Capitolo 19

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Mentre Nadia e Niylah si rivestono io decido di riprendere in mano finalmente il mio telefono per vedere se ci sono dei messaggi, e soprattutto se sono di Alycia. Ma niente. Neanche una notifica. Che scema che sono, è con la sua fidanzata, mi ha usata e scaricata, cosa mi spinge ancora a pensare che se ne importi di me? Butto via il telefono e mi rivesto.

"Noi andiamo Ely, alla prossima!" - mi saluta calorosamente Nadia, dandomi un abbraccio. Ricambio volentieri e annuisco.

"Ti chiamo." - Niylah in lontananza mi dice solo questo, facendo il tipico gesto della cornetta all'orecchio con la mano. Annuisco anche a lei. Vanno via pagando la camera ed escono. Poco dopo scendo io, ricontrollando in stanza per essere sicura di non essermi dimenticata nulla. Noto che il locale si è un po' svuotato. È ora di tornare ad Oxford, sono ormai quasi le 5 di mattina. Mi incammino verso la macchina e trovo una sorpresa molto poco gradita. È Alycia, poggiata sulla mia macchina con le mani in tasta, in mia attesa.

"Che ci fai ancora qui?" - le chiedo.

"Ti è piaciuta la scopata a tre?" - mi chiede lei.

"Lasciami in pace, non sono affari tuoi." - le dico irrigidendomi.

"Eppure hai fatto proprio un bel teatrino davanti a me, pensavi di ingelosirmi?" - incalza ridendo, mentre rimane nella posizione in cui l'ho trovata.

"Vattene, devo tornare ad Oxford." - incalzo anch'io.

"Anche io devo, e Costia è andata via. Quindi ho bisogno di un passaggio." - mi fa l'occhiolino.

"Ah si? Fai l'autostop allora." - le dico scansandola dalla portiera del lato guidatore per poi mettermi in macchina e metterla in moto. Lei non ci pensa due volte e immediatamente apre la porta del lato passeggeri ed entra.

"Scendi immediatamente." - le dico con voce ferma.

"Eliza... non volevo arrivare a tanto." - mi dice, e ammetto di essermi un po' sciolta dopo quelle parole.

"Continua." - le dico.

"Non pensavo che tu mi facessi quest'effetto. Non avevo intenzione di arrivare fino a questo punto. Credevo tu volessi una notte di sesso e così è stato ma poi, qualcosa si è acceso dentro di me, e non sono più riuscita a fermarmi. Ogni volta che volevo parlarti, poi tu mi toccavi, mi baciavi ed io non riuscivo più a farlo." - mi spiega tutto così dolcemente che non posso fare a meno di lasciar scendere una lacrima dai miei occhi. Però mi faccio coraggio.

"È troppo tardi Alycia. Mi dispiace ma non ce la faccio." - le rispondo mentre mi asciugo quella maledetta lacrima che lascia trasparire la mia immensa debolezza di fronte a lei. Spero che si penta e che dica che vuole riprovare a stare con me seriamente, faccio la dura per smuovere qualcosa in lei.

"Volevo dirti solamente che è stato bello, ma non possiamo più continuare ad avere questo tipo di rapporto. Da oggi io sarò la tua professoressa, mi tratterai come una tua superiore ed io tratterò te come una mia alunna. Una qualsiasi alunna. Mi dispiace." - quelle parole mi trafiggono ancora di più il cuore, segno che la mia vendetta è stata non solo inutile ma anche umiliante e poco dignitosa. Mi sono uccisa da sola. Ho mostrato fragilità, debolezza e anche immaturità. E lei mi ha scaricata di nuovo in maniera ancora più dolorosa. Ho sbagliato tutto. Dopo avermi dato il colpo di grazia scende dalla mia macchina e si allontana, lasciandomi sola. Passano lunghi attimi in cui io, sola con me stessa, rimugino sulle sue parole e ingoio quell'amaro boccone.

"Merda." - esclamo fra me e me, dando un colpo netto con la mano sul volante della macchina. Metto in moto e poi sfreccio via, desiderando nel profondo del mio cuore, di mettere fine alla mia insulsa vita.

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