Lo aveva fatto di nuovo, si era lasciato trasportare dall'istinto e, di certo, aveva sbagliato. Con la voce di Gabriel nelle orecchie, mentre si chiedeva se stare in quella Toyota rossa fosse saggio o meno, si tormentava l'interno delle guance e si frizionava i palmi sulle cosce, faceva vagare lo sguardo fuori dal finestrino, lasciava vagare lo sguardo sugli altri finestrini chiusi. Poi, fermo al semaforo, sospirava e tornava a guardarlo, studiava il suo profilo spigoloso, la casacca arancione.
«Prima o poi mi dirai cos'è successo l'altra volta» esordì Rowan d'un tratto.
Randy mugolò appena, storse le labbra in una piccola smorfia e pensò che forse fosse giusto così, che dovesse parlargliene, perché lui era il suo terapista, la persona con cui doveva aprisi. Sbuffò un po' d'aria calda dai polmoni, si strinse nelle spalle, ammise tutto in un: «Non lo so».
«Come sarebbe a dire che non lo sai?» chiese, quasi ridacchiò, con le sopracciglia sollevate. Lo sguardo fisso sul lunotto, continuò: «Sei scappato, ti sei rintanato in corridoio e non hai detto una sola parola neppure nel viaggio di ritorno».
«Sì, è vero» confermò sottovoce. «È che mentre ero lì ho avuto una pessima sensazione. Non avrei dovuto sentirmi in quel modo, no? La meditazione serve a calmare lo spirito, non ad agitarlo...»
«Giusto» assentì. «Per questo avresti dovuto parlarmene.»
Uno sbuffo, e disse: «Quanto rompi. Lo sto facendo adesso, no?».
Rowan sorrise, poi tagliò corto con un gesto della mano e un: «Sì, lo stai facendo». Tornò ad afferrare bene il volante, svoltò l'angolo e parcheggiò a spina tra due auto scure.
Allora Randy sentì una strana morsa attanagliargli lo stomaco e tentò di farsi coraggio. Deglutì, provò a ingoiare il masso che gli serrava la gola, ma non ci riuscì. Aprì lo sportello, scese per primo e sollevò lo sguardo, osservando con fare assorto la facciata in mattoni rossi dell'edificio in Princes Dock Street.
Rowan, sceso dall'auto, lo raggiunse subito e gli diede un leggero colpo sulla spalla. «Tutto bene?» Lo sentì sobbalzare e lo vide voltarsi; era pallido, sorpreso, con gli occhi fuori dalle orbite e le palpebre fisse. «Cos'hai?» domandò, la voce ridotta a un sussurro.
«L'altra volta ho sentito qualcuno che mi toccava la schiena» confidò, mordendosi subito le labbra. Le guance rosse d'imbarazzo, gli parve di aver detto una sciocchezza e si sentì come giudicato da quell'occhiata perplessa. «Ma sono certo che non si è mosso nessuno, Rowan. Mi sono sbagliato, forse sto impazzendo.»
Lui accennò un sorriso, disse: «Perché lo credi? È possibile che la tua sia stata solo una sensazione, un impulso dettato dalle cellule nervose a causa dell'intenso stato meditativo. Ti sei agitato per nulla, Randy».
Schiuse le labbra senza il coraggio di aggiungere altro, mentre le parole gli si mozzavano in gola e quello sciocco "Davvero?" si fermava lì senza il coraggio di uscire. Poi le morse, s'impedì di rispondere e indietreggiò di un passo, quasi avvampò. Lo sguardo rivoltò al suolo, alla punta delle proprie scarpe, sentì Rowan dire:
«Quando ci si rilassa tanto, può succedere».
Il silenzio gli fischiò nelle orecchie, accompagnò il rombo del suo sangue fin quando Rowan non lo ruppe:
«Avresti dovuto assecondare quella vibrazione».
«Vibrazione?» Batté le palpebre e, crucciato, sollevò lo sguardo su di lui. Poi storse il naso, mugolò contrariato. «Tu dici? Comunque tu voglia chiamarla, a me non piaceva affatto.» Sentì la sua risata cristallina, i passi placidi che si allontanavano appena. E lo seguì.
«Eri solo spaventato, ti ha colto di sorpresa e non hai saputo reagire nel modo giusto» minimizzò.
Randy contrasse i muscoli del viso, disse: «Credi che ci sia un modo giusto per reagire a una cosa simile? Lasciarsi andare, fluttuare nel nulla come quand'ero in trance nella tua stanza, non è lo stesso se il mio corpo mi manda certi segnali».
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Invisibile (salvation)
Romance(ADATTA A UN PUBBLICO MATURO) Dopo l'incidente, Gabriel non è più lo stesso. Steso sul lettino del Royal Victoria Hospital, fatica perfino a parlare e non riesce a muoversi. È per questo che Darrell prende in mano la situazione e, spronato da Simon...