzo il viso e poi mi addormento dopo averla ammirata dormiente.

Il richiamo del passato e lo sguardo verso il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora