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Bianca

Quando i miei occhi si abituarono al buio vidi meglio gli scalini che ci portavano verso il basso, mentre un silenzio incombente soffocava tutti i rumori dall'esterno.
Mentre scendevo passai una mano sulla parete alla mia destra, e la trovai umida, quasi bagnata.
Mi avvicinai la mano al naso, e un forte odore di sangue mi investì il viso.
quando finalmente poggiai il primo piede sul freddo pavimento, finii in una pozzanghera scura.
Ancora sangue.
Poco più il là distinsi il corpo malmesso di un poliziotto, che sembrava essere stato scaraventato a terra. Tutto quel sangue che si trovava ai miei piedi era fuoriuscito dal grosso pezzo mancante nel suo fianco, che dava l'impressione che fosse stato morso da un qualche animale.
-Opera di Jack... Suppongo... - commentò Linda fermandosi davanti al corpo, osservando il sangue che continuava a uscire a fiotti, insieme agli intestini e altri organi.
Lei dovette passare oltre, superando Jeff che si era fermato dopo il cadavere.
Forse aveva bisogno di spazio per mandare giù ciò che aveva appena visto, forse voleva  solo andare a vomitare, fatto sta che mi ritrovai a fianco di Jeff, che non sembrava invece soffrire per quella visione.
Raccolse la pistola d'ordinanza dell'uomo, e la lanciò a Linda, e solo allora mi accorsi di essere completamente disarmata.
Lui mi guardò, ed estrasse qualcosa da una sacca che non avevo neanche notato nascosta sotto la sua felpa.
Dopo poco mi ritrovai in mano un coltello di circa trenta centimetri, il manico in legno e la lama come un rasoio.
Lo passai di mano in mano, ma era troppo pesante per me. Sembrava fatto per una persona con più forza e con delle mani più grandi, forse un uomo. Capii che avrei avuto difficoltà a lanciarlo, quindi se avessi mai dovuto affrontare qualcuno, sarebbe stato in un corpo a corpo.
"Da qua non ci esco viva"  pensai.

Per un po' non incontrammo altro che corpi riversati a terra, lungo le pareti, e scie di sangue ovunque.
Sangue,
sangue,
morte.
Non c'era altro, ma continuammo a camminare.
Guardai i volti di due uomini stesi uno affianco all'altro, con le mani vicine, come se in un ultimo momento avessero voluto toccarsi, per poter sentire anche l'ultima scintilla di vita c'era nell'altro.
Mi avvicinai ancora, e compresi che li conoscevo.
Erano amici di mio padre, ed era stati uccisi dai miei amici.
A quel punto pensai che non sarei riuscita a continuare, ogni volto che incontravo mi riportava a galla vecchi ricordi.
L'uomo che tendeva la mano all'amico, lo ricordai a una festa.
Era il compleanno di mia madre, e la casa era piena di gente. Io avevo quattro anni, quindi me ne stavo tranquilla in camera mia a osservare di nascosto mio fratello giocare al computer. Lui non voleva, diceva che ero troppo piccola per quello. Dead by Daylight, ecco come si chiamava il gioco.
Ad un certo punto lui si girò verso la porta e spense il computer, sapeva che nostro padre odiava quando stava tutto il tempo sui videogiochi, e infatti nostro padre arrivò subito dopo, seguito da un paio di suoi amici.
-Ragazzi, perché non scendete a parlare con gli invitati? -
-Ci annoiamo laggiù, papà. E poi sono amici tuoi e di mamma, non nostri. -
Nostro padre entrò nella stanza, lasciando lo spazio ai due sconosciuti.
-Ti volevo presentare dei miei colleghi. Sanno che da grande vorresti lavorare anche tu nella polizia.-
Il viso di mio fratello si tese.
- Erano anni fa... -
-Comunque ti vorrebbero conoscere, non ti vedono da tanto tempo. -
Si fecero avanti.
-Timothy Wade e Nicholas Xavier, lavorano al mio fianco da cinque anni!-
Non ricordo altro.
-Timothy... E Nicholas... - ripetei ad alta voce leggendo i cartellini sporchi di sangue.
Mi allontanai in fretta, non volevo vedere nient'altro.
Smisi di guardare i volti dei morti intorno a me, che ad ogni piano che scendevano si facevano più numerosi.
"Timothy Wade, una moglie, divorziato, la madre con problemi cardiaci. "
Iniziammo a sentire delle urla. 
"Nicholas Xavier, di origini francesi, sposato e tre figli."
Venimmo inondati dopo poco da una nuvola di fumo grigio, e sentii i polmoni in fiamme mentre inspiravo quell'aria tossica
-C'è un incendio! - ci avvertì Jeff, portandosi il colletto della felpa fin sopra al naso, e noi facemmo lo stesso.
"La madre di Wade si trova in una casa di cura, e senza l'aiuto del figlio non potrà pagare l'affitto. Tutto in poco tempo."
Non avevo idea da dove venissero queste informazioni, ma mi davano un senso di rabbia opprimente, spingendomi a precedere Linda e Jeff. Quest'ultimo urlò qualcosa, ma non lo ascoltai.
L'incendio era all'interno di uno stanzino ristretto, e attraverso il fuoco riuscivo a distinguere scaffali e armadietti, tutti rovesciati e in fiamme.
I documenti al loro interno, ridotti in cenere.

-ℂ𝕣𝕖𝕖𝕡𝕪𝕙𝕠𝕦𝕤𝕖- revelationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora