Capitolo 17

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Dopo quello che era successo ho capito che l'unica cosa da fare era solamente scappare via, stare lontano da tutto e tutti, non farmi vedere ne' sentire. La prima cosa che mi viene in mente è prendere la mia auto e guidare fino al The Griffin, perché devo provare a dimenticare con l'alcool e con qualche ragazza a caso. Senza sentimenti. Ho capito che i sentimenti sono inutili, non puoi e non devi metterceli mai, perché poi finisci così. Finisci come una povera scema, usata come il giocattolo di una bambina e poi mollata li perché le è arrivata una bambola nuova e più bella di te. E poi susciterai compassione nelle persone, che ti consoleranno più perché fai loro pena e non perché ti vogliono davvero tirare su il morale. Quindi, cara Eliza, accendi la macchina e parti, evita di struggerti ancora per una persona che non ha mai pensato neanche una volta di voler provare qualcosa di davvero bello con te. Vai avanti per la tua cazzo di strada e non fermarti mai. Entra il quel bar, scopatene due, tre, quattro, bevi e divertiti fino a star male, poi magari troverai qualcuna lì dentro che ha il cuore a pezzi come il tuo e capirà che è fatta per stare insieme a te. Chi lo sa.

Mentre nella mia testa frullano mille pensieri, sfreccio per le strade di Oxford e arrivo poi a destinazione: Londra. Parcheggio davanti al The Griffin. È presto, sono solo le 22. Dovrò aspettare almeno un'ora prima che il locale notturno apra. Così mi butto lì davanti e prendo tra le mani il mio telefono per iniziare qualche gioco e perder tempo. Noto però che whatsapp è pieno di messaggi, e ho anche molte chiamate perse. Vedo nel registro chiamate. Alycia mi ha chiamata almeno 10 volte. È solo lei. Ignoro e apro whatsapp.

 Ignoro e apro whatsapp

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"Si come no Linz

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"Si come no Linz. Divertirmi HAHAHA che bel divertimento essere scaricata come un sacco dell'immondizia. E sta stronza mi continua a tartassare. Adesso le faccio vedere io." - parlo da sola, ora si che sono proprio impazzita.

Digito il suo numero.

"Eliza finalmente, dove sei?"

"Non sono affari tuoi, devi lasciarmi stare hai capito? Devi andartene a fanculo, io per te non sono più nulla, non devi cercarmi, non devi chiamarmi ne' scrivermi. Vaffanculo hai capito? Vaffanculo!" - chiudo la chiamata prima che abbia il tempo di rispondermi e metto di nuovo il cellulare in borsa. Mi prendo la testa tra le mani. Cosa diavolo ho fatto per meritarmi questo?

"Ehi ragazzina, ci rivediamo!" - non so chi stia parlando con me, ma decido di non alzare neanche la testa.

"Chiunque tu sia, vaffanculo."

"Sono Niylah. Ti ricordi di me?"

Alzo la testa e la vedo. Indossa un pantalone largo e una camicia a righe da uomo, porta alle dita degli anelli molto vistosi e al polso un orologio grande. Non è truccata, ma i suoi capelli lunghi e il suo viso al naturale fanno risaltare al meglio la sua bellezza.

"Mi ricordo, si, perdona la scortesia, non è serata."

"Sta tranquilla, se vuoi puoi parlare con me."

"Gradirei che mi lasciassi in pace."

"Mh, come vuoi. Mi trovi dentro se hai bisogno. Non ti sei accorta che il locale ha aperto."

"Ah si? Beh grazie per l'informazione." - annuisce ed entra, lasciandomi fuori al buio. Rimango da sola per un buon quarto d'ora e nel frattempo rimedio da una tipa una sigaretta. Sono le 23:30, la gente inizia a moltiplicarsi nel locale, le ragazze ballano e tutte sono lì a divertirsi. Decido che sia quasi ora di un drink e vado a chiederne uno molto forte alla barista che, come la prima volta, mi sorride e me lo serve. Sorseggio questo fiele mentre ascolto la musica. Ogni tanto qualcuna mi si avvicina, ma tutte hanno ottenuto scarsi risultati.

"Ehi bellezza sei tutta sola? Vuoi venire di sopra con me?" - mi sento dire da una che sta appena cercando di rimorchiarmi.

"Ehi stronza, levati dai piedi, lei è con me!" - si fa largo tra la folla Niylah che manda via l'altra ragazza fulminandola con lo sguardo e lei si allontana mostrando segno di resa.

"Tutto bene?" - mi chiede amorevolmente.

"Si grazie. Ma non ho bisogno di una mamma, ne ho già una" - rispondo acida. Lei mi guarda, si gira e va via. Mi rendo subito conto della cazzata e la fermo.

"No Niylah scusami, scusami davvero, non volevo."

"Sai non siamo tutte così, come magari pensi tu. Qualcuna che ci tiene esiste, non siamo tutte delle troie approfittatrici."

"Mi dispiace."

Il suo viso si rilassa un po' e annuisce.

"Ti fa di uscire fuori a prendere una boccata d'aria e magari raccontarmi perché stai così male?"

"Ok" - le rispondo e poco dopo ci ritroviamo a parlare di tutto fuori dal locale.

"Mi dispiace piccola, sarà stato un duro colpo per te, per esser stata anche la tua prima esperienza. Mi dispiace davvero. C'è qualcosa che posso fare per te?" - mi chiede sempre con dolcezza, è molto premurosa, non la ricordavo affatto così. Era dura, rude, un po' cafona e anche abbastanza troia. Stasera invece con lei mi sento bene, mi sento me stessa e per di più si sta mostrando comprensiva e amorevole. Mi piace.

"Baciami." - glielo chiedo disperatamente.

"Sei sicura?" - mi chiede di rimando

"Baciami Niylah."

Alla mia seconda supplicata richiesta finalmente Niylah posa le sue labbra sulle mie e le schiude subito dopo per darmi un bacio caldo e dolce. Prima è un bacio tirato, un po' imbarazzato, poi diventa più audace e sicuro. La sua lingua penetra nella mia bocca, che l'accoglie con voglia. Inizia un gioco di passione tra le nostre lingue che danzano insieme a ritmi lenti e cadenzati. Non è lo stesso effetto che mi faceva lei, non è paragonabile, ma questo bacio mi sta facendo, comunque, sentire bene.

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