Capitolo 32

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Stavo per alzarmi e pagare il tutto, quando lui mi prende la mano e mi dice: «Pago io, Asuna»
Le mie guance si sono leggermente arrossate e annuisco, abbassando lo sguardo. Ho aspettato che pagasse e volevo andarmene, ma lui ci teneva che facessimo un giro insieme. Allora ho deciso di portarlo un po' fuori dalla città, così nessuno, o almeno credevo, ci avrebbe seguiti. Invece, ovunque noi andiamo, un gruppo di persone ci segue. Questo mi metteva a disagio, perché non riuscivo a capire i comportamenti del sovrano di Tanbarun. Perché mi tratta così? Cosa vuole da me? Non dirmi che...
Stavo per cadere quando lui mi prende la mano e la contrae la sua, avvicinandomi al suo petto.
Lui, abbassando il volto e sorridendo: «Attenta a dove metti i piedi, Asuna»
Io, con le guance arrossate: «G-grazie»
Volevo allontanarmi da lui il più veloce possibile, ma lui mi avvolge in un abbraccio e mi sussurra: «Grazie per aver passato del tempo con me. Devi sapere che tu mi ricordi tanto la mia amata moglie, che purtroppo è venuta a mancare molto presto. La tua gentilezza, il tuo sguardo,....»
Lo interrompo spingendolo lontano e gli chiedo, con le guance arrossate: «C-che intenzione avete? Non bastava aver svelato la mia identità davanti alle persone a cui gliela avevo nascosta. C-cosa vuole fare? Perchè continua a disturbarmi ogni volta che sono tranquilla?»
Lui si avvicina da me, mente io indietreggio. La gente continuava ad osservarsi e sapevo che ben presto sarebbero giunte a tutti delle false voci su quello che sta veramente accadendo. La gente interpreta a loro modo la situazione e poi le voci raggiungono velocemente tutti.
Continuo ad indietreggiare fintanto che la mia schiena tocca il tronco di un albero. Lui continua ad avvicinarsi, fino ad avere il suo volto a pochi centimetri dal mio. Stavo per aprire bocca, quando lui pone un suo dito e mi dice: «Sembra proprio che tu sia veramente cieca. Mah, fa lo stesso. Andiamo, torniamo al palazzo?»
Io: «Io passo. Sono appena uscita dal palazzo per prendere una boccata d'aria fresca e adesso mi trovo ancora vincolata in un'altra situazione. Perciò la prego di dividerci e fare come se niente fosse accaduto»
Volevo andarmene, ma lui mi ha bloccata contro l'albero. Non mi lasciava andare da nessuna parte. Avevo paura di come la situazione potesse degenerare. Subito mi vengono in mente delle immagini e capisco il perché di tutto questo. Perché deve succedere a me? Perché devo essere il soggetto di questo? Perché?
Lui mi guarda dritto negli occhi e subito, in un battibaleno, posa le sue labbra sulle mie. Ho cercato di dimenarmi e liberarmi da quello che stava facendo, ma tutto era inutile. Ho morso le sue labbra come ribellione, ma anche lui sembrava impassibile a quello che cercavo di fare. Ma ad aggravare di più la situazione era la gente che osservava tutto ed i pettegolezzi che dicevano. Ho immaginato che nel giro di poche ore queste voci avrebbero raggiunto il palazzo reale ed io sarei in guai più che seri.
Gli do un pugno pieno di energia sull'addome e lui si allontana, contorcendosi dal dolore. Mi sono allontanata da lui e mi sono addentrata dentro la foresta. Quello che volevo è tranquillità. Ma non riuscivo proprio a rilassarmi e sentirmi a mio agio dopo quello che ha fatto quello stupido di insensibile di sovrano di Tanbarun.
La mia attenzione viene subito catturata da una famiglia di papere, dove stata proseguendo per il cammino. La madre controllava ogni tanto i propri piccoli, per vedere a che punto erano e se non si mettevano a litigare. Mi sono messa a ridere perché questa scena mi ha fatto ricordare un avvenimento del passato. Chissà come staranno? Devo andare a vederli! Forse potrei farlo in questi giorni di pausa che la capo mi ha concesso. Bene, ho progettato dove passare il mio tempo!
Mando una lettera alla mia famiglia, in cui l'avvisavo che sarei andata via per dei giorni di pausa.
Stavo pensando a come arrivare, quando una mano blocca la mia bocca e mi costringe a seguirla perché mi aveva paralizzata. Mi ha condotto in un vicolo buio e quando ho visto che erano buone le circostanze mi sono liberata dalla sua presa e mi sono girata per vedere chi fossi. Non riuscivo proprio a credere: Izana travestito.
Io, sorpresa: «C-che ci fai qui? E perché travestito?»
Izana, con uno sguardo serio: «È vero quello che la gente dice?»
Subito mi rendo conto che la situazione si stava mettendo male. Dovevo andarmene il più presto possibile. Perché a me devono succedere queste brutte esperienze?
Io, balbettando: «C-cosa dice la gente?»
Izana: «Che tu eri con il re di Tanbarun? E che avete mangiato insieme?»
Annuisco e gli dico: «È stato lui a volere la mia compagnia. Non potevo fare altro che seguire i suoi ordini. Devi capire la mia situazione. Non volevo affatto trovarmi in quella situazione, credimi. Volevo solamente prendermi una piccola pausa dal palazzo»
Lui si avvicina sempre di più e mi dice: «Perché non me lo hai detto?»
Abbasso lo sguardo ed il volto, perché era per colpa sua che volevo la pausa. Volevo riflettere bene su cosa fare del mio futuro, quale strada seguire. Lui alza il mio volto dal mento e con l'altra mano accarezza il mio volto, fino ad arrivare alle labbra. Le mie guance si sono arrossate perché sapevi che aveva un'altra domanda da fare.

Il richiamo del passato e lo sguardo verso il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora