Capitolo 2

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Decido di andare in una montagna e salire su un albero alto. Da lì potevo vedere l'enormità del palazzo reale. Mi sfuggono delle lacrime perché tutto l'equilibrio che avevo faticato a generare si è distrutto nel giro di pochi minuti. Non avrei mai pensato che quel sovrano avrebbe ripescato il passato che ho sempre voluto nascondere alla persone che mi sono care. Ora con quale faccia mi rivolgerò a Shirayuki, Zen, Kiki, Mitsuhide e tutti gli altri? Soprattutto a lui, a cui avevo tenuto segreta la mia vera identità visto che non mi aveva riconosciuta a quell'incontro? Mi serviva proprio questo per rendere ancora di più complessa la mia vita, come non lo era già in passato. Sono nata e cresciuta in una famiglia aristocratica. Ma io ero l'unica in famiglia contraria a ciò che accadeva: non mi piaceva tutta quella arroganza in famiglia, la noncuranza dei servi, l'ipocrisia con gli altri. Avevo parlato diverse volte con mio padre, ma sapevo già che era una battaglia con una sconfitta preannunciata. Così, a dieci anni decisi di allontanarmi una volta per tutte da quella vita. Ormai sapevo come cavarmela da sola. Così, durante la notte sono sgattaiolata fuori e sono fuggita da Wistaria. Mi ero fermata diverse volte per sostarmi, ma avevo paura che potessero essersi accorti della mia assenza e quindi fosse alla mia ricerca. Era la mia prima notte fuori casa e mi sentivo sinceramente sola e felice. Ricordo che ho continuato a camminare senza curarmi di come si erano ridotti i miei vestiti. Ciò che mi importava era allontanarmi e non farmi beccare da nessuno. Ricordo ancora che mi ero fermata da un venditore di coloranti per capelli e avevo comprato una tinta nera. Ricordo ancora la sua frase che mi aveva detto: «Perché una giovane come te vorrebbe nascondere il bel colore dei suoi capelli con questo colore?». Mi ero limitata a sorridere e gli avevo dato i soldi. Poi mi ero messa a correre il più veloce possibile, perché sentivo che i miei genitori avevano organizzato una squadra di soldati che mi trovassero. Ricordo ancora come avevo fame e anche quando avevo terminato tiro il denaro che avevo. Per fortuna ero riuscita a tingermi i capelli e sembravo effettivamente diversa. I giorni seguenti sembravano durare veramente lentamente, anche perché la fame era il fattore che dominava. Ma il mio corpo ha resistito fintanto che poteva e poi ha deciso di cedere.
Erano veramente delle ore molto difficili da vivere, soprattutto perché mi ero abituata ad avere sempre tutto.
Poi mi risveglio in un letto non del tutto comodo. Mi alzo subito dal letto e mi rendo conto di trovarmi all'interno di una stanza che non mi era familiare. Ricordo ancora bene come mi ero sentita impotente e impaurita quando avevo sentito dei passi avvicinarsi verso quella stanza. Avevo paura che mi avessero trovata e che mi volessero portare a casa. Il mio corpo aveva cominciato a tremare e le lacrime a bagnarmi il viso. Poi due donne entrano e appena mi trovano in piedi, mi hanno abbracciata e mi hanno accolta all'interno della loro abitazione. Ero veramente scioccata da questo loro gesto e avevo capito subito che loro non mi avrebbero mai riportata a casa. Mi hanno ospitata nella loro casa e considerata membro della loro famiglia, dopo che hanno saputo che avevo deciso di allontanarmi da casa per un determinato motivo. Ricordo ancora le parole che la madre mi aveva detto: «Non so quale motivo di abbia costretta ad abbandonare la tua dimora, ma sentiti sicura che noi ti consideriamo membro della nostra famiglia. Sentiti libera di fare ciò che vuoi e noi cercheremo nel miglior dei modi a garantirti una vita comoda»
Loro mi hanno garantito la frequenza della scuola, tutto il materiale scolastico necessario, l'abbigliamento. Al tempo stesso avevo deciso di trovare qualche occupazione part-time per aiutarli economicamente, perché sapevo che ero un peso per loro. Ma questa vita mi ha permesso di entrare in contatto con diverse persone, diverse attività che avevo sempre sperato di sperimentare. Ricordo anche che avevo scritto diversi testi e che non sempre gli editori accettavano pubblicarli.
Poi, dopo aver studiato erboristeria mi sono proposta ad entrare a far parte dell'erboristeria del palazzo reale di Tanbarun e grazie al supporto di quelle persone, che ritengo essere la mia seconda famiglia, sono riuscita a passare tutti gli esami con un punteggio alto. Così sono entrata in quel mondo e ogni tanto ritornava a salutare la famiglia che si è presa cura di me.
E poi sapete bene la mia storia: ho incontrato Shirayuki e siamo subito diventate amiche, nonostante la differenza di età. Lei mi raccontata tutto quello che le preoccupava e così abbiamo deciso insieme di andare via da Tanbarun, visto che il principe Raji-oji la voleva come concubina. Così ci incamminiamo nei boschi e incontriamo Zen, Kiki e Mitsuhide. Ricordo bene che appena io e Kiki vi siamo viste, abbiamo capito subito le nostre identità. Poi dopo diversi eventi sono diventata l'erborista reale di Wistaria.
Tutto questo tempo è passato molto velocemente e pensare che tutto quello che avevo nascosto in questi anni è venuta a galla per quella stupida richiesta del re di Tanbarun. Ora come dovrei comportarmi con gli altri? E con lui? Ora che sa chi sono, non ho più il coraggio di vedere nessuno. Ma devo fronteggiare questo problema e rimediare ai danni.
Pensare al passato mi ha fatto dimenticare il tempo e subito è scesa la notte. Decido di tornare di notte al palazzo, nella speranza di non dover incontrare nessuno, soprattutto lui.

Il richiamo del passato e lo sguardo verso il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora