Capitolo 18

15 1 0
                                    

Mi metto a fare dei lavoretti manuali, facendo uno scialle alla maglia, una rosa all'uncinetto, qualche ricamo sulla mantellina che mi ero portata. Così ho passato il resto della mia giornata. E sono anche riuscita a liberare la mia mente da quei pensieri che mi stavano tormentando.
A cena avviso i miei genitori che sarei tornata al palazzo domani sera, perché dovrei tornare a lavorare come alla normalità. Ovviamente a loro è dispiaciuto sapere questa notizia e mi dispiace anche a me, ma la vita sfarzosa non fa per me. Inoltre, aggiungo: «Non vorrei sembrare una figlia egoista, che pensa solamente per il suo bene. Ormai la salute di mia madre è tornata alla normalità e questo mi fa piacere. Sono anche felice di aver fatto pace anche con te, Padre. Questo periodo passato insieme mi ha aperto tante porte che fino a poche settimane fa sembra impossibile. Vi prometto che verrò a trovarvi ogni qual volta mi fosse possibile»
A mia madre è sfuggita qualche lacrima e poi mi chiede se mi andasse di andare fuori insieme a fare delle compere. Accetto, anche se una parte di me non lo voleva affatto. Mangiamo il dessert e poi mi richiudo in camera. Mi metto la camicia da notte ed esco fuori a vedere il cielo. Si potevano vedere una miriade di stelle che luccicano. E questo mi trasmetteva una sensazione di tranquillità. Rimango fuori per una decina di minuti e poi ti entro, coricandomi sotto le coperte. Chiudo gli occhi facilmente e questo mi sembrava del tutto anormale.
Il giorno seguente passo la mattinata intera a passare da un negozio all'altro, provare vestiti e comprarne alcuni. Mia madre sembrava molto felice che io la accompagnassi e anch'io provavo piacere in ciò. È passato tempo dall'ultima volta che sono uscita con mia madre. Ci fermiamo ad una panchina in un giardino e guardo dei bambini giocare. Mentre stavo ammirando la loro gioia nel giocare insieme, mi sfuggono le seguenti parole: «Come sono fortunati a giocare senza fare tanti pensieri su»
Mia madre sorride e subito le mie guance diventano leggermente arrossate. Che situazione imbarazzante!
Ritorniamo a casa e pranziamo insieme. Aiuto i servi a fare i loro doveri e poi mi preparo per la partenza. Ho sistemato tutto ciò che avevo portato con me nella mia valigia, i vestiti che mia madre mi ha comprato, dei pensierini ai miei amici che ho comprato. Ho sistemato le rose che Izana mi ha regalato in un contenitore e mettiamo tutto in una carrozza. Saluto i miei genitori, dicendoli che ho apprezzato questo periodo passato insieme. Inoltre, li ringrazio per avermi accolta nonostante fosse rimasta lontana da casa per un lungo periodo. Ci abbracciamo e poi la carrozza di nette in cammino. Faccio un tratto in carrozza e poi decido di continuare a piedi. Tengo le rose in mano e mi trascino la valigia con tutto il necessario.
Rientro al palazzo verso tarda serata e mi avvio verso la stanza che mi è stata data come erborista. Svuoto la valigia e metto le rose in un vaso, mettendole sul davanzale della finestra. Mi sdraio sul letto e ripenso a quello che è successo a casa. Sembrava irreale che io ed i miei genitori ci fossimo riappacificati. Pensavo che non mi avrebbero nemmeno degnata di qualche interesse visto che ho lasciato casa da piccola. Sorrido tra me e me e poi faccio un salto di spavento, appena sento qualcuno bussare alla porta. Mi alzo a malavoglia e apro la porta, trovandomi una persona che non pensavo mai di vedere quella serata. Faccio un respiro e stavo per cacciare via quella persona, ma lei mi prende la mano e mi porta verso di sé. Entra dentro la mia stanza e chiude la porta dietro di sé e rimaniamo attaccati alla porta. Le mie guance sono diventate istantaneamente rosse e stavo per mordergli la mano che aveva messo sulla mia bocca, quando la toglie e mi guarda dritto negli occhi. Sto anch'io al suo sguardo, ma poi non riesco più. È troppo per me. È come una tortura. Abbasso la testa e si crea un clima silenzioso. Poi mi prende la mano e mi dice: «Bentornata, Asuna»
Annuisco e ci sediamo sul letto. Mantenevo lo sguardo basso e poi sento che lui si sta avvicinano verso di me. Continuo a mantenere lo sguardo basso e sentivo le mie guance diventare sempre più rosse, il battito cardiaco aumentare ed i pensieri sembravano essere tormentarmi nuovamente. In più la mia capacità di rimanere lucida stava per abbandonarmi e mettermi in una situazione di estremo imbarazzo. Faccio un respiro e mi alzo, dicendogli con gli occhi bassi verso il pavimento: «I-izana, potresti uscire. D-domani devo alzarmi presto per lavorare»
Sento dei passi avvicinarci verso di me e delle dita poggiare sul mio mento. Una lieve forza viene applicata da costringermi ad alzare il volto. Sentivo il suo sguardo su di me, mentre io cercavo di non degnarlo di uno sguardo. Avvicina il suo volto sempre di più e sentivo le mie goti diventare sempre più rosse. Chiudo gli occhi, con il cuore che batte all'impazzata e poi sento un morbido tatto sulla mia fronte. Sono le sue labbra che mi hanno stampato un bacio sulla mia fronte. Una dolce sensazione di benessere inonda nel mio corpo e poi lui mi abbraccia sussurrando al mio orecchio: «Sei veramente adorabile quando arrossisci, Asuna! Ora tolgo il disturbo e buona notte»
Scioglie l'abbraccio e se ne va, chiudendo dietro di sé la porta. Mi lascio cadere e mi copro il viso con le mie mani. Il mio cuore continuava a battere e sapevo che ora quello che il mio cuore vuole dirmi non lo potrò mai soddisfare. Mi sdraio sul letto e nel mentre stavo riflettendo cado in un sonno profondo.

Il richiamo del passato e lo sguardo verso il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora