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Bianca

Alla fine della scalinata si apriva un lungo corridoio stretto, illuminato da piccoli lampadari a led che diffondevano una dolce luce color panna.
Le pareti erano di pietra levigata, e davano un senso di claustrofobia piuttosto opprimente.
Il corridoio svoltò improvvisamente a sinistra, e dopo pochi metri venne interrotto da una vecchia porta in legno.
-Ma quanto è vecchio questo posto? - chiesi osservando il legno traforato dalle tarme.
-Credo che nessuno lo sappia, ma quando l'abbiamo trovato era già così.- rispose Jeff, fecondomi segno di spostarmi da davanti alla porta.
Lui si girò verso la parete alla sua destra, dove una sezione del muro liscio era interrotta da un mattone di un materiale diverso dal quale erano state costruite le pareti. Come se qualcuno avesse fatto un buco nel muro per poi pentirsi e coprirlo con un mattone.
Jeff estrasse il blocco dalla parete e infilò una mano nella cavità, estraendo una chiave vecchia e arrugginita dal buco. La inserì nella serratura, e dopo un paio di giri la porta si aprì, cigolando sui cardini.
-Dopo di te.- disse Jeff, cercando di imitare al meglio un inchino in quello spazio ristretto.
Io sospirai e avanzai nel buio della stanza che mi si apriva davanti.
La stanza venne illuminata dalle stesse lampade del corridoio, era lunga e spaziosa, e nel lato opposto a quello in cui mi trovavo erano posizionati manichini, tiri al bersaglio e sacchi pieni di sabbia. Su ognuno di questi era disegnata una X in rosso.
Sulle pareti erano allineati vari scompartimenti strapieni di coltelli e altre armi.
-Questa è una sala che usiamo principalmente per gli allenamenti quando non abbiamo la possibilità di uscire allo scoperto. Se vuoi posso allenarti qui.-
-Da quanto tempo è in disuso?- chiesi togliendo uno strato di polvere dalla lama di un'ascia.
-Non lo so per certo, sai, non ci capita spesso di dover addestrare delle piccole ragazzine aspiranti killer.- disse utilizzando la mia arma preferita in assoluto: il sarcasmo.
-Piccole ragazzine? Per te io sarei una piccola ragazzina?!-
Lui sorrise divertito.
-Quanti anni avrai? Tredici?-
-Ne ho quindici.- ringhiai stringendo i pugni talmente forte che le nocche sbiancarono.
Lui continuò a osservarmi con quel suo sorriso malizioso.
-Cambia poco. O almeno per me.-
Non avevo idea di cosa intendesse dire con quell'ultima frase, ma lui liquidò il discorso con un gesto vago della mano.
-Comunque adesso non importa, prendi un coltello e posizionati a tre metri di distanza dal primo bersaglio, ma non tirare ancora. Penso che dovremmo iniziare con questo, perché non credo che il combattimento corpo a corpo faccia per te.-
-Ti sbagli.- replicai. -Ho una buona resistenza e sono anche abbastanza forte.-
Jeff soffocò una risata.
-Come no! Ti assicuro che contro di me non vinceresti nemmeno se ti fossi allenata per settimane.-
Non riuscii a trattenere la rabbia, e mi avvicinai per guardarlo in faccia.
-Perché no? Sentiamo.-
-Perché sono molto più forte di te, sono considerato uno degli assassini più pericolosi della nazione e vinco sempre nel combattimento.-
Socchiusi gli occhi, guardandolo come se non credessi a una parola di quello che diceva.
-Anche disarmato? -
-Ovviamente.-
Sorrisi in modo acido, lasciando trasparire più odio possibile.
Gli diedi le spalle e andai a prendere l'ascia che avevo visto prima. Era parecchio pesante, ma la tenni stretta comunque, ostantando tranquillità.
-Qualcosa mi dice che non vuoi batterti con me solo perché sono una ragazza.-
-Anche. - Rispose avvicinandosi e sfilandomi l'arma dalle mani senza fatica. -Ma soprattutto perché se ti facessi del male Slenderman mi farebbe passare il più brutto periodo della mia vita. -
Appoggiò l'ascia nel suo scompartimento e mi passò un coltello grande quasi quanto la mia mano.
-Ora vai davanti al bersaglio e fai come ti ho detto.- Disse con un luccichio sinistro negli occhi. -O giuro che ripiangerai subito di essere venuta in questa casa.-

