Pov's Asuna
Izana sembrava non volersi staccare e questo mi ha messo seriamente in imbarazzo. La porta era semichiusa e chiunque poteva entrare e vederci.
Allora mi allontano e gli dico: «O-ora basta. Vado a chiamare il dottore affinché ti controlli»
Lui sembrava inizialmente contrario e capivo che voleva soltanto la mia presenza nella stanza, ma la sua salute viene prima di tutto.
Esco e mi dirigo all'erboristeria, per avvisare il capo che Izana si è ripreso e chiamo anche il dottore.
Lo seguo nei vari corridori che ha attraversato e poi rimango in disparte, lasciandolo fare il suo lavoro.
Dottore: «Sua altezza, la sua salute si è migliorata parecchio. Le raccomando di non sforzarsi per i prossimi tre giorni e di farsi sempre accompagnare ogni volta che vuole andare da qualche parte. Il suo corpo deve cominciare a prendere movimento, ma l'importante è che proceda con calma. Dopo i tre giorni può continuare la sua attività regolarmente»
Lui annuisce. Il dottore si alza, prende le sue cose e prima di andarsene gli bisbiglia qualcosa all'orecchio.
Il dottore se ne va e stavo per andare anch'io, quando Izana mi chiama.
Io: «Che c'è, Izana? Cosa vuoi da me?»
Izana, con le guance leggermente arrossate: «Ti voglio ringraziare per quello che hai fatto per me»
Io, sorridendo: «Nessun problema. La salute viene prima di ogni altra cosa nella vita. Ti avevo detto l'altra volta di farti curare la ferita perché sapevo che sarebbe successo quello che ti è successo»
Izana: «Guarda che tu eri peggio di più rispetto a me. Avevi i vestiti strappati, lividi dappertutto e a malapena riuscivi a tenerti in piedi. Come avresti potuto curare la mia ferita?»
Subito le mie guance si arrossano e gli dico, girandomi: «Ce l'avrei fatta. Devi sapere che io sono forte più di quello che ero. Sarei riuscita a curarmi»
Izana, curioso: «E perché non l'hai fatto?»
Io: «Volevo sentirmi - parlando a bassa voce, in modo tale che non mi senta - protetta da qualcuno»
Izana: «Non ho sentito, potresti ripetere?»
Mi giro, gli faccio la linguaccia e gli dico: «No, non voglio ripetere quello che ho appena detto. Cambiando discorso, vuoi andare a prenderti una boccata d'aria?»
Izana: «Era proprio quello che ti volevo chiedere»
Io: «Bene. Ti aspetto in ufficio. Vestiti bene e fammi sapere quando sei pronto»
Annuisce ed esco. Rimango in ufficio e mi metto alla finestra, per guardare cosa succedeva fuori. Tutti sembrano svolgere la loro funzione nel palazzo, ma ho notato che molte volte le serve si mettevano a parlare.
La porta di apre e mi trovo Izana vestito bene. Gli sorrido e gli chiedo dove volesse andare. Lui mi dice: «Dove vuoi tu»
Così ci siamo messi a camminare nei corridori, parlando di varie cose. Poi mi è parso di vedere Zen e Shirayuki al giardino e quindi volevo farli uno scherzo. Procediamo con calma fino a raggiungere il giardino. Izana voleva aprire bocca, quando gli faccio il segno di stare zitto. Ci avviciniamo sempre di più fino a raggiungere una distanza che permetteva di ascoltare ciò che dicevano. Stavano parlando di noi due e allora li dico, spaventandoli scherzando: «Di chi stavate parlando?»
Loro si girano di scatto e rimangono sorpresi nel vederci insieme.
Shirayuki: «Vedo che vi siete ripreso vostra altezza»
Lui annuisce, perché voleva ancora sembrare la figura che era prima: quella fredda e dal cuore impassibile.
Zen: «Mi fa piacere vederti in salute ani-we. Ti ringrazio per aver preso cura di mio fratello, Asuna»
Io, sorridendo: «È il mio compito, no? Ad ogni modo mi sembra che voi due dobbiate parlarvi e quindi è meglio che andiate a camminare schiarendovi le idee»
Stavo per andarmene, quando Izana tiene stretta la mia mano.
Io: «H-ho per caso detto qualcosa che non avrei dovuto?»
Izana: «Non è il momento. Dopo cena vorrei parlarti, Zen»
Io: «Bene. Allora fate quello che dovete fare, ragazzi. A dopo!!»
Ritorniamo in giardino e Izana teneva sempre stretta la mia mano. La situazione è al quanto imbarazzante, ma non riuscivo a capire quello che mi voleva dire. Volevo liberarmi dalla sua presa, ma era tutto inutile.
Prima di girare verso destra e quindi rientrare al palazzo, lui mi avvolge in un abbraccio e mi sussurra all'orecchio: «Non rovinare i momenti preziosi con te. Io voglio passare la maggior parte del tempo in tua compagnia, così mi potrò tranquillizzare e prepararmi per la mia ripresa al lavoro. Io ti - baciando la mia fronte - amo, Asuna»
Subito le mie guance si sono arrossate. Ritorniamo al palazzo e lo accompagno nella sua stanza. Non avevamo aperto bocca durante il tragitto e nonostante ciò non voleva mollare la presa. Tutti ci guardavano e subito cominciavano a bisbigliate tra di loro. Sapevo che parlavano di noi e questo mi imbarazzava tanto. Una volta raggiunta la sua stanza, mi libero dalla sua presa e gli chiedo spiegazioni del suo gesto. Lui si siede su un divano e mi chiede di sedermi accanto a lui. Faccio come vuole e subito prende la mia mano, dicendomi: «Non devi preoccuparti Asuna. Loro sono fatti così. Appena vedono qualcosa di nuovo al palazzo, subito cominciano a parlarne fra di loro!»
Io, con le guance arrossate: «Non intendevo quello. Volevo sapere perché tenevi stretta la mia mano ovunque siamo andati?»
Izana ride e poi mi dice: «Così. Voglio confermarti che io ti voglio come moglie. Voglio passare il resto della vita in tua compagnia. Mi dispiace - pronunciandolo con un tono triste - che ti sia successo quello che è successo. È stata solamente colpa mia e non so come farmi perdonare. Avevo lasciato varie questioni aperte e non sapevo come terminare effettivamente»
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Il richiamo del passato e lo sguardo verso il futuro
RandomImmagino conosciate la storia di Akagami no Shirayuki, ovvero biancaneve dai capelli rossi? Allora questa mia ff riprende da quando Shirayuki ed una sua amica Asuna sono ritornate dalla settimana da Tanbarun, che però è durata più di una settimana...