_Jay_
Siamo nella chiesa, la stanza é illuminata dalle candele, lei mi sta guardando, ho provato a dimenticarla ma il suo volto triste mi fa ancora un certo effetto.
No, non posso tornare indietro, non dopo quello che ha fatto.
Possiamo ricominciare e andare d'accordo come amici ma quella merda ha chiuso l'evolversi del rapporto in qualcos'altro. Faccio l'uomo parlo io per primo.
<<Era questa la sorpresa? Non mi hai voluto dire quanto vicino perché era casa mia. >>
<<Già, adesso però nessuno dei due é entusiasto come prima vero? Immaginati la mia faccia quando ho scoperto la compagna di stanza, dovrebbe ridarti il tuo bel sorriso. >>
<<Decisamente qualche giorno fa la mia reazione sarebbe stata diversa. Come ci sei finita qua? >>
<<Mio padre é stato arrestato, mia madre si droga, ti lascio immaginare il resto della famiglia.
I servizi sociali hanno agito una settimana prima della partenza, i miei mi hanno pagato il campeggio per andare a divorziare o forse per abbandonarmi.
Sono finita nel gruppo C, ho socializzato con quelle ragazze ma ero triste.
Poi é arrivato il giorno in cui voi tre avete iniziato a riparare le bici.
Tutti vi guardavano esultanti, sembravate dei maghi.
Tu ne hai finita una e me l'hai passata con un sorriso sulle labbra bellissimo. Sei stato il primo a farmi ri-sorridere dopo quello schifo.
Il resto della storia la conosci, " i giorni degli innamorati."
Poi Giulia e Lisa si sono baciate tu eri lì vicino e sorridevi.
Ho pensato al vostro rapporto e ho creduto che tu ne facevi parte, non ho ragionato piú seriamente, ho scritto quel biglietto orribile, poi tu mi hai gridato addosso davanti a tutti e io ti ho riposto, poco dopo sono tornata me stessa e ho capito il mio errore ma ormai era tutto finito.>>
Rimango in silenzio per un minuto, non posso mentire a me stesso, la amo ancora, posso perdonarla ma non ricreare il rapporto di prima.
<<Possiamo lasciarci il passato alle spalle e ricominciare. >>
<<Ti chiedo scusa, ho fatto un casino per niente. >>
Poi mi abbraccia quel gesto mi fa venire in mente pochi ricordi felici, il mio cervello mi sta insultando dandomi del coglione.
Mi dice di baciarla, che non ne troverò mai una come lei, di vivere il momento.
Io non lo faccio, avvolgo anch'io le mie braccia attorno a lei.
Vorrei che questo momento non finisse mai. La realtà invece mi chiama, deve sistemare le cose con Giulia.
<<Devi convincere la tua compagna di stanza a non ucciderti nel sonno, io resto fuori se sento della urla rientro ad aiutarti.>>
<<Ok. >> la lascio e mi avvio verso la porta.
Mi chiama un secondo prima di arrivare alla porta.
<<Jay, abbiamo chiuso, ma io non mi dimenticherò facilmente di te e so che vale anche il contrario, andrò avanti ma forse all'inizio aspetterò che ritorni da me.>>
Io chiudo gli occhi, il mio cervello mi dice di tornare indietro e vivere il momento piú bello della mia vita, io invece mi dirigo verso la porta ed esco.