Obbedii, posizionandomi a tre metri dal primo manichino, ma appena mi girai verso di lui lo vidi appoghiato a una parete, che mi fissava quasi con insistenza. Iniziai a innervosirmi quando credetti di sapere cosa stesse osservando, e stavo per urlargli cosa diavolo avesse da guardare quando mi interruppe.
-Tieni le gambe più divaricate. Così perdi l'equilibrio.-
-Cosa?- chiesi stranita.
Lui si avvicinò, poi improvvisamente mi diede una spinta, e sarei anche caduta se non mi avesse preso per un polso.
-Vedi?-
Quel suo tono aveva iniziato veramente a seccarmi.
Per un attimo venne distratto dal braccialetto che portavo al polso. La catenina d'argento con un semplice pendente dello stesso materiale a forma di mezza luna, il mio gioiello più prezioso.
Me l'aveva regalato mio fratello maggiore per il mio decimo compleanno, fu anche lui a farmi conoscere le creepypasta. Morì il mese dopo la mia festa.
Uno stupido incidente in moto.
Diceva sempre che secondo lui Jeff era il migliore, il più forte, e anche quello che ha sacrificato più di tutti. Era probabilmente il suo fan numero uno.  Ricordo anche che ogni tanto, per scherzare, si disegnava con un rossetto della mamma il suo stesso sorriso sulle guance, e lei lo sgridava dicendo che mi avrebbe traumatizzata raccondomi queste storie, ma io mi divertivo ascoltando ciò che mi diceva sul conto di quegli assassini.
Guardai Jeff, e per un attimo i suoi occhi azzurri incontrarono i miei, prima che lui disogliesse lo sguardo.
Quegli occhi azzurri... simili a quelli di mio fratello.
Perché lui continua a ricordarmelo? Non si assomigliano per niente! Mio fratello aveva i capelli del mio stesso colore, soltanto gli occhi erano diversi... eppure... così uguali ai suoi...
Mi ritrovai a chiedermi se stavo davvero rispecchiando la figura di mio fratello in quella dell'assassino davanti a me.
Ma stiamo scherzando?
Jeff, nonostante fosse più grande di me, era talmente immaturo e superficiale! Sarebbe il fratello maggiore peggiore del mondo.
-A che stai pensando?-
Il suono della sua voce mi fece sussultare.
-Cosa? Io... A niente. Niente.-
-Sicura? Mi guardavi in un modo strano.-
-Io... Credo si sia fatta una certa ora. Penso che le lezioni possano essere interrotte per un po'.-
Jeff annuì.
-Va bene. Riprendiamo dopo cena?- chiese.
-Dopo cena?- replicai. -Restiamo... Io e Linda restiamo a cena?-
-Pensavate davvero di essere libere di tornare tranquillamente a casa? Slender vi avrà anche trattate bene, ma siete pur sempre delle prigioniere.-
Cosa?
-So a cosa stai pensando, e sì, siete delle nostre prigioniere. Ehm... delle prigioniere con molti permessi... diciamo.-
Io rimasi in silenzio, a elaborare la notizia.
-Ritorniamo nel soggiorno. Forse qualcuno vi dirà che stanza vi è stata data per la vostra... "breve permanenza".-

-ℂ𝕣𝕖𝕖𝕡𝕪𝕙𝕠𝕦𝕤𝕖- revelationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora