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Bianca

Quando uscimmo di nuovo all'aperto sentii he la temperatura si era tremendamente abbassata.
Mi strinsi nel mio cappotto, osservando le foglie che turbinavano intorno ai miei piedi spinte dal vento gelido.
Linda mi seguì mugugnando, con nuvolette fredde prodotte dal suo respiro che le contornavano il viso.
Jeff si guardò intorno, controllando che non ci fosse davvero nessuno.
-Questa volta non mi farò di certo prendere di sorpresa.- disse tra sé e sé.
Ci fece prendere un'altra strada, non lungo il sentiero semi-invisibile che tagliava quella fitta coltre di alberi spogli, ci condusse direttamende in mezzo alla vegetazione.
Non ricordo quanto camminammo per arrivare alle mura che circondavano la villa, forse cinque minuti, forse un'ora.
-Questa è l'unica parte della muraglia che ha un varco abbastanza grande per consentirci un passaggio.- spiegò Jeff. -Sapete già che la villa in sé è piuttosto vecchia, le mura invece si tengono su dal 1756.-
-Come fai a...?-
-Dettagli, ora andiamo.-
Un grosso varco tra la pietra si apriva davanti a noi. Jeff abbassò la testa, e si infilò tra i mattoni caduti dal muro pericolante.
Linda mi lanciò un'occhiata, poi lo seguì, scomparendo nella fenditura.
Mi guardai ancora intorno, cercando con lo sguardo la Creepyhouse, inutilmente.
Era talmente nascosta tra gli alberi che sarebbe stato difficile individuarla a quella distanza, così mi chinai, sfiorando i mattoni sul muro, mentre attraversavo l'unico confine con il mondo esterno, l'unica cosa che mi aveva tenuta lontana per così tanto tempo dalla Creepyhouse.

Poco dopo essere usciti ci ritrovammo in una piccola e stretta via di città, e non ricordavo fossimo così vicini al centro abitato, la strada mi era sembrata molto più lunga all'andata.
Era completamente buia, illuminata solo ogni tanto da un lampione solitario. Alla nostra destra, parallelo al viale, scorreva un muro alto circa due metri e mezzo, che faceva da confine con chissà che cosa.
Lungo il lato sinistro c'era invece una strada poco trafficata, e dall'altra parte della strada si ergeva una schiera di case buie, con solo ogni tanto una luce accesa all'interno di una qualche stanza che lottava contro l'oscurità incontrastante.
Jeff si tirò su il cappuccio, e lo stesso ci disse di fare noi.
-Noi non siamo riconoscibili come criminali o pericoli pubblici, sai vero?- replicò Linda.
-Vi dico che sarebbe meglio così, copritevi la testa e camminate lungo il muro, così se passerà qualcuno non vi noterà.-
Allora io mi tirai la sciarpa fin sopra il naso, e Linda tirò la cerniera della giacca più in alto, in modo che il colletto le coprisse parte del viso.
Poco dopo capii il motivo delle precauzioni prese da Jeff.
Il muro era ricoperto di graffiti e manifesti, vidi anche una scritta fatta con la bomboletta spray nera, che recitava: "Correte finché siete in tempo, l'inferno è già sceso sulla terra." ma mi fermai quando vidi un semplice cartellone, neanche tanto grande, che si teneva a fatica affisso al muro.

"Disperse due ragazze di quindici anni, ne denunciano la scomparsa i genitori.
Per ogni comunicazione o notizia sulla loro posizione chiamare il seguente numero:"

Sotto il numero della polizia e quello dei genitori di Linda c'era quello di casa mia, con l'inchiostro sbiadito e sfumato a causa della pioggia.
Alla base del manifesto c'erano una foto mia e della mia amica. Nessuna di noi due sorrideva.
Strappai il cartellone dal muro, e lo osservai per qualche altro istante.
Mi girai a quardare Jeff e Linda che camminavano davanti a me, lui mi guardava, diede un'occhiata al cartellone e annuì cupo, ma quel cenno sembrava rivolto più a sé stesso che a me.
Linda quando si accorse che eravamo rimasti indietro ci raggiunse.
-Che cosa succede? Che cosa hai in mano, Bia...?-
Ma si fermò quando vide ciò che stringevo.
-...Oh-
-Ci...Ci stanno cercando...- mi sorpresi a constatare che mi tremava la voce. -I nostri genitori, hanno denunciato la nostra scomparsa alla polizia.- ripetei.
Notai uno strano scintillio negli occhi della mia amica.
Sembrava sul punto di parlare, ma rimase zitta.
Si sistemò il giaccone e si girò.
-Andiamo, ormai siamo in ritardo.-
Io e Jeff ci guardammo un secondo ma distogliemmo entrambi subito lo sguardo.
Lui annuì.
-Sì, muoviamoci.-
Guardai di nuovo il manifesto, poi lo gettai per terra, all'interno di una pozzanghera, e seguì i miei due amici lungo il viale, verso quello che per me era tornato ad essere l'ignoto.

-ℂ𝕣𝕖𝕖𝕡𝕪𝕙𝕠𝕦𝕤𝕖- revelationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora