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Slenderman

-Jeff!- urlai contro il ragazzo in piedi sopra la minuta figura accasciata a terra. -Che diamine stai facendo?!-
-Il mio lavoro.- rispose senza staccare gli occhi dal viso della ragazzina. Sollevò poi il coltello sopra la sua testa, pronto a darle il colpo di grazia. Vidi Linda, che fino ad ora aveva guardato la scena con gli occhi traboccanti di panico, gridare con rabbia, per poi scagliarsi addosso a Jeff, spingedolo via dal corpo esamine dell'amica.
Lui atterrò con un tonfo in un cespuglio di rovi, che attutì la caduta, ma che gli fece emettere un gemito di dolore quando le spine gli si conficcarono addosso.
Bianca era ancora a terra, con un rivolo di sangue che le scorreva dalla testa. Per un'attimo pensai che fosse morta, prima di vedere il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente e in modo regolare.
Mi avvicinai al cespuglio dove Jeff era atterrato, per poi vedere anche lui svenuto. I capelli nero pece scompigliati che gli coprivano il viso, senza però riuscire a nascondere l'espressione che gli era rimasta impressa da quando aveva guardato Bianca. Un'espressione che si faceva strada sul suo volto ogni volta che stava per ammazzare qualcuno.
Tirando un sospiro rassegnato, avvolsi un tentacolo attorno alla vita di Bianca, e un'altro alla caviglia di Jeff. Sollevai la ragazza da terra, lasciando invece che il corpo del ragazzo continuasse a strisciare nel terreno, ogni tanto lasciando anche che sassi o rametti lo colpissero alla testa, in modo che rimanesse svenuto.
-Che cos'hanno al posto del cervello?! Una noce? Un verme?!- dissi incominciando a dirigermi dentro la struttura. -Un compito avevo dato loro, uno soltanto! E cosa hanno fatto? Mi hanno ascoltato? NO! Hanno solo peggiorato le cose!-
Linda camminava dietro di me, massaggiandosi i gomiti sbucciati e lanciando occhiate cariche d'odio a Jeff.
-Di chi stai parlando?-
-Adesso lo scoprirai, ma quando sarai là, è meglio che tu non proferisca parola.- risposi in modo freddo, facendole intendere che già ora volevo che rimanesse in silenzio.
Durante la camminata che ci portò davanti all'entrata dell'edificio sentì varie volte dei rumori alle mie spalle, ma non mi curai di girare la testa per controllare se uno dei due ragazzi si fosse svegliato, perché quello non era il mio problema principale.
Varcai la soglia della villa, ritrovando ad aspettarmi un grande soggiorno freddo e disabitato, nonostante io sapessi perfettamente chi si nascondeva nell'ombra. Armati e pericolosi, mostri e umani che non aspettavano altro che io consegnassi la loro prossima preda, una prossima vittima.

-ℂ𝕣𝕖𝕖𝕡𝕪𝕙𝕠𝕦𝕤𝕖- revelationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora