Quando Randy aprì gli occhi, aveva di fronte a sé il volto rugoso di un uomo sconosciuto che lo guardava crucciato, con le folte sopracciglia sale e pepe ben aggrottate e le labbra tese in una linea retta.
Sembrava preoccupato, nervoso, o perlomeno così si disse prima di sentirlo esordire con un:
«Tutto bene, ragazzo?».
Posò una mano in terra, rendendosi conto solo allora di essere stato posto supino sul marciapiede, lontano dalle due auto parcheggiate dove si era nascosto e dove aveva anche perso i sensi. Lentamente cercò di mettersi a sedere. La voce impastata, mormorò: «Sì, grazie». Gli lanciò un'occhiata veloce, studiandolo di sottecchi e pregando che non fosse un altro membro de Il Grande Drago Rosso. Solo allora si accorse del collarino che spuntava dalla sua camicia carta da zucchero. «Lei è un prete» bofonchiò poco convinto.
Annuì, mostrando un sorriso pacato e sincero che, a detta di Randy, parve addirittura rassicurante. «Sei svenuto di fronte a una chiesa» gli fece notare.
Si portò una mano alla testa, la trovò parecchio indolenzita. Poi il fastidio allo zigomo si fece vivo e lo spinse a spostare le dita verso quella direzione; tuttavia venne subito fermato con un:
«Non lo farei, se fossi in te». Un'occhiata veloce, e aggiunse: «Credo che ti verra presto un livido, sei già rosso come un semaforo».
Sbuffò, tastandosi lo stesso e serrando i denti. Il dolore vivo, pungente, come quello di un pugno diretto di un pugile. Deglutì, infine chiese: «Quella donna è ancora qui?». Vide il prete strabuzzare gli occhi e restare fermo nella sua posizione contorta, puntellato sui calcagni.
«Di quale donna stai parlando?» iniziò vago. «E, per favore, sii meno formale con me.»
Cercò d'ignorare le sue parole e, certo di essere stato troppo criptico, storse la bocca in una piccola smorfia. Mantenendo le distanze, riprovò: «Quella donna bionda, quella con il tailleur nero». Si guardò attorno furtivo. «È qui?»
Il prete lanciò un'esclamazione e si colpì il palmo con il pugno. «Parli di Coreen» disse, mostrando i denti ingialliti dal tempo. «No, è andata via poco fa.» Annuì alle sue stesse parole, infine mormorò: «Perché me lo chiedi? La conosci?»
«Coreen» echeggiò. Per un attimo, seduto in terra, considerò l'ipotesi di essersi sbagliato o di aver avuto un'allucinazione; tuttavia, sicuro che fosse Abeigeal, si decise a chiudere il discorso e borbottò un: «Devo averla confusa con qualcun altro». Mentì per proteggersi, perché pensava che quel prete potesse essere un complice di Abeigeal, o forse lo fece perché voleva convincere anche se stesso, perché non voleva credere che Darrell fosse uscito di casa per incontrarsi con lei. Poi deglutì, gli sentì dire:
«È una brava donna. Viene qui spesso, soprattutto negli ultimi tempi.»
Così corrugò appena la fronte, si disse che poteva essere una buona chance per indagare. Chiese: «Da quanto tempo?».
Eppure la sua risposta parve vaga. «Non saprei dirlo con certezza.»
A quelle parole, Randy prese un bel respiro e decise di alzarsi da terra. Lo sguardo basso, pensieroso, disse: «Ho capito, grazie». Sembrò quasi sull'orlo dell'esasperazione, ma smise di porre domande e d'insinuare, certo che Abeigeal stesse architettando qualcosa di losco e che quel prete non ne sapesse niente; no, altrimenti avrebbe avuto una qualche reazione.
Si lisciò i pantaloni, li sistemò bene lungo le gambe e solo allora si sentì chiedere:
«Come mai eri qui? Volevi venire in chiesa a confessarti? Oppure la stavi seguendo?».
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Invisibile (salvation)
Romance(ADATTA A UN PUBBLICO MATURO) Dopo l'incidente, Gabriel non è più lo stesso. Steso sul lettino del Royal Victoria Hospital, fatica perfino a parlare e non riesce a muoversi. È per questo che Darrell prende in mano la situazione e, spronato da Simon...