Capitolo 7

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Mi sveglio ancora e noto che sono nuovamente al letto. Tocco la mia fronte e mi rendo conto che la febbre è sparita come pensavo. Mi alzo dal letto, senza svegliare Shirayuki che dormiva sul bordo del letto. Prendo una mantellina e le copro le spalle. Mi avvicino alla finestra e guardo fuori. È già notte profonda e tutto sembrava silenzioso. C'erano alcuni soldati che continuavano a girare e fare i loro turni di guardia. Sorrido tra me e me e decido di fare una piccola passeggiata nel guardino. Mi metto questa volta una mantellina più pesante ed esco fuori, sperando di non ammalarmi nuovamente. Cammino lentamente fintanto che sento qualcuno emettere un suono. Alzo lo sguardo e trovo Izana sorridere. Non ci faccio caso e continuo il mio giro nella notte. Faccio ritorno nella mia stanza, ma una mano mi costringe a fermarmi. Sapevo quella stretta di mano e mi giro con l'intenzione di fargliela pagare cara, ma lui mi abbraccia e mi sussurra all'orecchio: «Mi fa piacere vederti sana, Asuna. Non sapevi quanto il mio cuore stesse per spezzarsi»
Mi schiarisco la voce e gli dico: «Non dovrebbe interessarmi. Ti ho già parlato e detto di lasciarmi in pace. Vuoi che chiami qui i soldati. Su, ritorna nella tua stanza a sfarziarti e non farti vedere mai più»
Sapevo di aver usato un tono molto severo, ma io voglio che lui capisca che voglia delle distanze da lui. Scioglie l'abbraccio e mette le mani sul mio viso. Le mie guance diventano rosse e prima che potessi aprire bocca, lui poggia delicatamente le sue labbra sulle mie. Ma io gli do un pugno in piena pancia. Mi morde per sbaglio un mio labbro e mi allontano da lui, anche perché sentivo il mio labbro in fiamme. Mi chiudo dentro la stanza e decido di mettere Shirayuki sul letto, mentre io mi sarei sistemata sul divano. Mi sdraio sul divano e mi metto la mano sulle labbra, ripensando a quanto successo poco fa. Giuro che te la farò pagare cara. Come osi trattarmi così? Non sono la sua concubina che soddisferà ogni tuo desiderio. Deve capire una volta per tutte che io non lo voglio.
Mi addormento velocemente, diversamente dall'altra volta. Alla mattina mi sveglio presto e mi faccio la solita doccia mattutina. Esco dal bagno con un asciugamano che avvolge il mio corpo. Stavo cercando un abito da indossare, quando sento qualcuno abbracciarmi da dietro. Avevo paura che fosse nuovamente quello stupido del principe, ma quella stretta è così dolce come lo è l'abbraccio. Mi giro e trovo Shirayuki con il viso rigato. Mi avvicino da lei e le dico: «Su, non piangere. Mi dispiace avervi fatto preoccupare. Ora sto meglio ed è grazie al vostro aiuto»
Lei sorride e le dico di andare a prepararsi per la colazione. Lei annuisce ed esce, lasciandomi sola nella stanza. Mi cambio i vestiti, indossando un abito leggero color panna e mi faccio una coda di cavallo ai capelli per evitare che mi disturbino durante il lavoro.
Appena apro la porta, mi trovo una faccia che non avrei mai desiderato di vedere alla mattina. Chiudo la porta d'istinto, ma lui la ferma ed entra chiudendo alle sue spalle la porta. Sbuffo e gli dico: «Perché continui a disturbarmi? Non ti avevo detto di lasciarmi in santa pace!?»
Allunga la sua mano, ma impedisco che raggiunga il mio corpo. Gli dico: «Smettila. Non voglio niente da te e ciò che desidero dal profondo del mio cuore è una distanza da te»
Lui mi guarda male e mi dice: «Ti pentirai di avermi rivolto questa parola, Asuna. Lo saprai questa sera»
Alzo le spalle e gli faccio: «Di cosa dovrei avere paura? Di perdere questo lavoro? Di dover andarmene via. Anzi questo farebbe solamente piacere a me, visto che non ti rivedrò mai più»
Afferra subito la mia mano con una forza indescrivibile. Mi fa male e lo guardo, dicendogli: «Cosa vuoi? Lasciami in pace, Izana»
Stavo per dargli un pugno in faccia, quando in un modo riesce a fermare la mia mano e avvicina molto pericolosamente il suo viso al mio. Le mie guance diventano subito rosse e prima che potessi aprire bocca per protestare, lui mi bacia. Rimaniamo attaccati non so per quanto tempo, ma non riuscivo ad impedire ciò. Lui sembrava godere ciò mentre io sentivo il tutto obbligata. Si stacca da me e subito gli do uno schiaffo, dicendogli in imbarazzo: «N-non ti basta già disturbarmi alla mattina. Perché ti ostini a fare ciò che dovresti fare con tua moglie? Non ti avevo detto di dimenticarmi come lo avevi fatto prima?!»
I suoi occhi non volevano togliersi dai miei. Sembrava come se si trattasse di una battaglia di sguardi. Le mie guance diventavano sempre più rosse, soprattutto per l'imbarazzo e la vergogna. Faccio un respiro e lo supero. Raggiungo la porta e prima che potessi premere alla maniglia per aprire la porta, mi sento trascinata e poi avvolta in un abbraccio. Mi dimeno, ma poi sento il suo respiro al mio orecchio. Questo mi paralizza, ma soprattutto le parole che sono uscite dalle sue labbra: «Asuna, io ti amo. Continuerò sempre ad amarti e lo continuerò a manifestartelo fintanto che corrisponderai anche tu»
Mi riprendo da questo stato di shock ed esco, lasciandolo nella stanza. Faccio colazione assieme a Shirayuki e poi ci avviamo verso il luogo del nostro lavoro. Appena mi vede la capoerborista, mi chiede come sto e se dovevo prendere ancora dei giorni di riposo. Allore le dico: «Non si preoccupi. Ora sto bene e nel caso mi sentissi male glielo farei sapere»
Lei annuisce e poi ci mettiamo a mettere a posto, perché oggi è il giorno di mettere a posto tutto, controllare le varie erbe conservato e fare le pulizie.
Rimaniamo a fare le pulizie fino a tardo pomeriggio e poi mi sento chiamata dalla capoerborista. Mi avvicino da lei e le dico: «Serve il mio aiuto?»
Capoerborista: «Per oggi possiamo dire che hai concluso il tuo lavoro. Fuori di aspetta un soldato che ti indicherà dove andare. Grazie per il lavoro e buona serata»
Un brivido scorre lungo la mia schiena, perché mi era venuto in mente ciò che mi aveva detto Izana stamattina. Le sorrido ed esco, dopo aver salutato Shirayuki e gli altri. Seguo il soldato e lui mi indica di andare nella stanza che mi era stata affidata quando dovevo imparare a ballare prima di andare a Tanbarun. Lo ringrazio ed entro dentro.

Il richiamo del passato e lo sguardo verso il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora