Capitolo 27

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Alycia pov

Finalmente mi sono ripresa, spero che questa giornata sarà meno pesante per me. Varco la soglia della mia solita aula e vedo Eliza, come sempre bellissima, raggiante, sorridente. Forse è davvero felice adesso che io non sono più nei suoi pensieri. La lezione si svolge normalmente, la classe è come sempre attenta a ciò che dico, interagisce molto con me e ci sono anche dei momenti in cui si scherza e questo mi fa sentire molto vicina ai miei studenti. Il mio obiettivo è quello di farli appassionare alla materia tanto da avere il piacere di studiarla e poi, voglio che si sentano capiti da me. Quando finiscono le mie due ore, come sempre io mi accingo a mettere in ordine le mie cose mentre Eliza tende ad uscire dall'aula sempre per ultima, come se volesse guardarmi ancora un pò. Forse sono solo pensieri che in realtà non sono veri, magari si tratta solo di un mio desiderio.

"Arrivederci prof" - mi salutano gli ultimi ragazzi rimasti in aula, che si apprestano a correre via dalla stanza. Ricambio il saluto ed incontro il suo sguardo. Mi fa un cenno con il capo per salutarmi, mentre io rimango immobile, quasi incredula. Quel gesto mi ha scombussolata, sembrava essere di nuovo come prima, di nuovo mia complice. Tempo fa le avrei scritto di venire nel mio studio e avremmo fatto l'amore sul mio divanetto. Adesso, mi limiterò ad immaginare.
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Eliza pov

"Ciao raga, ci vediamo domani!" - saluto i miei amici e rivolgo ad Alycia un ultimo sguardo prima di uscire dalla stanza. Incrocio i suoi occhi verdi e il cuore sembra volermi uscire da petto. La saluto con un leggero cenno del capo e lei rimane lì immobile a guardarmi. Mi rattristo pensando a ciò che avremmo potuto fare dopo un simile gesto, apparentemente piccolo ed insignificante, che però per noi era oro. Un gesto che racchiude una immensa complicità. Sento squillare il mio telefono. Sarà Niylah che mi manda come sempre dei messaggi. Abbiamo interrotto la conversazione precedente due ore fa data la mia lezione.

Sorrido istintivamente leggendo quel messaggio

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Sorrido istintivamente leggendo quel messaggio. Mi blocco proprio sulla porta e le rispondo. Torno alla realtà quando vedo Alycia dietro di me che è in procinto di chiedermi "permesso" per poter uscire dall'aula, ma in realtà quella parola non arriva mai. La sento per pochi secondi immobile dietro di me, probabilmente avrà letto gli ultimi messaggi. Mi giro istintivamente ed incontro il suo sguardo carico di emozioni, sicuramente non proprio positive. Sembra triste, affranta, abbattuta, angosciata e stanca. Quelli occhi verdi lasciano trasparire davvero tutto. Il mio cuore perde un battito, trattengo il respiro, non ho il coraggio di dirle nulla e lei fa lo stesso. Ci guardiamo per quell'attimo che mi è sembrato durare un'eternità, poi però, mi sposto e le do la possibilità di passare. Lei lo fa e senza guardarsi indietro, va via. Scuoto la testa per risvegliarmi dal torpore. Devo andare a pranzo.
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Niylah pov

Eliza mi fa impazzire, quella ragazza ha un qualcosa che non so spiegare, ma so che su di me ha un effetto pazzesco. Non vedo l'ora di andarla a prendere e di portarla qui, ma devo ancora attendere, quindi mi metto a riordinare un po' la casa, poi mi preparo. Provo a rendermi più attraente possibile, decido di indossare il mio jeans preferito, che mi fascia perfettamente i fianchi e soprattutto il sedere, ci infilo dentro una canotta nera molto scollata, infilo gli stivaletti e concludo il mio outfit indossando il giubbino di pelle. Sistemo i miei capelli biondi arricciandoli un po', prendo le chiavi della macchina e sfreccio via.
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Sono qui da circa un quarto d'ora e finalmente Eliza varca la soglia che stavo fissando da un po' e il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Dio mio Niylah come sei patetica, non hai mai intrapreso relazioni serie e di lunga durata, ti è sempre piaciuto solo il sesso, anche a tre o a quattro, le serate in quel night, la bella vita, la libertà, ed ora ti ritrovi ad arrossire guardando venire verso di te una ragazzina molto più giovane di te. Sorrido a quel pensiero, ma lo scaccio via subito. Scendo dall'auto e l'aspetto appoggiata alla portiera. Lei mi corre incontro, mi salta addosso e mi bacia con passione. Accolgo la sua lingua e ricambio quel bacio, le faccio sentire quanto mi è mancata in quelle ore, poi le apro la portiera come sempre e la lascio salire in macchina. Mentre guido parliamo del più e del meno. Dall'università ci vogliono circa 20 minuti per arrivare a casa.

"Gira qui." - mi comanda Eliza, indicando una stradina di campagna.

"Perché? Siamo quasi arrivate! Non vuoi venire a casa?" - le chiedo, un po' triste, pensando che avremmo fatto di nuovo l'amore, non aspettavo altro.

"Perché non ce la faccio più, fai come ti ho detto."

"Cos'è devi fare la pipì?" - ridacchio.

"Sta zitta e fai come ti dico per l'amor del cielo." - mi zittisce così, con voce ferma, quindi eseguo i suoi ordini. Mi chiede di fermarmi sotto un grande albero, in aperta campagna. Con mia gran sorpresa, quando spengo la macchina, la osservo mettersi a cavalcioni su di me, togliersi quello che ha addosso, e strusciarsi contro il mio basso ventre. Il mio centro s'infiamma subito, afferrando con stupore quel gesto. Non ce la faceva più ad aspettare. Mi voleva, lì, ora. Accolgo la sua palese richiesta, mi sfilo la giacca e subito dopo la canotta, abbasso il sedile permettendoci di evitare, almeno in parte, quella scomoda posizione. Mi sfila il pantalone e le mutandine e inizia a leccarmela con foga. La sua lingua è dappertutto, mentre le sue mani vagano sui miei seni. Mi sta dando un piacere mai avuto prima, è qualcosa di inspiegabile, indescrivibile. Le sue dita mi penetrano mentre continua a leccarmi, il mio bacino s'inarca seguendo il ritmo delle sue spinte, quando finalmente esplodo in un orgasmo senza eguali, nella sua bocca. Poi si alza, si lecca le labbra sensualmente, troppo sensualmente, e perdo il controllo, capovolgendo la situazione. Sarebbe superfluo esprimere a parole ciò che stavamo facendo. Non era sesso, come le prime volte. Era qualcosa di più, c'era una connessione tra noi, eravamo unite, eravamo una coppia, eravamo solo io e lei. Nient'altro. Quel pomeriggio passo' così, tra un bacio e l'altro; tra un orgasmo e l'altro. Quando poi, stremate, l'una accanto all'altra, ci coccoliamo, decido di azzardare una proposta:

"Vuoi essere la mia ragazza?" - le chiedo mentre le accarezzo delicatamente la spalla e lei si rilassa con la testa sul mio petto. La sento per un attimo irrigidirsi, alza il capo e incontra il mio sguardo. Secondi interminabili passano, ma la sua risposta non arriva. Poi il suo sorriso lascia spazio a quella parolina che bramavo d'ascoltare:

"Si."

Classroom 69Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora