Capitolo 27

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Passo il resto della giornata a leggere libri che Izana mi aveva portato tramite un servo, lasciando la finestra aperta.
Era già arrivata la primavera e sentivo il cinguettio degli uccelli. Questo mi dava una sorte di consolazione a questa mia attuale situazione. Ogni tanto veniva a trovarmi la capoerborista, così come anche Shirayuki e Kiki. Era molto gentile da parte loro venire a trovarmi, visto che ora sono confinata nella mia stanza.
Dopo aver cenato, mi faccio una doccia e mi metto gli unguenti che il dottore mi ha dato. Mi guardo allo specchio e noto che avevo lividi ovunque sul mio corpo: dal viso ai piedi. Quella signorina si era divertita a maltrattarmi e sicuramente non riuscirò mai a dimenticare quello che mi ha fatto passare. Anzi non pensavo mai di essere stata odiata con tale disprezzo. Mi metto la camicia da notte e mi siedo sul letto a riflettere su me stessa.
Poi sento qualcuno bussare alla porta. Gli do il permesso di entrare, mentre la mia mente è ancora immersa nella realtà della riflessione. Sento improvvisamente un qualcosa di tenero poggersi sulla mia mano. Mi giro e mi trovo accanto Izana. Faccio un sospiro di sollievo, perché potevo immaginarmi di tutto dopo quello che ho passato la scorsa settimana. Allora gli chiedo: «Ah, ciao. Non mi ero accorta che eri entrato. Cosa ti porta da me in questo orario?»
Lui risponde, intrecciando le sue dita sulle mie: «Volevo vedere come stavi. A quanto pare stai bene, anche se sei persa molto nei tuoi pensieri. Ad ogni modo volevo dirti che Yukie mi ha risposto alla lettera che le avevo mandato, dicendomi che ti avrebbe lasciata in pace. E che noi due saremo rimasti amici come prima»
Sorrido, anche se io non ne sono al cento per cento sicura. Potrebbe solo aver messo in scena questa sua gentilezza per poi volermi eliminare in modo silente, come stava per fare. Meglio non pensare sempre male ed essere positivi, tenendosi sempre allerta.
Gli chiedo di togliere la sua mano sulla mia, ma lui mi fa no con la testa. Allora decido di fargli capire io stessa cosa vuol dire non sentirmi. Stavo per alzare la mano, quando lui la riporta verso di sé trascinandomi con lui. Mi imbatto sul suo petto e le sue braccia mi bloccano in quella posizione. Il mio cuore batte forte forte e gli chiedo, alzando il volto verso l'alto: «Cosa vuoi dirmi? Se fai così vuol dire che mi vuoi comunicare qualcosa. Su, sputa il rospo Izana»
Lui sorride ed abbassa la sua testa. Mi guarda negli occhi e mi dice: «Mi sei mancata tanto»
Lo guardo male e gli dico: «Tutto qua? Credevo avessi fatto qualche nuova decisione o chissà cos'altro. Dubito se veramente hai la stoffa per un sovrano»
Lui mi dice: «Non fare quelle espressioni, che non mi fai altro che aumentare la voglia di baciarti. Ma non voglio sembrare insistente nei tuoi confronti»
Io, stando al suo scherzo: «Ah, sì? Quindi il principe Izana-oji si sta preoccupando della salute della mia psiche?! È veramente un piacere sentirlo»
Scioglie l'abbraccio e mi rimetto composta sul letto. Poi lui si avvicina verso di me e mi dice: «Mi stavi prendendo in giro, vero?»
Faccio la vittima e gli dico: «I-io prendere in giro te? A cosa stai pensando, Izana?»
Ci guardiamo negli occhi e poi scoppiano a ridere. Ci conoscevamo così bene da comprendere quando uno scherza o meno. E poi mi parla di quello che ha fatto questo pomeriggio.
Dopo questa lunga discussione, se ne va salutandomi con un bacio sulla guancia e rimango sola nella stanza. Ammetto che mi sono trovata bene con lui, ma c'era qualcosa, che non riuscivo a comprendere, su di lui che mi faceva preoccupare. Come se avessi fatto sfuggire qualcosa di così importante.
Così passo il resto della settimana nella stanza, con la visita dei miei amici con cui scherzo e passo del tempo prezioso. I lividi sono spariti grazie a quegli unguenti che il medico mi aveva dato, cosi come le cicatrici. Tutto sembrava essere ritornato alla normalità, ma la mia mente aveva ancora qualcosa su cui preoccuparsi. Non riuscivo a capire bene cosa, ma se la mia mente si preoccupava significa che si tratta di qualcosa di importante per me.
Mi metto gli indumenti da lavoro e mi dirigo a fare colazione con gli altri. Chiacchieriamo e poi ci mettiamo in moto. Abbiamo controllato lo stato delle erbe, curato alcuni servi che non si sentivano bene. Verso tarda serata la capoerborista mi consegna un libro che avevo già letto in passato. Entro nell'ufficio che mi è stato assegnato e faccio scorrere le pagine. Il mio sguardo ricade su delle pagine che sicuramente ho letto in passato, ma che ora come ora non mi ricordo definitivamente. Parlavano della salute di Izana durante la sua infanzia e anche negli ultimi anni. Potevo dedurre che aveva una salute più o meno salubre, ma c'era qualcosa che ogni tanto non andava bene. Poi, come una freccia che raggiunge io suo bersaglio, mi viene una questione e riesco a capire perché non mi sentivo a mio agio. Ecco perché sentivo un peso nella mia coscienza? Come ho fatto a dimenticare questo fatto? Faccio bene ad andare a controllare oppure posso farne a meno?! Non voglio sembrare la persona che ci tiene tanto a lui, anche se veramente lo è leggermente. Ma non voglio tutti comincino a parlare di noi come una coppia. Si, io gli voglio bene e lo amo per quello che è. Ma c'è la posizione che mi rende titubante nell'esprimere o meno i miei veri sentimenti. Non è da me lasciare una persona morire, oppure soffrire, quando io so che potrei aiutarla. Allora lo faccio per questo motivo, e per nessun'altro.

Il richiamo del passato e lo sguardo verso il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora